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“La Pittura di Gianni Bui” all’Osteria Rabezzana

Osteria Rabezzana ospita la mostra La Pittura di Gianni Bui che inaugura con l’artista, il prof. Marco Basso e alcuni giocatori della leggenda granata

Osteria Rabezzana ospita la mostra La Pittura di Gianni Bui tra movimento e trionfo del colore che inaugura il 6 maggio alle 18.30 con l’artista, il prof. Marco Basso e alcuni giocatori della leggenda granata: Natalino Fossati, Nello Santin e Beppe Pallavicini. A seguire, alle 22, concerto dei Saboriso (Francesca Saporito, voce e Andrea Guariso, chitarre, loop e percussioni), il duo voce e chitarra che spazia tra jazz, pop, canzone d’autore e poesia rielaborando i brani secondo varie chiavi interpretative.

Gianni Bui ha un animo di artista e un fisico da calciatore, un presente da pittore e un passato da campione: ex giocatore di Verona e Torino, è stato un prolifico attaccante a cavallo degli anni 60 e 70; lasciato il calcio, si è potuto dedicare alla sua grande passione, la pittura. Da bambino, si divertiva a disegnare e avvicina la pittura da autodidatta, quando era già affermato calciatore. Ama l'astratto e lavora con l'acrilico. Notevole la sua sensibilità artistica che attraversa negli anni varie fasi, ben rappresentate dai suoi quadri: il ritratto, il paesaggio, la natura morta, fino a raggiungere una sensibilità astratta, in cui forma e colore si compendiano con raffinatezza e delicatezza.

Conquista la libertà espressiva dell’astrattismo, assimilando elementi propri dei grandi maestri del ‘900 che dalla figura sono passati al non figurativo. Sfuma in lui il bisogno di misurarsi con la realtà oggettiva, ma preferisce tradurre la propria emotività nel segno e nel colore. Ogni opera d’arte ha origine nell’emozione: questo è lo spirito con cui avvicinare il viaggio pittorico di Gianni Bui, in cui l’esplorazione viene affiancata dall’introspezione per puntare alla ricerca dell’essenza.

In occasione della mostra è in programma:

  • giovedì 11 maggio alle 18.30 la presentazione dei libri I luoghi del Toro di Claudio Calzoni e Vincere non è l’unica cosa che conta di Andrea Dalmasso. Moderano Marco Basso e Massimo Centini. Con il primo volume si va alla scoperta dei luoghi in cui i giocatori, già allora personaggi della vita cittadina, abitavano, vivevano, impiantavano piccole attività, analizzando: quanto ancora rimanga di quel Mito in città; quali i luoghi si possono ancora andare a visitare; quanto quella storia di successi sportivi, quel fenomeno di costume, ha lasciato in eredità dopo la tragedia. Il secondo volume cerca di ripercorrere invece alcuni passaggi della storia del Toro attraverso una chiave di lettura insolita: parlando di alcune delle sconfitte più beffarde della storia del Toro, quelle in cui la squadra ha lottato, ha sudato la maglia pur non riuscendo a raggiungere il risultato, quelle in cui, malgrado la sconfitta, i tifosi sono stati orgogliosi dei loro colori. Perché, come dice il titolo, vincere non è mai l’unica cosa che conta. Soprattutto se sei il Toro.
  • giovedì 18 maggio alle 18.30 la conferenza Il monumento al grande Torino di Luciano Cappellari, architetto e autore dell’opera Genesi, dal pensiero alla realizzazione del Monumento al Grande Torino presso il Cimitero Monumentale di Torino. Durante l'incontro vengono proiettati video e immagini della lavorazione e dell’inaugurazione del Monumento nel 2005, oltre a essere esposta una copia in gesso del pallone originale in bronzo dell’opera.