Home > People > Interviste > BRT: è il momento del cambiamento trasformativo
“TRASFORMATIONAL CHANGE” È IL MANTRA DI STEFANIA PEZZETTI, NUOVO CEO DI BRT. UNA TRASFORMAZIONE CHE È GIÀ IN ATTO IN BRT E CHE TOCCA LE PERSONE, GUARDA ALL’INNOVAZIONE, SI LEGA ALLA CULTURA AZIENDALE, PUNTA ALLA RESTITUZIONE
Oltre 200 filiali, 35 hub parcel, 13 hub messaggerie, 10 impianti di logistica, 8.700 punti di ritiro e spedizione BRT fermopoint. Numeri sufficientemente espliciti nel descrivere il percorso di successo portato avanti da BRT in un un secolo di storia. «Quello di cui vorrei parlare oggi è però il cambiamento in corso che stiamo vivendo, un cambiamento inevitabile a seguito di alcune forze esterne che ci hanno spinto verso una trasformazione, ma allo stesso tempo fortemente voluto. È nei momenti di difficoltà che bisogna cogliere le opportunità. Lo so, spesso il termine resilienza è abusato, eppure credo che faccia al caso nostro: bisogna sempre guardare avanti con ottimismo, con i fatti, non solo con le parole».
È Stefania Pezzetti, CEO del principale operatore del trasporto espresso in Italia, a raccontare cosa significa “transformational change” per una realtà come BRT. Proprio lei che, in prima persona, dopo 25 anni di esperienza in un’azienda specializzata nel campo dei trasporti (a cui deve tanto e a cui resta fortemente legata), da fine 2023 ha accettato la sfida del cambiamento rispondendo con entusiasmo alla proposta di BRT di unirsi in questo progetto di rinnovamento.
La BRT Academy, con 100mila ore di formazione nel 2024, è nata invece per offrire contenuti formativi professionali e di benessere personaleIl cambiamento trasformazionale è un cambiamento organizzativo e sociale che richiede, oltre a cambiamenti tecnici, strutturali e procedurali, anche un cambio di comportamento, di attitudine e mentalità delle persone coinvolte. Quali sono stati i primi passi fatti da BRT in quella che potremmo considerare una nuova era per l’azienda?
«L’obiettivo è stato fin da subito chiaro: BRT punta a diventare una società etica capace di affacciarsi al futuro in un’ottica completamente sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale. Per farlo ha dovuto rivedere le sue modalità operative, ricostruendo la sua struttura, e anche la cultura aziendale. In tal senso le persone sono tra i pilasti centrali di questa trasformazione. Se si punta a creare un ambiente in cui si lavora al meglio, basato sulla legalità, sull’etica, sulla sicurezza e sul cambiamento virtuoso, le persone non ne possono essere estranee. Anzi, ne devono diventare protagoniste. Pur troppo ancora c’è molto lavoro da fare per trasmettere queste idee a tutta la squadra, la modalità del transformational change non sempre è interpretata in maniera positiva. D’altronde il cambiamento sovente si accompagna alla preoccupazione».
Come si superano queste perplessità?
«Con i fatti, concreti, a dimostrazione della costante attenzione alle persone: il nostro valore più grande. Proprio di recente abbiamo deciso di dare, oltre al riconoscimento alla seniority aziendale, un award per i col laboratori Value Ambassador, e un piccolo presente per tutti i neo genitori. La BRT Academy, con 100mila ore di formazione nel 2024, è nata invece per offrire contenuti formativi professionali e di benessere personale. Nel processo di cambiamento è poi sempre più importante la valorizzazione delle differenze, non solo di genere, ma di età, di etnia, di comportamento. Siamo convinti che la differenza sia un valore, se ben gestita, perché permette di prendere il meglio di ciascuno di noi. In questo filone, infine, si inserisce il piano di assunzione diretta per l’handling: in un anno pensiamo di assumere 600 persone. Su 9mila addetti che fanno parte dell’area della movimentazione merci sembra un numero irrisorio, ma credo sia comunque un segno importante in un comparto in cui invece si tende abitualmente all’esternalizzazione. Vogliamo che tutti abbiano la possibilità di respirare la cultura BRT. Parliamo di 26mila persone che ruotano attorno al nostro mondo, più le relative famiglie. Come potete capire, è una grande responsabilità».
Siete impegnati anche nella collaborazione con Transparency International Italia…
«Esatto. Nella volontà di creare un ambiente il più possibile safe e piacevole, crediamo che non sia sufficiente solo scrivere codici etici, bisogna metterli in pratica. Collaboriamo con questa associazione impegnata nella prevenzione della corruzione, sensibilizzando sui temi della trasparenza e della legalità. E il mio sogno è entrare nel Business Integrity Forum che unisce le grandi aziende italiane già attive su questi argomenti».
L’impegno sociale di BRT è rivolto oggi anche al mondo delle associazioni non profit.
