Da ottobre 2021 al 31 marzo 2022 è andata in scena l’Esposizione Universale (EXPO) di Dubai. La più grande manifestazione fieristica al mondo, all’interno della quale ogni Paese ha proposto le proprie eccellenze per raccontarle a persone provenienti da ogni latitudine. L’Italia ha deciso di organizzare lo spazio dell’Esposizione lasciando alle Regioni e ai territori l’iniziativa, e per questo a fine febbraio, a Dubai, è andata in scena la Piemonte Week di EXPO 2020 (il nome è rimasto quello precedente a tutti i rinvii). Design, eccellenze gastronomiche, storiche, architettoniche… tanti i vettori della narrazione portata avanti dalla Regione, ma in particolare uno ha fatto breccia nei cuori dei partecipanti: la montagna.
Lo Ski Dome di Dubai si è vestito di Piemonte (e lo sarà ancora per diversi mesi), con le piste innevate, la possibilità di sciare e, sullo sfondo, gli schermi con le immagini delle montagne piemontesi. C’è anche Bardonecchia: tre mesi di visibilità di fronte al mondo intero. Il claim che campeggia sopra le montagne di Bardonecchia (e non solo) è: Un’esperienza inaspettata. Questo è Bardonecchia, in fondo, un’esperienza che, finché non la vivi, non te la puoi immaginare, e non solo con la neve, ma tutto l’anno, in ogni stagione. Testo, foto, suggestioni: abbiamo provato a raccontarvi perché tutto il mondo si è innamorato delle nostre montagne sugli schermi dello Ski Dome di Dubai.
Lo abbiamo detto: Bardonecchia è inevitabilmente legata alla sua montagna, che è allo stesso tempo spettacolo naturalistico, opportunità e responsabilità. Qui, già nel 1909, proprio sulla neve di Campo Smith vennero organizzati i primi Campionati Italiani di Sci e, qui, fu costruito il cosiddetto Trampolino Smith, dal nome dei fratelli norvegesi Harald e Trigwe Smith, recordmen mondiali di un antesignano salto con gli sci. Nel 1935 fu il turno della costruzione della Slittovia del Colomion, prima in Italia, accompagnata dall’ambasciata dei giornali dell’epoca che inauguravano ufficialmente la stagione della neve per la primissima volta nel nostro Paese. La montagna negli anni ’60 diventa svago, diviene cool, specie grazie al boom economico postbellico, e star e reali si intrattengono sempre di più sulle piste di Bardonecchia. Un complesso che, nel tempo, ha giustamente affrontato una propria evoluzione, coinvolgendo il restante territorio, dallo Jafferau al Melezet fino a Les Arnauds, andando a comporre un’offerta aggregata di oltre cento chilometri di piste battute; per ogni livello e di ogni difficoltà. Questa è una delle chiavi del successo di Bardonecchia: parliamo di un contesto di montagna che riesce a coniugare spettacolo e imponenza delle alture ad accessibilità e differenziazione dell’offerta.
