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Torino, Primavera 2022
Domenica 20 febbraio Le Monde – oltre 500mila copie, il più autorevole quotidiano francese – proponeva un reportage di due pagine dal titolo Pleins phares sur Turin. Nel sommario si poteva leggere: «La capitale del Piemonte, culla della FIAT, ha saputo prendere la curva della deindustrializzazione puntando sulla cultura. E invita a qualche dérapage gourmand incontrollato». A seguire l’elenco delle nostre eccellenze proposto con evidente complicità: il Museo Egizio e le scenografie di Dante Ferretti, il Museo del Cinema alla Mole, la Nuvola Lavazza nel quartiere Aurora (col suo museo “pop” e la cucina stellata di Condividere concepita con Ferran Adrià), le immense OGR ristrutturate per arte contemporanea e spettacoli, il tetto del Lingotto, dove l’esposizione delle 500 si specchia nella Pinacoteca Agnelli, i giardini e i parchi che ci rendono tra le metropoli più “eco” d’Italia, gli edifici aulici come Palazzo Madama (metà castello medioevale e metà palazzo neoclassico), la profusione barocca di Palazzo Reale e Palazzo Carignano, le imprescindibili tappe golose (Eataly, Mulassano, Pepino…) e «il miglior cioccolato caldo al mondo, al Bicerin, tanto peggio per Vienna…».
Non mancano le architetture contemporanee – il grattacielo Intesa Sanpaolo – e quelle moderne: la Torre Littoria, definita «grattacielo futurista». Se il ringraziamento va a Pierre Sorgue, per averci consegnato come meta imprescindibile ai lettori francofoni, si resta quasi spiazzati di fronte a una narrazione così partecipe di quanto possiamo mettere in mostra. E senza ricorrere, va segnalato, ai grandi eventi che approderanno quest’anno in città: Eurovision e ATP Finals di tennis seconda edizione. Quelli devono essere il detonatore, l’occasione per alzare il sipario, gli appuntamenti che esibiranno un patrimonio turistico in linea con gli standard internazionali.
Nel reportage Pleins phares sur Turin, Le Monde ci pone sotto gli occhi un elenco di bellezze del quale non siamo sempre attenti depositari. Eppure è solo grazie alla consapevolezza di quello che può offrire, e a una ritrovata libertà di movimento, che Torino può svoltare nel 2022
La Torino “vista con gli occhi degli altri” è particolarmente preziosa perché ci mette nelle condizioni degli allievi del professor Keating nell’Attimo Fuggente, chiamati a salire sul banco per vedere il mondo, sempre lo stesso mondo, ma da una prospettiva differente. Torino può svoltare nel 2022 solo grazie a due elementi strettamente connessi: la consapevolezza di quello che può offrire e una ritrovata libertà di movimento per esprimere appieno la propria partecipazione. L’articolo di Le Monde ci pone sotto gli occhi un elenco di bellezze del quale non siamo sempre attenti depositari. Distratti dal quotidiano, afflitti da piccole e grandi avversità, ripiegati sulle nostre più stringenti priorità, non alziamo lo sguardo, non ci prendiamo quel tempo (anche minimo) per godere di quanto ci circonda. Troppo spesso ci lasciamo andare a quello che non va, o che potrebbe andare meglio, o che “prima era un’altra cosa…”.
Lo facciamo nella politica, nell’economia e persino nel calcio. Ma se siamo “musoni dentro”, come possiamo pensare di convincere gli altri ad amarci? Torino, quando ci crede, ha sempre vinto, facciamolo di nuovo. Chi vive nella paura non vive, e allora – in questo 2022, dove possiamo riprendere a stare insieme – diamo un segnale forte: nelle piazze di Eurovision, attorno ai campioni del tennis, nei nostri due stadi, nei nostri bellissimi teatri. Assembrati? Magari no, ma di nuovo tanti, e tanto vicini. Ricordando che la bellezza e la cultura sono l’unico vero antidoto contro la violenza, la paura e la confusione. Come scrive un mio amico libraio: «La cultura unisce il mondo per riunire il mondo». E Torino Magazine sarà sempre da questa parte del confine. Nel numero che inaugura una nuova stagione per la città abbiamo scelto Eurovision come vessillo di incontro tra nazioni, le tante nazioni che animeranno una grande festa sotto il cielo della città. Torino sarà capitale d’Europa, e la nostra bellezza lascerà il segno. Ce n’è davvero bisogno.