«Stiamo cercando di restituire qualcosa alla collettività aderendo e appoggiando progetti di valore sociale, a sostegno soprattutto di realtà locali non profit. Recentemente siamo stati sponsor dell’iniziativa “Corri la Vita” svoltasi a Firenze. Lo sappiamo, non facciamo la differenza, il nostro contributo è solo una goccia nel mare, ma è un punto distintivo, e credo che i nostri collaboratori siano contenti di lavorare per un’azienda che crede in questi valori».
Sostenibilità è il tema predominante degli ultimi anni. Ma come fa il pubblico a capire che non siamo davanti all’ennesimo greenwashing?
«Da parte di BRT i numeri di una green strategy molto definita, trasversale a tutte le nostre attività e incisiva, parlano chiaro. Dietro al titolo “attenzione all’ambiente”, ci sono obiettivi e investimenti. Nel 2023 abbiamo con segnato con mezzi a zero emissioni ed e-bike ben 18,3 milioni di colli e una delle prossime frontiere, ma vicina nel tempo, sarà quella dell’elettrificazione dei mezzi pesanti di trasporto, oltre a quelli impiegati nel cosiddetto ultimo miglio. Per il 2025 prevediamo una riduzione del 27% di CO2 emessa per collo consegnato rispetto al 2020; 9 città servite solo da mezzi elettrici; 1.500 veicoli elettrici. Raggiungeremo questi obiettivi ambiziosi grazie anche agli oltre 10 milioni di euro investiti, tra il 2020 e il 2024, in strutture di ricarica per mezzi elettrici. Sono queste solo alcune delle strade intraprese, e andremo ancora avanti perché ci sono sì dati positivi, ma soprattutto la volontà culturale di farlo».
L’innovazione rientra in questa idea di trasformazione?
«Assolutamente. Mi piace ricordare come BRT sia nato come semplice trasportatore circa 100 anni fa, evolvendosi nel tempo per seguire le richieste del mercato, sposando l’innovazione, ma rimanendo fedele alle origini. BRT è l’unico corriere che oggi è in grado di trasportare dalla piccola busta al grande pezzo industriale (in 24 ore consegniamo in quasi tutta Italia)».
E ovviamente l’universo dell’e-commerce è entrato prepotentemente nel vostro business…
«Sì, e questo ci ha dato l’opportunità di porre sempre più attenzione al cliente finale. L’e-commerce per noi significa servizio, non tanto il trasporto di pacchi di varia dimensione dal punto a al punto b. Il mittente e il destinatario sono due persone che devono essere soddisfatte. Questo è il nostro lavoro, il trasporto è solo un di cui».
Quali sono i servizi innovativi che avete sviluppato in tal senso?
«Vogliamo che la user experience sia la più semplice possibile: per questo è nata la Digital Parcel Label che consente di spedire senza la necessità di stampare l’etichetta; anche il sistema di tracking è particolarmente friendly. Per non parlare della modalità di spedizione, smart e flessibile: il privato che deve spedire o rendere un prodotto riceve un’etichetta digitale in formato QR Code effettuando l’operazione in uno degli oltre 8.700 BRT-fermopoint presenti in tutta Italia. Per le piccole e medie imprese, invece, l’ultimo nato è Singular, una piattaforma multibrand, che permette di esporre e promuovere i propri prodotti e beneficiare di una promozione ad hoc verso gli oltre 1,3 milioni di utenti dell’applicazione myBRT. Stiamo infine sondando la possibilità di migliorare ulteriormente il servizio impiegando l’intelligenza artificiale».
Per concludere, che ruolo ha il nostro territorio all’interno del vostro business e quali sono le vostre visioni a riguardo?
«Il Piemonte rappresenta un’area di interesse strategico, per la presenza di un tessuto imprenditoriale solido, innovativo, con produzioni eccellenti e fortemente internazionalizzato. L’anno scorso abbiamo rinnovato la nostra filiale di Biella, con spazi triplicati e dieci colonnine di ricarica per mezzi elettrici. Torino è stata una delle prime città in cui abbiamo attivato BRT fresh, il nostro nuovo servizio di consegna di prodotti alimentari freschi. Il fresco rappresenta il 50% delle vendite di food online, un mercato dal valore di 4,8 miliardi, di sicuro interesse per le tante imprese eccellenti dell’enogastronomia piemontese».
Una chiosa sul futuro?
«Certamente. Fortunatamente abbiamo le idee chiare su cosa vogliamo essere e cosa vogliamo diventare: ovvero un’azienda orgogliosa del suo passato ma sempre pronta ad affrontare il futuro, mettendo costantemente le persone al centro, che si tratti di collaboratori, fornitori, clienti. In un processo di cambiamento che è trasformazione culturale prima, organizzativa dopo. Ecco quello che BRT sarà».
(foto CHIARA ARLOTTA e BRT)