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Storie dal set

di Antonella Frontani

Ecco perché…

Torino, Primavera 2022

Eccolo! Sta arrivando… Eurovsion Song Contest 2022 approda a Torino, esattamente alla Reggia di Venaria per la sua serata di inaugurazione. Da sempre appassionata di musica classica e jazz, perché Eurovision mi emoziona così tanto? Perché è un grande evento ed è legato alla musica che, notoriamente, non conosce confini emotivi né steccati culturali. La musica, come ogni forma d’arte, ha la forza di unire i popoli e di piegare uno sguardo sul crinale dell’emozione. Cura ed eccita, galvanizza e sa invadere un animo della malinconia più struggente. Ecco perché sono felice. Perché è la musica che narra le immagini di un film e senza di essa non ricorderemmo il bacio tra Ingrid Bergman e Humphrey Bogart in Casablanca, oppure, lo sguardo di Anna Magnani in Bellissima. Il cinema, linguaggio pregnante che ha plasmato l’immaginario del XX secolo diventandone portavoce ed emblema, è la sintesi più affascinante tra l’intellettualità della scrittura e la forza subliminale della musica. Come poter stabilire una supremazia tra le due arti? Come poter immaginare l’una senza l’altra? Quale nasce prima e quale soccombe? Interrogativi che perdono significato di fronte all’opera cinematografica.

Da sempre appassionata di musica classica e jazz, perché Eurovision mi emoziona così tanto? Perché è un grande evento ed è legato alla musica che, notoriamente, non conosce confini emotivi né steccati culturali. La musica ha la forza di unire i popoli e di piegare uno sguardo sul crinale dell’emozione.

Senza la musica nella nostra memoria non sarebbe rimasto impresso lo sguardo di Jack Nicholson in Shining, di Stanley Kubrick. Né la sensazione che trasmette il suo famoso incipit, in cui la ripresa aerea di una piccola auto gialla che attraversa un dolce paesaggio, fatto di uno specchio d’acqua e contornato da ripe sospese al centro di un’isoletta, si trasforma in ansiosa attesa grazie alla musica di Wendy Carlos che sfoggia una versione lenta e minacciosa del Dies irae, affidata a un impasto di legni e ottoni gravi. La combinazione tra l’immagine della piccola auto gialla che continua il suo errare nella natura selvaggia e il colore livido dei titoli di apertura rende le riprese dall’alto uno scenario cupo grazie alla forza inquietante dell’ouverture. Ecco, questa è la forza che la musica dona al cinema. Con Eurovision la sua potenza non si sprigionerà su un set ma sul palcoscenico del festival internazionale, nato nel 1956 a Lugano. E sarà magia il momento in cui lo sguardo di Damiano dei Måneskin volgerà dal vigore che trasmette cantando Morirò da re alla dolcezza in cui flette quando intona Coraline. Eurovision tornerà in Italia dopo trent’anni e sarà la potenza della musica a unire i 40 Paesi che vi prenderanno parte, comprese le 39 delegazioni provenienti dall’Europa. Sarà un tripudio di artisti e spettatori. Giornalisti e autorità. Il mondo si mischia: ecco perché aspetto con gioia questo evento.


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