Torino, Autunno 2024
Loro a Torino si sono sicuramente incontrati e vedremo il perché. Gustavo Adolfo Rol a Torino nasce il 20 giugno 1903, mentre Nino Rota nasce a Milano il 3 dicembre 1911. Gustavo cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città entrando in relazione con vari artisti e iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica.
Ma è solo molto più tardi, dopo la seconda guerra mondiale, che lascia il suo impiego in banca, si dedica al commercio di oggetti antichi e comincia a ricevere, nella sua casa di via Silvio Pellico 41, ospiti illustri in serate nelle quali si verificavano fenomeni del tutto inspiegabili. Nino Rota, figlio di un contabile e di una pianista, ebbe una formazione musicale molto precoce: entrò al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano a soli dieci anni e, a undici, compose il suo primo oratorio L’infanzia di San Giovanni Battista.
Nel 1930 si recò negli Stati Uniti, ove rimase due anni, per alcuni corsi di perfezionamento, ma è solo nel 1952 che fece l’incontro, destinato a segnare per sempre la sua vita, con Federico Fellini, impegnato in quel momento a produrre Lo sceicco bianco. Tra i due artisti si instaurò un’amicizia lunga trent’anni e una collaborazione per numerosi film.
Nel salotto di casa di Gustavo era custodito uno splendido pianoforte bianco
Nello stesso tempo, a Torino, mantenendo sempre un profilo riservato, Gustavo incontrava Mussolini e De Gaulle, si dice anche Einstein, e poi Zeffirelli, Mastroianni, Cesare Romiti e tutta la famiglia Agnelli. E nel corso di questi incontri avvenivano esperimenti e dimostrazioni, mai del tutto spiegate scientificamente, considerate tuttavia “paranormali”. Chi partecipava a queste sedute si sentiva ammesso in un gruppo molto elitario, al quale era difficile accedere, gratificato dall’essere stato testimone di fenomeni strabilianti quanto unici.
E fu proprio Federico Fellini ad accompagnare un giorno, a una di queste sedute, Nino Rota che si era ormai affermato come compositore di colonne sonore, come quelle per due capolavori di Luchino Visconti, Rocco e i suoi fratelli nel 1960 e Il Gattopardo nel 1963, oltre che per il Romeo e Giulietta di Zeffirelli del 1968.
Nel salotto di casa di Gustavo era custodito uno splendido pianoforte bianco, pianoforte di cui Gustavo stesso era un virtuoso.
Si narra che Nino, entrato a casa di Gustavo, sia rimasto stregato da quello strumento e, messosi a sedere, abbia incantato tutti i presenti catapultandoli, con un arpeggio struggente, nei meandri oscuri e affascinanti della famiglia Corleone. Nacque così Parla più piano, il tema principale di quella che sarebbe diventata l’indimenticabile colonna sonora di uno dei più grandi capolavori della storia del cinema: il leggendario Il Padrino di Francis Ford Coppola. Colonna sonora per la quale Nino non vinse l’Oscar che gli fu poi attribuito per quella de Il Padrino – Parte II, due anni più tardi, in condivisione con l’altro compositore Carmine Coppola.
Gustavo è mancato il 22 settembre 1994, proprio in questi giorni si è celebrato il trentennale dalla sua scomparsa, e le sue ceneri riposano nella tomba di famiglia a San Secondo di Pinerolo. Nino è morto il 10 aprile 1979, poco dopo la fine delle registrazioni della sua ultima colonna sonora per Fellini, Prova d’orchestra, e per i suoi funerali Giulietta Masina chiese al trombettista Mauro Maur di suonare il tema, composto proprio da Nino, Improvviso dell’Angelo, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma.