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Scenari economici

di Alessandro Fugnoli

A sconto. Le borse globali sono tornate a valere meno del PIL

Torino, Autunno 2022

 

Circa venti anni fa, Warren Buffett ha ideato un indicatore ottenuto rapportando la capitalizzazione dei mercati finanziari statunitensi e il PIL USA. Secondo il suo punto di vista, questo indicatore ha il grandissimo pregio di rilevare in maniera semplice e immediata il grado di valutazione dei mercati azionari. Dottor Fugnoli, lei cosa ne pensa?

«Warren Buffett ebbe a dire che il rapporto tra capitalizzazione complessiva di borsa e PIL è il singolo migliore indicatore per capire a che punto sono le valutazioni azionarie. Se la borsa vale più del PIL è cara, se vale di meno può essere interessante da considerare per un acquisto. Non c’è bisogno di chiarire che parliamo di un indicatore molto rozzo che non tiene in considerazione variabili decisive, tra le quali il livello dei tassi d’interesse, il tipo di composizione dei listini e le prospettive di crescita degli utili. Pur con tutti i suoi limiti, vale comunque la pena dargli un’occhiata ogni tanto. Dopotutto, un’istituzione seria come la Banca Mondiale gli dedica molta attenzione e ne aggiorna costantemente il calcolo. Senza andare troppo indietro nel tempo, vediamo che nel febbraio 2020, appena prima dell’inizio della pandemia, il valore globale delle borse era pari a quello del PIL globale. Nel novembre del 2021 il grande rialzo azionario aveva portato le borse a valere il 20 per cento in più del PIL».

E oggi a che punto siamo?

«Il valore totale delle borse, che Bloomberg aggiorna quotidianamente, è sceso a 96 trilioni di dollari. Dal canto suo, il PIL nominale di quest’anno, grazie all’inflazione che lo gonfia, sarà di quasi 104 trilioni di dollari. In pratica, secondo questo indicatore, le borse sarebbero oggi più degne di considerazione non solo rispetto al picco del novembre scorso, ma anche a quel mondo prepandemico che oggi ci appare una specie di età dell’oro. Ripetiamo, tutte le singole metriche utilizzate
per valutare le borse vanno prese con cautela e buon senso, e questa non fa certo eccezione. Qualcosa però possiamo cominciare a dirlo comunque. Se le borse nei prossimi mesi rimarranno sui livelli attuali, e a maggior ragione se scenderanno, lo sconto rispetto al PIL si farà ancora più marcato. Il PIL nominale, infatti, grazie all’inflazione continuerà a crescere anche in caso di recessione. E più è marcato lo sconto delle borse più vale la pena, se si ha un orizzonte di medio termine, cominciare a guardarsi in giro per valutare che cosa comprare con tutta calma da qui alla fine del 2023».

Il PIL nominale grazie all’inflazione continuerà a crescere anche in caso di recessione. E più è marcato lo sconto delle borse più vale la pena, se si ha un orizzonte di medio termine, cominciare a guardarsi in giro per valutare che cosa comprare con tutta calma da qui alla fine del 2023

Visto che siamo partiti con Warren Buffett, su quali settori è concentrato questo grande investitore?

«È interessante notare come stia concentrando la sua attenzione sull’energia. In fondo, quello energetico è un settore a forte sconto all’interno di un mercato azionario a sua a volta a sconto sul PIL. È vero che in caso di recessione la domanda di energia scende, anche se generalmente scende meno del PIL reale. Nei prossimi mesi, tuttavia, l’offerta di energia potrebbe calare molto più velocemente della domanda, favorendo così nuove tensioni al rialzo sui prezzi. In novembre termineranno infatti le vendite di petrolio proveniente dalle scorte strategiche americane, che negli ultimi mesi tanto hanno contribuito a fare scendere il prezzo del greggio. In dicembre, poi, l’Europa smetterà di comprare petrolio russo e metterà altri ostacoli ai trasporti di greggio da quell’area verso tutte le destinazioni. L’effetto probabile sarà un’ulteriore diminuzione della produzione russa. Oltre all’energia, un altro settore da studiare sarà quello delle società cicliche capaci di conservare pricing power anche in un contesto recessivo. Parliamo soprattutto delle società che operano in settori in cui, grazie alla concentrazione degli ultimi decenni, la concorrenza si è molto ridotta».

In conclusione, come approcciare i mercati finanziari?

«Il profilarsi di un rallentamento globale, che diventerà visibile alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo e che durerà per buona parte del 2023, ha già cominciato a creare e creerà ancora di più occasioni interessanti per chi guarda al 2024 e oltre. Chi invece ha un orizzonte più breve, limitato ai prossimi 12 mesi, farà bene a sfruttare i rimbalzi per alleggerire. La scelta tra breve e lungo termine è ovviamente personale e soggettiva. Non si dimentichi però che, sebbene non manchino nella storia, anche recente, casi di fortune accumulate con scommesse di breve termine, la grande maggioranza delle storie di successo è costituita da investimenti di medio-lungo termine».