Nel 1980 Martin Scorsese firma uno dei suoi capolavori, pluripremiato agli Oscar, con un Joe Pesci gigantesco e un Robert De Niro in stato di grazia: Toro scatenato (Raging Bull il titolo originale).
«Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra» questo invece lo ha detto Muhammad Ali. C’è sempre un qualcosa di poetico e filosofico nella boxe, e soprattutto in chi pratica la boxe. Sarà il micro-mondo che diventa il ring, sarà che l’avversario è prima specchio e poi rivale, sarà che quando combatti ci sei tu dentro e tutto il mondo fuori. Anche questa è arte.
Omar Hassan nasce a Milano nel 1987, da madre italiana e padre egiziano, cresce quindi in mezzo a due differenti culture e questo fa nascere in lui una profonda curiosità verso il nuovo, l’esterno, verso l’enorme potenzialità della diversità.
Un leitmotiv che tornerà sempre nella sua carriera artistica, fin dal diploma presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera Milano nel corso di Pittura tenuto da Alberto Garutti, grande esponente dell’arte contemporanea italiana. E che metterà sempre il tema della ricerca e del confronto al centro dei suoi progetti artistici.
Facciamo però un passo indietro. Il percorso di Omar Hassan in realtà inizia da una “caduta”, quelle di cui parlava Ali e per le quali la differenza la fa quanto tempo si sta per terra. Omar a 19 anni interrompe una promettente carriera da pugile professionista per questioni di salute; ma non si arrende e si reinventa, proprio a partire dalla sua sensibilità.
Una mossa per la verità in linea con la poetica della Galleria che dal 2010 porta avanti un enorme lavoro di ricerca sugli artisti più interessanti della scena, una missione resa possibile dalla collaborazione con diversi consulenti di rilievo
Non appende i guantoni al chiodo, ma ne fa arte: da quei pugni nascono i suoi famosi Breaking Through numerati: 121 neri, 121 bianchi (numero dei round disputati) che lo fanno conoscere al pubblico internazionale. Colpi dell’anima e dall’anima, impressi su una tela, colorati come quella diversità che fin da piccolo ha influenzato il pensiero critico di Omar.
Da Breaking Through il successo è praticamente immediato: nel 2023 il progetto Punctum lo ha visto protagonista a Palazzo Reale di Palermo con una mostra record da 300.000 visitatori in sei mesi, i lavori di Hassan finiscono in gallerie internazionali e nelle collezioni di personaggi più che celebri come Sharon Stone, Robert De Niro (proprio lui che interpretava Jake LaMotta in Toro scatenato)… Fino ad arrivare anche a Ivrea, alla Galleria Ferrero.
Come? Grazie a una felice intuizione della Galleria che attualmente ospita 20 artisti, italiani e internazionali, a cui si è appunto aggiunta la proposta di Omar Hassan. Una mossa per la verità in linea con la poetica della Galleria che dal 2010 porta avanti un enorme lavoro di ricerca sugli artisti più interessanti della scena, una missione resa possibile dalla collaborazione con diversi consulenti di rilievo (spicca il nome di Angelo Crespi, tra l’altro fresco di nomina alla direzione della Pinacoteca di Brera in Milano).
Quindi, per chi ama la boxe e le storie di rivincita, l’arte e l’esplorazione dell’anima attraverso progetti artistici; o per chi volesse semplicemente farsi un giro nella bella Ivrea, magari per ammirare la magia della città industriale opera di Olivetti (oggi Patrimonio UNESCO), il consiglio è segnarsi sul taccuino anche una tappa in Galleria Ferrero (via Torino 29), per godersi, tra gli altri, anche le opere di Omar Hassan; un pugno emozionante al cuore.