I cinefili stanno aspettando questa data da tempo: da ormai due anni, quando nel 2020 ne era stata annunciata l’inaugurazione. Ma per i motivi che ben sappiamo, il Museo Nazionale del Cinema ha preferito “congelare” il progetto. E ora tutto è confermato: il 6 aprile apre la mostra Dario Argento – The Exhibit, pronta ad accogliere curiosi, amanti del genere thriller, fan del grande regista italiano. «Si tratta della prima grande mostra dedicata a questo maestro del cinema, sceneggiatore e produttore – racconta Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e curatore della mostra insieme a Marcello Garofalo – L’esposizione vuole essere un omaggio al genio e all’opera di Dario Argento, visionario rappresentante del genere thriller, cineasta apprezzato in tutto il mondo. Un omaggio che offriremo attraverso un percorso cronologico che percorre tutta la sua produzione, dagli esordi de “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970) al suo ultimo lavoro, “Occhiali neri” (2022), recentemente presentato al Festival del Cinema di Berlino nella sezione Special Gala».
Il fatto di presentare la mostra a Torino assume un significato ancora più rilevante, visto il legame del regista con la città.
«Assolutamente, Dario Argento ha girato tantissimi film nel nostro capoluogo: “Non ho sonno”, “Profondo rosso”, “La terza madre”, “Giallo”. Torino è una città che ha segnato la sua cinematografia: vi troviamo luoghi diventati iconici del suo cinema, e icone loro stessi proprio perché protagonisti dei suoi film».
Ci sarà modo di approfondire questo tema per il visitatore?
«Sì, seguendo due canali. Da una parte attraverso una mappa che illustra puntualmente tutte le zone “toccate” da Dario Argento. È molto interessante scoprire che, insieme a piazza Castello e via Accademia Albertina, appaiono anche luoghi della collina (famosissima Villa Scott) e della periferia allo stesso modo. E poi, attraverso l’organizzazione di tour tematici, con guide specializzate per visitare personalmente queste scenografie».
Si è detto come Dario Argento – The Exhibit sia una mostra molto peculiare nel suo genere. Ci spiega meglio perché?
«Non è mai stata progettata, sul famoso cineasta, una mostra di tale completezza. È un ripercorrere la sua carriera cinematografica ma anche un modo per dare ai visitatori la possibilità di vedere dal vivo oggetti usati durante le riprese, alcuni costumi, le foto di scena. Parallelamente, è l’occasione per analizzare i temi e le ossessioni che da sempre caratterizzano il suo cinema. Non manca nulla, insomma, anche perché il tutto viene presentato in maniera spettacolare, secondo un taglio che possa coinvolgere e conquistare il grande pubblico».
In effetti, non è semplice parlare di paura senza…fare paura.
«È un tema che abbiamo voluto affrontare fin da subito. Dario Argento, lo sappiamo, nei suoi film è il mago del thriller e dello splatter. Ma visto che il nostro pubblico è composto di famiglie, il punto di vista che abbiamo scelto di raccontare è quello dell’artista, del creatore di visioni (sebbene si parli di incubi più che di sogni), eliminando scene cruente. Senza dimenticare che, comunque, una delle grandi abilità di Dario Argento consiste nel dare corpo alle nostre paure irrazionali. Quindi non si può non parlare di paure, e ancor di più oggi, in un momento storico in cui l’uomo è costretto a convivere con le sue paure: la pandemia, i cambiamenti climatici, la guerra. Ma lo facciamo con la consapevolezza che i film di Dario Argento non sono solo l’atto del killer o le sevizie. Essendo lui un vero autore, in mostra sono evidenziati gli aspetti onirici, spettacolari. Una sfida che credo abbiamo vinto pienamente».
Come verranno raccontate le ossessioni tipiche del suo cinema, dunque?
«Senza shock, appunto. È attraverso fotogrammi e immagini che descriviamo sotto la Mole l’idea di visione (con foto degli occhi di vittime e assassini), le armi, l’architettura (altro punto fondamentale della sua cinematografia), il colore. È forte in Dario Argento il legame con l’arte, sovente le scene appaiono esasperate nelle cromie e durante la mostra potrete vederne degli esempi».
Prima parlava anche dell’esposizione di oggetti reali…
«Sulla rampa della Mole è stato studiato un percorso cronologico in cui sono installate delle gigantografie con foto di scena, con attori come Adriano Celentano, Stefania Rocca, Asia Argento, tutte personalizzate con frasi che il regista ci ha “regalato”, oppure ritagliate da vecchie interviste. Una gioia per gli appassionati. A fianco, poi, sono inseriti in teche dei favolosi costumi di scena, come quelli firmati da Annamode per “Dracula 3D”, o quello indossato da Alida Valli in “Suspiria”, o il bozzetto di Giorgio Armani per l’abito di Jennifer Connelly sul set di “Phenomena”. Ancora: gli effetti speciali del grande Sergio Stivaletti (tra
cui la macchina ammazza topi de “Il Fantasma dell’Opera” o i serpenti di “Occhiali neri”). Poi l’iconico pupazzo meccanico di Carlo Rambaldi, e così via. Forse la chicca più preziosa, non solo in senso letterale, è il fermaglio firmato da Bulgari per “Inferno”, fatto di oro, corallo e diamanti».
È un’intensa luce rossa ad accogliere i visitatori all’ingresso, e da lì parte il viaggio nel cinema di Dario Argento.
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA, MOLE ANTONELLIANA
Via Montebello, 20 – Torino
Per orari, biglietti, prenotazioni e modalità di accesso: www.museocinema.it
(Foto di MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA)
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