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Torino, estate 2021
Quando arriva l’estate, per il mondo del bere e delle bollicine, o degli spumanti, come vogliamo chiamarli, è un momento particolare, ancor di più in questo periodo unico della nostra esistenza in cui si ritorna a una vita normale, grazie ai vaccini e ai conseguenti pass che si ottengono per ritornare a frequentare hotel, ristoranti, bar, locali all’aperto e al chiuso.
Le bollicine rappresentano il prodotto ideale per festeggiare il ritorno alla normalità e alla celebrazione di eventi, e anche un po’ per dimenticare e guardare a un futuro più roseo e positivo. Quindi un bel rosé ci sta sicuramente.
Io dico spesso che vedo il bicchiere sempre mezzo pieno, perché la parte vuota è già stata bevuta e ne rimane ancora da apprezzare.
Per l’estate raccomando tutti i vari tipi di bollicine, sia italiane che francesi, in particolare gli champagne, ma anche quelle spagnole e del Nuovo Mondo, per chi è curioso di sperimentare.
Solo provando e degustando ci possiamo rendere conto delle eccellenze anche del made in Italy
Per l’estate, quindi, raccomando tutti i vari tipi di bollicine, sia italiane che francesi, in particolare gli champagne, ma anche quelle spagnole e del Nuovo Mondo, per chi è curioso di sperimentare. Infatti, solo provando e degustando ci possiamo rendere conto delle eccellenze anche del made in Italy.
Per produrre bollicine ci sono di fatto due metodi, quelli della seconda fermentazione in bottiglia per almeno nove mesi, ma ancor meglio per 24, chiamati metodi tradizionali classici, che danno spumanti corposi, con sentori di crosta di pane, vaniglia, bollicine fini e persistenti con sapori floreali e di frutti maturi molti piacevoli. E poi c’è il metodo di seconda fermentazione in autoclave o vasca a pressione o Metodo Italiano (o Martinotti, dal nome di chi l’ha inventato, o Charmat, se si vuol rendere omaggio a chi lo ha brevettato), che dà spumanti secchi o dolci molto freschi, fruttati e piacevoli da bersi giovani e senza lunga maturazione.
Tra i primi, che hanno origine nelle terre di Champagne, si annoverano in Italia delle eccellenze che partono da territori come l’Alta Langa, l’Oltrepò Pavese, il Trento Classico, il Franciacorta. Ma ormai in ogni regione si trovano eccellenze sempre legate ai territori, con disciplinari che ne governano i controlli e il modo in cui vengono prodotti, ad esempio l’Erbaluce di Caluso o il Gavi, per stare in Piemonte. Tra i secondi, invece, figurano eccellenze storiche, come l’Asti spumante, il Brachetto o il Prosecco, il Conegliano e Valdobbiadene, e altre tipologie emergenti come il Pignoletto.
Esistono poi spumanti che indicano il vitigno, come Pinot, Chardonnay o Müller Thurgau, e altri che segnalano quanto zucchero residuo rimane nello spumante, come i pas dosé, gli extra brut, i brut, gli extra dry, i secchi e i dolci che appartengono a tutte e due le tipologie. E ciò senza contare i modi d’uso nel bere miscelato che si sono affermati ormai dappertutto, come lo spritz a base di prosecco, che in estate è molto piacevole.
Non mancano poi vitigni particolari che vengono vinificati con successo, come il Nebbiolo, il Pinot Grigio, il Glera, il Raboso, il Cortese, il Verdicchio, la Malvasia e tanti altri. Consiglio anche i blanc de blanc (vinificati solo con uve a bacca bianca), i blanc de noir (da uve a bacca rossa), gli spumanti rossi più rari e i rosé, che mi piacciono tantissimo perché sono delicati, si abbinano a molti piatti e hanno un colore naturale per le bucce rosse dell’uva a breve contatto in vinificazione.
Quindi, la scelta delle bollicine per l’estate è vastissima. Provatele, paragonatele, solo così potrete percepire le differenze. Infine, per apprezzare veramente le bollicine ci vuole un bicchiere giusto, che non sia troppo stretto, senza calice, troppo largo, mal pulito (mai lavarlo in lavastoviglie e asciugarlo con panni profumati), perché si può compromettere l’esplosione dell’effervescenza, che è ciò che prepara le papille dal naso alla bocca, per apprezzare uno spumante e provare gioia e felicità.