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SBARCA A TORINO, IN VIA MARIA VITTORIA 2, ICHI STATION, CULT DELLA CUCINA NIPPONICA (DELIVERY E NON) A MILANO. SUSHI DI QUALITÀ E PACKAGING INCONFONDIBILE I FIORI ALL'OCCHIELLO: ABBIAMO PARLATO CON CHI IL FORMAT L'HA CREATO
«A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni». Citiamo Alessandro Baricco (Castelli di rabbia, 1991), perché è torinese e perché con le parole ci sa fare parecchio, non lo scopriamo certamente qui. Il colore fa parte di quella classe di elementi a cui non riusciamo a mentire, ci coinvolge emotivamente e ci porta a reagire d’istinto. I colori ci guidano, ci incuriosiscono, influenzano il nostro umore e addirittura le nostre scelte. Una moltitudine di libri di marketing parla di strategie pubblicitarie e colori. Niente di Orwelliano, è umanità anche questa.
Giunge a Torino Ichi Station, brand nato come delivery di sushi “stellato” a Milano, e oggi presente in ben otto punti del capoluogo lombardo. La prima cosa che ci ha colpito di Ichi Station è appunto il colore: l’immensa, ampissima cura per i dettagli estetici, in primis delle scatole, e più in generale per ogni aspetto dei vari packaging. Un collage di colori che è assolutamente “milanese” (tipica considerazione da torinesi), figlio non del caso ma del grande studio (anche di design) messo in campo. E quando i lavori son fatti bene è doveroso dirlo. Forse c’è da imparare da questo genere di esempi?
Sushi “stellato” in un’esplosione di coloreTornando a noi, dopo il grande successo meneghino, Ichi Station ha deciso di puntare su Torino, con un altro locale che non lascia certo indifferenti, 28 posti a sedere e tanta curiosità attorno. È stata per noi una bella occasione per fare due chiacchiere con il presidente, e padre del progetto Ichi Station, Yango Zhang: «Ichi Station è nato nel 2019 a Milano, l’idea era quella di un sushi “medio-alto” in formato delivery e “stellato”, perché curato insieme allo chef Haruo Ichikawa. Il nome “Ichi” è dedicato a lui , e poi in giapponese significa “numero 1”, e noi vogliamo essere i numeri uno!».
Chef Ichikawa è nome imprescindibile per gli amanti della cultura gastronomica nipponica: nel 2014 da sushi master ha contribuito ampiamente alla conquista della stella Michelin di Iyo Experience ed è stato nominato ambasciatore della cucina giapponese nel mondo dal suo paese: «Haruo è nostro consulente, ha studiato i nostri menù, supervisiona gli aggiornamenti della proposta… È un vero maestro ma soprattutto è un amico, ha l’età di mio padre, il rapporto tra noi è veramente speciale. Oggi ha anche realizzato il suo sogno di aprire un ristorante tutto suo in stile omakase, uno chef’s table per pochi intimi in cui cucina e dialoga con i suoi clienti. Sono veramente felice per lui».
L’impressione, guardando al panorama food torinese, e in particolare alla ristorazione giapponese in città, è che a mancare sia proprio una sorta di middle-class, che Ichi Station (secondo premesse) incarna bene. Un giusto mezzo Socratico tra l’altissima ristorazione nipponica e il “popolare” all you can eat: «La scelta di Torino è una scelta sicuramente di prossimità, ma anche di cuore. Visitandola me ne sono innamorato in fretta; e parlando con diversi amici ristoratori milanesi, che in città hanno già investito, mi hanno tutti confessato che erano felici di essere qui. Che c’è tantissima richiesta e non eccessiva offerta. E che Torino accoglie con entusiasmo le novità. La decisione quindi è stata immediata: apriamo a Torino! E già pensiamo a un secondo punto…».
La formula del successo di Ichi Station è tanto semplice da essere geniale: un menù in continuo aggiornamento, classici del sushi affiancati da proposte fusion, packaging deliziosi e un sistema di locali distinti tra ristoranti veri e propri e punti dedicati esclusivamente al delivery. Chiaro poi ci deve essere la qualità del prodotto: «Dal primo giorno, quando non c’erano ancora tutti questi locali e progetti a lungo termine, nella nostra testa esisteva una certezza: la qualità. Il sushi deve essere perfetto e consegnato in scatole semplicemente belle. Perché a noi, a me, piacciono le cose belle; e Ichi Station deve esserlo, sempre».
Le box di sushi sono piccoli quadri, a metà tra Warhol e Hokusai, così come ci sono piaciuti subito gli uramaki colorati con colorazione naturale (barbabietola, zafferano…). Il design del locale torinese è ancora una volta curato da Masquespacio, perché niente è lasciato al caso. Insomma, le premesse ci sono tutte: lo stile è molto milanese ma a noi piace, e il nome di chef Ichikawa suona ogni volta come un certificato di qualità. Nel frattempo siamo campanilisticamente contenti nel vedere che realtà food di successo (e in espansione) scelgono Torino, e non solo perché è “vicina”…
La formula del successo di Ichi Station è tanto semplice da essere geniale: un menù in continuo aggiornamento, classici del sushi affiancati da proposte fusion, packaging deliziosi e un sistema di locali distinti tra ristoranti veri e propri e punti dedicati esclusivamente al delivery
Un luogo che nasce come crocevia di culture, scoperta e condivisione. Un luogo che è partenza e arrivo. Un percorso dei sensi che fonde la tradizione giapponese con ispirazioni dei Paesi nel mondo. Questo è Ichi Station. Il Maestro Haruo Ichikawa (stella Michelin nel 2014) sperimenta nuovi orizzonti del gusto racchiudendo i suoi viaggi in esperienze che percorrono nuove strade di sapori.
ICHI STATION
Via Maria Vittoria, 2 – Torino
Tel. 02.82398131
Instagram: ichi_station
(foto ICHI STATION)
(Servizio publiredazionale)