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100 ANNI DI RADIO, 70 DI TELEVISIONE ITALIANA, 10 DI CONFINDUSTRIA RADIO TELEVISIONI. CON PIERO MANERA, CONSIGLIO DI PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA RADIO TV E PATRON DEL GRUPPO RETESETTE, ESPLORIAMO IL PANORAMA DEI BROADCASTER ITALIANI, DAL LORO VALORE SOCIALE ED ECONOMICO A LIVELLO NAZIONALE, AL PESO DELLE REALTÀ LOCALI. IN UN SETTORE IN COSTANTE MUTAMENTO
Nelle case di milioni di italiani, un’infinita gamma di voci, suoni e immagini riempiono le giornate, battono il tempo nei momenti importanti, crea no tendenze, regalano un senso di comunità. I broadcaster italiani sono i pilastri dell’industria dei media nel Paese.
Il mondo dei broadcaster italiani è da sempre sinonimo di informazione e intrattenimento. Qual è, in particolare, l’evoluzione che sta vivendo oggi?
«Sono due le mission che tradizionalmente caratterizzano i media quali radio e TV, sia che si tratti di emittenti nazionali che locali: informazione e intrattenimento, offrirci buona compagnia in audio e video durante tutta la giornata (particolarmente la sera quando noi esseri umani – sempre analogici in un mondo digitale – caliamo in tensione emotiva e fisica!). Tutti i contenuti offerti sono sottoposti a verifica continua, visto che ogni programma e notizia viene elaborata e verificata, gerarchicamente, da editori responsabili, da direttori responsabili, da giornalisti responsabili. Una catena molto normata insomma, e pressoché sconosciuta nel mondo web. Quindi, i contenuti TV e radio restano insuperati e insuperabili: sono il prodotto del lavoro di professionisti e non di tuttologi, complottisti, super informati spesso creatori di fake news, operanti su piattaforme, dove chiunque diviene giornalista e elabora opinioni e racconta fatti senza la minima responsabilità né esponendosi a sanzioni da parte delle autorità. Tutti i nostri dipendenti invece sono impegnati a offrire contenuti e informazione veri, troppo spesso in antitesi a molto di ciò che arriva tramite i canali social. Proprio per questo sto pensando di cambiare lo slogan del nostro gruppo televisivo RETE SETTE, che recita “L’informazione, Prima di tutto, Prima di tutti”. Non è più esattamente così, perché oggi, normalmente, la notizia arriva prima sugli smartphone che portiamo in tasca e consultiamo compulsivamente, sia per i social che per gli altri media online. Quindi la nostra forza diventa quella di entrare nella notizia, raccogliere testimonianze, proporre confronti con esperti veri, quindi l’approfondimento».
La nostra vocazione è sempre stata di esportare territorio e bellezze. Oggi questo è possibile in maniera ancor più evidente. “Fare, fare bene e…. farlo sapere”La televisione ha anche l’obbligo inderogabile di destinare una percentuale definita del tempo di trasmissione all’informazione…
«Esatto, noi e solo noi! I media online sotto ogni forma, compresi i post degli influencer diffusi su tutte le più recenti piattaforme di comunicazione diretta, continuano senza obblighi di sorta, nella loro opera di diffusione dei contenuti politici e commerciali, ricavando cospicui guadagni, il tutto senza regole. E la politica, sempre e anche in questa fase elettorale, può tranquillamente utilizzare questi veicoli senza alcun limite, misura o restrizione; veicoli che non possono essere certo considerati di scarsa penetrazione e invasività. Il mio auspicio, enunciato anche in convegni e seminari è che il governo di tutto il sistema della comunicazione, comprendente le attuali e future piattaforme, sia normato da un “TESTO UNICO” della comunicazione, facente capo ad AGCOM che ha tutti gli strumenti, che gode di ampio mandato e del prestigio per esercitare la necessaria vigilanza».
L’universo della comunicazione sta cambiando anche dal punto di vista della tecnologia.
«È per me un piacere poter affermare che la radio e la televisione non siano stati sconvolte dal sistema web. Piuttosto, proprio con l’innovazione tecnologica sono “saliti sopra” al treno della multimedialità ampliando le loro possibilità. Oggi la televisione è in grado di offrire una proposta variegata, multimediale, crossmediale ma sempre di qualità. La sua forza sociale e la bellezza sta nell’essere gratuita e universale fino a raggiungere (secondo i dati Confindustria del primo semestre 2023) oltre 38 milioni di individui al giorno. Individui, come ho già sopra ricordato, biologicamente “analogici” e che quando arrivano a casa, stanchi possono finalmente “svenire” sul divano, e, con un clic, possono trovare ogni giorno quel programma televisivo che cattura e convince. Quel clic resta vincente. D’altra parte però, bisogna restare in linea con le logiche digitali. Con RETESETTE, per ripor tare un caso pratico che conosco bene, siamo diventati produttori crossmediali, adeguando la capacità produttiva audiovisiva ai tempi, alle forme e alle modalità delle piattaforme social, su cui comunque viene declinata gran parte della produzione televisiva».
In questo modo la TV supera i confini?
«Prima di tutto, nel momento in cui la televisione approda sul web riesce a unire qualità e quantità. È dimostrato come un buon audiovisivo realizzato in 4K lieviti, se pubblicato per esempio su Instagram, rispetto a un video di basso livello. La qualità della professionalità premia. E poi, certo, tramite la rete tutto ciò che è locale può diventare nazionale e internazionale. Non ci sono confini. Bisogna “solo” creare un prodotto/format/documento audiovisivo accattivante, magari multilingue, apprezzabile fuori dal territorio di riferimento».
Nella realtà di RETESETTE state applicando questi nuovi paradigmi?
«Ci misuriamo quotidianamente con questa ambizione di esportare cultura, territori, persone, aziende, eventi con la massima creatività e qualità e quindi superiamo costantemente i confini. Ogni giorno lavoriamo per creare prodotti multilingue, sfruttando la migliore tecnologia, appoggiandoci anche a web content editor specializzati. Se originariamente siamo nati per coprire il Nord Ovest – con 15 milioni di utenti – da vent’anni tramite le piattaforme Eutelsat e Tivusat arriviamo via satellite in tutta Europa, in Russia e bacino del Mediterraneo/Nord Africa».
Una realtà locale, diventata così globale, porta con sé tutto il patrimonio del proprio territorio…
«La nostra vocazione è sempre stata di esportare territorio e bellezze. Oggi questo è possibile in maniera ancor più evidente. “Fare, fare bene e…. farlo sapere” è un antico adagio che ben esprime la nostra terra e il nostro lavoro. Il Piemonte fa e fa bene, e per farlo sapere sempre più utilizza il nostro sistema multipiattaforma. Le realtà come RETESETTE sono volano per la piccola-media impresa così come per l’intero territorio. Torino, il Piemonte e tutto il Nord Ovest con le eccellenze turistiche, gli eventi, le realtà industriali, lo sport e così via, possono essere comunicati in ogni dove grazie a noi. Con gli appuntamenti al recentissimo Salone del Libro 2024, con il nostro team di giornalisti professionisti multilingue e tecnici d’eccellenza, abbia mo realizzato 35 ore di diretta televisiva trasmessa anche in streaming e 186 interviste, a rappresentare l’universo di Vip, politici, Istituzioni, imprenditori, editori e autori che abbiamo portato nelle case e negli smartphone di decine di milioni di persone tramite le diverse piattaforme multimediali. Numeri che fanno comprendere la valenza di questo nuovo approccio».
Valore che è riconosciuto anche dalle emittenti nazionali.
«Storicamente i broadcaster nazionali devono calarsi negli ambiti regionali per i loro collegamenti e testimonianze e si appoggiano a realtà come la nostra per la produzione audiovisiva. È come se ci fosse un collante fra i due sistemi che ci lega nel momento in cui si fa informazione, perché l’obiettivo è il medesimo, e cioè rappresentare cittadini e telespettatori. Siamo nati insieme, sin dai tempi della FRT e viaggiamo insieme oggi in Confindustria Radio TV, noi broadcaster italiani: così, quando c’è bisogno di una puntuale logica territoriale televisiva, le realtà nazionali sanno a chi rivolgersi perché rappresentiamo garanzia di un pro dotto professionale di pari livello».
Qualità, professionalità, innovazione, conoscenza del territorio. Sono queste le parole chiave che assicurano il futuro. E quando gli eventi sul territorio sono internazionali Piero Manera resta protagonista, come ad esempio nel tennis…
«Da quando Angelo Binaghi è presidente della Federazione Tennis & Padel mi ha voluto nella Commissione Media, un’entità composta da esperti a disposizione del Consiglio Federale e del presidente particolarmente per le strategie organizzative e di comunicazione. Da quando Torino è protagonista mondiale del tennis con le ATP Finals sono particolarmente impegnato nella testimonianza audiovisiva di tutte le presentazioni, eventi, protagonisti istituzionali e sponsor. È un’attività prestigiosa quanto utile alla causa del tennis, di cui sono dignitoso praticante ma anche insensato tifoso. Ancor più da quando l’Italia è costantemente sul tetto del mondo».
(foto RETESETTE)