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Editoriale

di Guido Barosio

Identità e passione

Torino, Primavera 2024

Questo non è un editoriale come tutti gli altri. E lo stesso vale per la cover. Niente volti nazionali (o internazionali) a segnalare le nostre eccellenze, niente icone pensate per gemellare la nostra copertina con l’evento o il personaggio del momento. In questa circostanza rendiamo omaggio a quello spirito sabaudo che ci rende differenti, sovente eccellenti. E il nostro claim, per la primavera 2024, sarà identità e passione. Un gesto d’amore per le nostre radici? Certo. Ma anche uno sguardo verso il futuro, unico volano accertato che anticipi i tempi. Torino unica e differente? Certo che sì. Quel regno – “franco piemontese di montagna”, come segnala Alessandro Barbero non ha eguali in Europa: militare per vocazione seppe conquistare l’Italia intera, fuori dalle rotte più frequentate allestì una capitale dove nulla mancava alla mappa delle meraviglie (regge, palazzi, scenografici giardini…). Torino, aperta all’Europa (sagace nelle alleanze), cosmopolita ante litteram, non abbandonò mai la propria lingua, forse perché ostica agli stranieri. Nel continente non c’è raffronto: per ruolo politico (e militare), per eleganza riconosciuta, non si trova capitale così piccola ma così grande. Identità e passione, fin dall’inizio e ancora oggi. Perché Torino sarà sempre una solida caserma inguantata di velluto. Coi suoi cittadini eleganti e ruvidi (quando serve, a seconda delle circostanze), in grado di fare bene tutto quello che va fatto bene. E anche di reinventarsi, all’occorrenza.

Alessandro Buongiorno, granata, e Federico Gatti della Juventus. Loro sono identità e passione

Come avvenne con la grande città dell’auto, rivoluzione copernicana dell’impresa, e tante altre cose nuove che in Italia nessuno aveva mai visto prima: la moda e il cinema, per poi approdare al Salone dell’Auto (brillantemente rinato in questi tempi), al Salone del Libro e quello del Gusto, e ancora il Circolo dei lettori. Tocco di urbanità internazionale l’archeologia industriale rinata con EDIT e il polo delle OGR. E poi quell’effimero (che sembrerebbe non appartenerci, ma invece…) che ci ha incoronato per le ATP Finals e i leggendari Giochi del 2006. Efficace programmazione? Forse anche. Ma sulle rive del Po alberga un genius loci fatto di vocazione tecnologica, eleganza innata (da sempre la dote più celebrata dai nostri visitatori), capacità di integrare, includere, formare, coinvolgere, organizzare. Perché facciamo parte di un esercito che, per crescere, ha saputo tenere aperto e vigile il suo sguardo sul mondo. Il più recente esempio che mi viene in mente? L’aerospazio. Si, proprio quello che abbiamo sognato da bambini con le imprese della NASA. E qua una quota di applicazione visionaria era davvero d’obbligo, quando si passa dalla cultura della Panda a quella delle navicelle per Marte. Ma noi ci siamo arrivati da torinesi – rusconi e ostinati– coi nostri ingegneri, con le nostre startup, con poche parole e obiettivi ben identificati nel mirino. Oggi Torino è il polo di riferimento europeo del settore, con aziende, tanti progetti e la neobattesimata Città dell’Aerospazio. D’altra parte la Mole – unico monumento d’Europa fatto così ha tutto per sembrare un missile siderale (tipo quelli di Verne); caso unico dove il brand è nato prima del prodotto. Ma siamo arrivati alla cover, perché Torino Magazine è ben fiero della propria collezione. Per rendere evidente il nostro concetto abbiamo scelto due calciatori, ma non certo uguali agli altri: Alessandro Buongiorno, granata, e Federico Gatti della Juventus. Loro sono identità e passione, sono cresciuti in città e non hanno nomi esotici, giocano in difesa (proteggendo casa propria, senza tante chiacchiere), ma sanno anche buttarla dentro quando serve. Sono identitari e la gente lo capisce. In un calcio fatto sempre più di soldi e basta, sono un’altra cosa, e non solo perché sono bravi. Gatti, quando suo padre perse il lavoro, continuò a giocare facendo il muratore. Buongiorno rifiutò un contratto sontuoso per restare nel suo Toro, che lo consacrò leggenda. Cristiano Ronaldo dove sei? La Torino del Calcio oggi sono loro. Ma il calcio è anche un attendibile specchio della società. Così, quando questi due segnano, identità e passione sono concetti che scendono in campo. Ben chiari, sotto gli occhi di tutti.