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Torino, Primavera 2023
Torino è una città con una imprenditoria diffusa e di valore, spesso familiare, e progettare il futuro vuole dire nella grande maggioranza dei casi immaginare e costruire solide prospettive di crescita. La “professione del dottore commercialista”: bisogna partire da qui per avere gli elementi base per ragionare di futuro, e allora proviamoci, partiamo da qui. La professione del dottore commercialista rappresenta una delle grandi professioni libere italiane. Formalmente è stata istituita nel 1924 con un Regio Decreto Legge e poi regolata in forma definitiva nel 1953. Oltre alle tradizionali competenze economiche, fiscali, finanziarie, legali e contabili, il commercialista amministra e liquida aziende, gestisce patrimoni, redige e certifica perizie, svolge funzioni di sindaco e revisori in società ed enti. Direi che ce n’è abbastanza per passare una o più vite, eppure oggi questa funzione si trova di fronte a una sfida direi epocale per sé e per i propri clienti, ovvero accompagnarli in quelle operazioni di analisi e sviluppo di se stessi, che diventano essenziali per lo sviluppo futuro. Dal Regio Decreto all’Europa, fino alla internazionalizzazione oltreoceano. Un passo non da poco, direi un inevitabile “cambio di passo” coerente con i tempi, una missione che quasi stordisce se non ci si ferma un attimo a raccogliere le idee, le informazioni corrette, le conoscenze e la capacità di porre in essere quanto studiato, analizzato, ipotizzato.
Ed ecco che diventa chiaro come quella professione così schematicamente presentata in incipit, diventa fondamentale nell'accompagnamento delle imprese
E a maggior ragione per una città e una regione con il “lavoro” nel DNA, così densa di imprenditoria legata all’automotive ma anche più in generale alla tecnologia, ai servizi qualificati, alla produzione di qualità, questo cambio di passo nell’analisi dell’esistente e nella progettazione del futuro diventa fondamentale. “Perché è importante crescere” recita il titolo: è importante perché è necessario all’esistenza dico io ed è importante farlo insieme. La considerazione immediatamente successiva che verrebbe da fare è: per poter anche solo pensare di crescere occorre partire da dati certi, da consapevolezze che vanno oltre le sensazioni del momento, oltre gli umori, la positività o la negatività che possono pervadere le stagioni della nostra vita e delle nostre aziende. Bisogna obbligatoriamente partire da un elemento decisivo: il controllo della gestione aziendale, base per qualunque ragionamento sul futuro. Ed ecco che diventa chiaro come quella professione così schematicamente presentata in incipit, diventa fondamentale nell’accompagnamento delle imprese del nostro territorio in questo percorso. Un accompagnamento appassionato e appassionante. Un privilegio, un impegno, una grande responsabilità. Oggi più che mai diventa non opzionale ma necessario analizzare dall’interno l’impresa, ottimizzare la struttura societaria sia finanziaria che fiscale, cogliere le opportunità che le agevolazioni consentono anche con la strutturazione di operazioni straordinarie; favorire poi le connessioni, le aggregazioni tra imprese vicine e sinergiche, con obiettivo sempre il consolidamento e lo sviluppo del business, analizzando quanto le normative internazionali mettono a disposizione e tanto, tantissimo altro ancora. L’anno prossimo saranno trascorsi 100 anni da quel Regio Decreto ed è anche per questa storia, per questo ruolo che ci appartiene, che essere al passo con i tempi diventa non solo una sfida, non solo una missione, ma soprattutto un dovere.