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Museo del Cinema

Si ricomincia dal piano zero

di Laura Sciolla

Autunno 2021

UN GRANDE SUCCESSO PER LE NUOVE SALETTE VIRTUALI, L’INIZIO DEI LAVORI DI VALORIZZAZIONE DEL PIAN TERRENO, CHE DIVENTERÀ PARTE INTEGRANTE DEL PERCORSO MUSEALE, IL PROSIEGUO DEGLI APPUNTAMENTI CON LA MASTERCLASS, PER ARRIVARE AL LANCIO DELLA MOSTRA DEDICATA A DIABOLIK. QUESTE LE NOVITÀ DEL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PER LA FINE DELL’ANNO. UN’OFFERTA SEMPRE PIÙ INNOVATIVA, VIVACE E APERTA ALLA CITTÀ.

Un museo del futuro, pieno di luce e di vita, che si apre alla città nelle vesti di una grande piazza di incontro, di scoperta, di confronto. È questo l’obiettivo per il futuro prossimo del Museo  Nazionale  del  Cinema.

«D’altronde, la Mole Antonelliana è sempre stata il simbolo di Torino: dobbiamo fare in modo che i cittadini la sentano propria, vengano a visitarla e trovino sempre un motivo per tornarci. E, per quel che riguarda i turisti, che scoprano nel Museo quell’offerta innovativa e avvolgente che oggi deve avere una proposta culturale a vocazione internazionale come è quella del Museo del Cinema», precisa il direttore Domenico De  Gaetano.

Certo, la pandemia ha rallentato il fervore di questa evoluzione, già in programma da qualche stagione; ora è il momento di ripartire. Lo si sta già facendo con un intervento semplice ma significativo come la valorizzazione del piano zero, oggi dedicato al bar e allo shop. Nuove luci a LED – nel rispetto di una politica di risparmio energetico – ed eliminazione di parti desuete come il bancone, per dare spazio a un ampliamento del percorso espositivo o a mostre temporanee. Quest’area avrà anche il compito di immergere il visitatore nella storia del Museo del Cinema, con un maxischermo su cui verranno proiettati due filmati, uno dedicato ad Alessandro Antonelli e l’altro a Maria Adriana Prolo, i due padroni di casa.

Un omaggio dovuto, visto che, senza di loro, Torino non avrebbe il museo del cinema più grande del mondo.

Intanto, il Museo è tornato alla normalità: seppur con flussi contingentati di visitatori, richiesta di green pass e alcune sale chiuse (il touch screen delle didascalie non è ancora utilizzabile, e per comprendere alcune aree espositive risulta fondamentale), luglio e agosto hanno registrato un numero di presenze molto alto e, inaspettata- mente, sono già cominciate le prenotazioni delle visite scolastiche, anticipate a quest’autunno. Anche le due salette dedicate alla realtà virtuale – inaugurate di recente – stanno cogliendo consensi entusiastici.

Tiene a precisare il presidente Enzo Ghigo: «Stiamo cercando di raccontare il cinema anche attraverso i nuovi linguaggi contemporanei, quelli amati dai giovani. Per le scuole il Museo rappresenta una tappa fissa nella programmazione didattica, ma bisogna anche pensare a quel target extrascolastico che allo stesso modo rappresenta il futuro. Non bisogna dimenticare che il Museo è nato 21 anni fa. Questo significa che al momento ci siamo “persi” 21 anni di storia del cinema, un’epoca intera. Ora riteniamo importante colmare questa lacuna, e farlo in maniera innovativa. A breve lanceremo anche una proposta di videogaming».

Un Museo sempre più tecnologico e immersivo, dunque, che mantenga però inalterato il rapporto armonioso che ha saputo costruire con l’architettura del suo elegante contenitore, la Mole Antonelliana. Mentre si mettono sul tavolo ulteriori progetti di rilancio, si va definendo anche il calendario di quest’inverno.

Dopo la masterclass con Tim Roth, attore apprezzato a livello internazionale, si è appena svolto l’incontro con Paola Minaccioni, Nastro d’Argento nel 2014 per Allacciate le cinture, e altre date (con altre star) sono in programmazione. In alcuni casi l’incontro sarà formulato come lectio magistralis, in altri come talk show, senza un format predefinito, per la massima ecletticità.

Torna in presenza anche il Torino Film Festival, in un’edizione con ospiti internazionali, per respirare l’aria del grande cinema, quello che fa sognare in un’esperienza di condivisione senza paragoni (in attesa del nuovo decreto che autorizzi l’ingresso in sala al 100%).

È poi appena terminato CinemAmbiente, un appuntamento che ha radici profonde qui in città (e attraverso il quale il Museo Nazionale del Cinema ha contribuito alla sensibilizzazione nei confronti dei temi green) e un’occasione per rinsaldare il legame tra la Mole e la sua sala, il Cinema Massimo.

Ma la data forse più attesa è quella del 16 dicembre, quando, in concomitanza con il nuovo film, sarà inaugurata la mostra dedicata a Diabolik. All’interno del Museo gli appassionati potranno trovare pannelli fotografici che riproducono alcune scene del film di Mario Bava del ’68, tavole originali del fumetto, foto e oggetti dall’Archivio del Museo, tutto in collaborazione con RAI Cinema e Astorina, la prima casa editrice che pubblicò il fumetto.

«Un invito per tornare al Museo ammirando questo progetto dal ricercato sapore pop. E non ci fermiamo qui – conclude il direttore Domenico De Gaetano– stiamo lavorando a un grande evento con un grande maestro, Dario Argento, considerato a livello mondiale uno dei mostri del cinema italiano. A marzo, anche la Mole sarà vestita a tema…».

Un po’ di storia

La storia del Museo Nazionale del Cinema nasce dal sogno di Maria Adriana Prolo, donna tenace e raffinata collezionista, che negli anni Quaranta pensò a un museo sulle origini del cinema e sul suo legame con Torino. Nel 1958 il Museo venne aperto al pubblico a Palazzo Chiablese, dove fu esposta parte della straordinaria collezione di lanterne magiche, oggetti e macchinari di scena della collezione Prolo. Negli anni Novanta maturò la scelta di valorizzare le collezioni, creando una Fondazione e soprattutto dando al Museo una nuova sede. La scelta cadde sulla Mole e oggi, grazie anche alla sua collocazione in un edificio di così forte impatto visivo e scenografico, il Museo Nazionale del Cinema costituisce una  tappa irrinunciabile per chiunque visiti Torino.

 

Per info e prenotazioni: www.museocinema.it

 

(Foto di MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA)

 

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