Anni e anni fa, girando città del nord Europa, o in Germania, o Londra (uno dei riferimenti assoluti sul tema) pensavamo a quanto Torino potesse essere una splendida città universitaria. Perché non è né grande né piccola, perché bella, ha il fiume, la movida, tanto verde, una viabilità tendenzialmente scorrevole, un DNA multiculturale da sempre (fin dall’emigrazione sud-nord); e poi perché ha una vocazione innovatrice (qui è nata ed è cresciuta l’industria più all’avanguardia d’Italia, e oggi c’è l’aerospazio), un’anima dedita al lavoro e un fascino che da sempre incanta scrittori, registi, filosofi.
Ci piaceva l’idea di una Torino universitaria, con vari poli, con servizi pensati per i ragazzi, con le aziende che dialogano con tutto questo sistema di eccellenza, innovazione e formazione, già diversi anni fa. La strada poi in parte intrapresa è stata simile a quel sogno, e oggi Torino è un grande centro universitario; la realtà è questa, anche se a volte preferiamo piangerci addosso ed evidenziare con la penna rossa le pecche.
Non lo diciamo noi (o meglio non lo diciamo solo noi), ma professionisti del settore che si occupano proprio di valutare le città dal punto di vista dell’offerta e della vision universitaria. A luglio 2023 Quacquarelli Symonds (una delle principali autorità globali nel campo delle valutazioni universitarie e dei ranking accademici) ha pubblicato l’undicesima edizione della sua classifica QS Best Student Cities, che mette in ordine di merito le città considerate “migliori” in ambito universitario.
Torino ha esordito in questa speciale classifica posizionandosi al 67° posto al mondo, risultando inoltre la città universitaria più conveniente d’Italia e la più amata dagli studenti
I criteri? Anzitutto le città prese in esame devono avere almeno due atenei, e più di 250.000 abitanti; di qui in poi vengono analizzate in base alla graduatoria internazionale delle università cittadine, all’attrattività nei confronti degli studenti, al grado di multiculturalismo, agli sbocchi lavorativi sul territorio, all’accessibilità economica e alle valutazioni espresse tramite sondaggio degli studenti stessi.
Ecco, Torino, alla luce di queste valutazioni, ha conseguito un piccolo record: ha esordito in questa speciale classifica posizionandosi al 67° posto al mondo, risultando inoltre la città universitaria più conveniente d’Italia e la più amata dagli studenti. Un risultatone insomma, spinto dall’ampia e conveniente offerta di alloggi che la città garantisce ai suoi studenti, e dalle altre virtù cittadine che hanno reso Torino “una meta in cui vivere e studiare, economicamente più vantaggioso, e dove non mancano le occasioni di sport, svago e socializzazione”. A tutto questo si aggiunge la grande recettività di un tessuto urbano e industriale ricco di opportunità e ben disposto a dialogare con queste nuove energie. Lo dicono i numeri, e qualcosa vorrà dire.
Noi aggiungiamo che ci sono ancora diverse carenze: nelle aule studio, nei trasporti, nelle possibilità di dialogo internazionale… Ma i margini di miglioramento ci sono e ci saranno sempre, occorre solo continuare a lavorare nella giusta direzione. Per ora ci teniamo stretti una classifica che pone Torino al vertice della formazione universitaria non solo italiana, ma internazionale. Son soddisfazioni.