Bardonecchia è veramente per tutti, e in ogni stagione. A dimostrazione di ciò, nel corso dei decenni molte squadre internazionali, spesso calcistiche, hanno scelto proprio Bardonecchia per i ritiri e le preparazioni atletiche pre-stagionali. Per l’aria buona, per l’hôtellerie di indubbia qualità, per le strutture in cui allenarsi e un’accessibilità diffusa a ogni spazio. Juventus, giovanili del Toro, Genoa, Sampdoria… ma anche club di Bundesliga e, ovviamente, di altre discipline sportive, come il nuoto. Bardonecchia, poi, vanta un’infrastruttura recente: il nuovo Palazzatto dello Sport, che ospita judo, calcetto, basket, pallavolo, parete di arrampicata ecc. Inoltre, è sede di un Centro Estivo della Federazione Italiana Tennis, accoglie ciclicamente la Federazione Italiana Judo con atleti da tutto il mondo e ha recentemente rinnovato il proprio circuito di golf a 6 buche immerso nella natura. Ma chi cresce fra le montagne ed è abituato a guardare l’orizzonte, investe sul futuro e porta avanti le proprie vocazioni: un esempio è la scintilla dell’intesa nata negli ultimi anni con il mondo della scherma, nonché il legame fortissimo con il mondo del ciclismo. Ecco, con percorsi off-road, tour panoramici studiati al dettaglio e il downhill pensato per tutti, Bardonecchia è il vero paradiso dei ciclisti. Ce n’è davvero per tutti i gusti, inclusa una crescente attenzione nei confronti delle e-bike con pedalata assistita, che rendono realmente la magia dei percorsi di montagna accessibile a tutti. Un legame, quello tra Bardonecchia e le due ruote, certificato negli anni dalle innumerevoli ospitate di competizioni ciclistiche importantissime; una su tutte, ovviamente, il Giro d’Italia, che da qui è passato diverse volte, l’ultima nel 2018, teatro tra l’altro di un capolavoro in volata di Chris Froome, che a 83 chilometri dal traguardo si getta in una fuga complicatissima e quasi eroica, vincendo alla fine la tappa di Bardonecchia, strappando la maglia rosa a Simon Yates e regalandoci, proprio alla cima dedicata a Fausto Coppi, un’indelebile cartolina di grande ciclismo. Che sia sulla neve o sul verde dei prati, Bardonecchia ha da sempre la capacità di attrarre parecchi “Bardonecchia Lovers”: VIP e personaggi protagonisti del nostro territorio e non solo. Riccardo D’Elicio, presidente del CUS Torino, è un grande amante di Bardonecchia, uomo che crede fortemente nella continuazione del successo delle Olimpiadi Invernali del 2006 e, quindi, nell’organizzazione di altri eventi legati allo sport che abbiano importanti ricadute sul territorio; uno su tutti, le Universiadi 2025, che si svolgeranno proprio a Bardonecchia.
Altro sportivo appassionato di Bardonecchia è Silvano Benedetti, ex difensore granata che già ai tempi del Toro sceglieva Bardonecchia per rifocillare testa e corpo; ma anche sua maestà Roberto Bettega, leggenda bianconera e del calcio italiano, è un amante di Bardo, così come Marco Berry, polivalente conduttore televisivo (e molto altro), e pure un reale come Emanuele Filiberto non è da meno: «L’amore per la montagna l’ho ereditato da nonna Maria José, e con questi luoghi, in particolare con Bardonecchia, ho un rapporto molto sentimentale». Potremmo continuare a lungo, “Bardonecchia Lovers” sono Manuela Lavazza, simbolo di una delle più grandi eccellenze italiane nel mondo, Beatrice Borgia, presidente della Fondazione Film Commission Torino Piemonte, Fernanda Lessa, DJ e modella brasiliana, Giorgia Cardaci, attrice di livello internazionale, Bruno Gambarotta, uomo di cultura e torinesità a 360 gradi, lo chef stellato Maurilio Garola e tanti altri. L’elenco è notevole. Insomma, anche le star scelgono Bardonecchia: perché si sta bene, non ci si annoia, il comfort è assicurato e le montagne qui, parafrasando il claim, danno spettacolo. Sci o ciclismo che sia, a un certo punto ci si deve anche fermare per mettere qualcosa sotto i denti, e anche su questo tema Bardonecchia ha nel tempo coniugato un approccio aperto e internazionale alla tutela di quelli che sono i prodotti tipici della valle. Fascinoso e secolare è il rapporto con le Alpi e i cugini che stanno al di là di esse, e quindi sulle tavole di Bardonecchia immancabili sono le cajette (o ghenefle), gli gnocchi di patate tipici della Val di Susa e le goffre, golose e condite a piacimento. Poi, ovviamente, la forte presenza di turisti da ogni parte del mondo ha condotto la ristorazione di Bardonecchia verso lidi più internazionali, ma sempre con una nota territoriale, come nei burger gourmet. Un’attenzione al tema food che tocca l’apice quando Bardonecchia ospita le sue Cene stellate, organizzate nei rifugi e nei ristoranti della valle, in sinergia e accordo con le peculiarità sceniche della montagna. Da Carlo Cracco a Norbert Niederkofler e Moreno Cedroni, cene pensate e proposte dall’estro di chef stellati: eccezionali occasioni di incontro e confronto con alcuni dei cuochi più importanti del panorama gastronomico non esclusivamente italiano. Un appuntamento che è ciclicamente un successo e viene piacevolmente riproposto. Un’accortezza sul tema food che fa rima con la vocazione d’accoglienza di Bardonecchia. Sfumature di hôtellerie e non solo, che si articolano in un’offerta ampia e variegata: gli hotel nel centro della città, l’eccellenza delle strutture alla base degli impianti, lo spettacolo in altura, e poi i residence montani, le dimore adibite a soluzioni d’accoglienza super personalizzate… Insomma, una proposta adatta a soddisfare tasche e necessità di ogni genere, a cui si è affiancato un innovativo e unico sistema di prenotazione (www.bardonecchiabooking.com), che completa il set di strumenti utili forniti dal Consorzio del Turismo (anche su www.vacanzebardonecchia.it). I torinesi, o perlomeno una buona parte, conoscono Bardonecchia fin da bambini. Per noi la montagna è Bardonecchia con i suoi dintorni, ma il mondo sembra averla riscoperta per davvero da dopo le Olimpiadi del 2006, quando un po’ tutto il globo ci ha invidiato questa grande quinta teatrale colorata di bianco. Un’occasione per aprirsi definitivamente al mondo e per ampliare i propri orizzonti. Perché, sì, la montagna è turismo, è sport, è arte dell’accoglienza, ma è soprattutto stare bene, in un periodo storico che reclama a gran voce attenzione alla persona e al suo benessere personale, sia fisico che psicologico. Bardonecchia è da sempre sinonimo di benessere fisico e mentale, e a raccontarcelo sono proprio la sua storia e la sua particolare conformazione morfologica: tipica delle Alpi occidentali piemontesi, con un clima caratterizzato da una minima percentuale di piovosità annuale, concentrata tra luglio e agosto. Questo significa una prevalenza di giornate serene e soleggiate, caratteristica distintiva, rispetto alle altre località delle Alpi, che negli anni ’20 ha donato a Bardonecchia l’appellativo di “Perla delle Alpi” e slogan di promozione turistica come Bardonecchia: neve, sole, gioia di vivere. Claim a parte, anche diverse ricerche scientifiche sembrano andare in questa direzione: le persone che vivono al di sopra dei 1300 metri sul mare presentano il 20 per cento in più di emoglobina e corpuscoli rossi, con un volume aumentato, e così pure la quantità del sangue. Per queste motivazioni, perfettamente in linea con i criteri sopra elencati, nel 1972 Bardonecchia venne inserita tra le “Stazioni di cura, soggiorno e turismo” riconosciute dal Ministero dell’Interno e dal Ministero della Salute. Una ricerca recente condotta dal Dipartimento di kinesiologia e nutrizione della University of Illinois, poi ripresa da The Guardian, mostra come chi pratica attività sportiva almeno per 6 ore alla settimana sia più in forma (fisicamente e psicologicamente) di chi conduce uno stile di vita sedentario. E su questo non avevamo molti dubbi. L’aspetto più interessante, tuttavia, consiste nella modalità in cui deve essere praticata l’attività sportiva: necessariamente a contatto con gli elementi della natura; una dimensione open air che coinvolge non solo la salute fisica ma anche il benessere mentale e psicologico.
L’influenza degli elementi della natura sul nostro corpo sembra essere davvero importante, a partire dalla luce naturale, che pare ridurre i livelli di stress, contrastando la stanchezza fisica e psicologica. Medesimo discorso per la cromoterapia, dove i colori della vegetazione contribuiscono in modo positivo alla stimolazione sensoriale, aumentando il livello di serotonina; e qualunque sia la stagione che scegliate per trascorrere un periodo a Bardonecchia, verde in estate e bianca in inverno, il benessere fisico e mentale è certamente garantito. In un mondo frenetico e nevrotico come quello contemporaneo, pare quindi fondamentale (e la scienza lo sottolinea con vigore) riappropriarsi del proprio spazio e del rapporto con la natura, anche attraverso un bagaglio esperienziale di cui Bardonecchia è decisamente ricca. Trekking, running, mountain bike, tennis, equitazione, nordic walking, ice climbing, golf e tanto altro, dallo sci alpinismo in inverno all’arrampicata su roccia in estate, senza dimenticare il già citato ciclismo su strada. Giovamento alla respirazione, sviluppo del sistema muscolare, sostegno al sistema cardiocircolatorio e consolidamento delle difese immunitarie. La Perla delle Alpi (come da iconografia anni ’20) è un tripudio di effetti positivi, ideale per riscoprire il proprio spazio naturale, godendo di tutti gli immensi benefici offerti dall’ambiente circostante. Ma la Perla delle Alpi, oltre all’invidiabile scenario, luogo di bellezza e fonte di benessere, è a tutti gli effetti una vera capitale montana, con le piste a due passi dal centro urbano e una zona centrale che è ricca di attività, locali e opportunità di intrattenimento. Prioritaria è infatti la centralissima via Medail, cuore pulsante delle attività di Bardonecchia che collega il Borgo Vecchio alla stazione (in direzione piste); in mezzo, una città che vive e prende iniziativa in ogni stagione. Via Medail è via dei negozi, dello shopping, dello svago di chi alle piste preferisce due passi (ma senza scarponi), una cioccolata, un giro per negozi. Il risultato è un’impostazione da città di montagna e turismo: nessuno è lasciato indietro, e la prossima volta che in casa si dirà «Andiamo a Bardo!», ne saranno tutti entusiasti, che siano o meno appassionati di sport. Bardonecchia quindi è sport, natura, accoglienza, benessere, ma anche food, cultura, innovazione. Emblematica la scelta in questi termini di FCA di testare quassù alcune vetture, in particolare quelle legate a un brand che ha fatto dell’avventura e dell’off-road la propria cifra distintiva: Jeep Wrangler e Compass si sono arrampicate sui percorsi alpini di Bardonecchia, in un contesto tanto sfidante quanto fascinoso. La Jeep Compass era, tra l’altro, la versione Plug-in Hybrid, vettura che incarna la direzione eco intrapresa dal mondo automotive, in un quadro di futuro attento all’ambiente, perfettamente riassunto dalle foto sulle alture di Bardonecchia. Sembra scontato affermarlo nel 2022, ma innovazione fa rima con tematiche quali salvaguardia della natura, impegno nella sostenibilità, strategie di inclusione, cura del benessere e soprattutto rispetto. Nei confronti di sé stessi, degli altri, del pianeta e delle prossime generazioni. L’attenzione per il futuro, e quindi per i più piccoli, è, a Bardonecchia, un topic significativamente centrale, dai villaggi costruiti ad hoc alle tante iniziative sul territorio. Le numerose scuole sci di Bardonecchia sono da sempre uno dei riferimenti dello sci alpino e, soprattutto, il principale formatore di intere, nuove generazioni di sciatori e amanti della montagna, nonché un custode della stessa. Una storia che ha radici profonde, con quasi cent’anni di attività, che ci portano indietro nel tempo fino al 1925, anno della nascita della prima scuola sci di Bardonecchia. Un complesso che oggi conta migliaia di piccoli e grandi sciatori, e più di 200 maestri tra attività stagionali ed extra stagionali. Bardonecchia è letteralmente un mondo tutto da scoprire, fatto di tante anime e di una vita che si esprime in tutte le possibili sfumature 365 giorni all’anno. Una dimensione in costante sviluppo e crescita, attenta a non dimenticare un passato importante, ma anche predisposta a evolversi e progettare il futuro. Una cartolina di Piemonte della quale a Dubai si sono subito innamorati, incantati dalle montagne e dal loro fascino.
(Foto di COLOMION SPA e VALENTINA BONFANTI)