Prontoservice

Roberto Bonino, Paola Pozzati e Alessandro Rossi

Quando ero piccolo, al parco, dopo la scuola, si facevano vari giochi. Si giocava a pallone, con le felpe per terra a fare i pali e le grandi sudate. Si costruivano canali d’acqua col fango (con grandi sgridate). Ci si arrampicava su un gigantesco parallelepipedo di cemento, complicatissimo da scalare e, proprio per questo, una volta saliti sopra pareva di essere sulla vetta di una montagna. Ho rivisto recentemente quel pezzo di cemento. È più basso di me. E quindi, passeggiando, pensavo a quanto alla fine sia tutto (o comunque tanto) una questione di prospettiva.

Funziona così anche nelle attività economiche, e allora mi sono chiesto: quale mestiere gioca di più con la prospettiva? D’istinto: forse la comunicazione. E quale mestiere invece deve cercare di azzerare il più possibile questo inevitabile relativismo? I mestieri che coinvolgono i sensi. Il gelatiere deve cercare di consegnare un gelato ottimo, perché i bambini raramente si fanno ingannare dalla prospettiva. E il barista al mattino deve avere le brioches buone perché il bar di fiducia si sceglie anche così. Così come il panettiere, anche per orgoglio, non può proporre pane che non sia buono.

Il mondo gira in questo modo, sia adesso che quando il cemento mi sembrava una montagna. Io sono cambiato (tantissime cose lo sono), ma la necessità del buono, della qualità, dell’ineluttabile prova del gusto, in fondo è sempre la stessa.

I nuovi spazi di Prontoservice

Il termine “superfluo” letteralmente proviene dal latino e significa “scorrere sopra”. Di contro, il termine “importante” sta a significare, da etimologia, un “qualcosa che ci portiamo dentro”; che fa parte di noi, o diventa parte di noi, e quindi è, appunto, importante. Anche in questa diatriba torna prepotentemente in campo il tema della prospettiva: cos’è superfluo e cos’è importante? Non ho mai pensato troppo a lungo a cosa ci fosse dietro un gelato, una brioches o una biova. E ho fatto male. Poi, mi sono confrontato con la realtà di Prontoservice, e ne sono uscito un po’ più ricco. Cosa fa Prontoservice? Rifornisce aziende e professionisti nel settore alimentare con prodotti di alta qualità; con la professionalità e il rispetto dei tempi che fanno parte di un’identità costruita in anni e anni di esperienza. Potendo contare su ampi magazzini di scorte, un paniere da più di 4.500 prodotti sempre freschi e suddivisi per categorie, consulenti commerciali per la gestione degli ordini e un imponente sistema logistico. Tutto questo meccanismo, ampiamente rodato, soddisfa quello che in gergo viene definito “ultimo miglio”.

Dopo trent’anni di attività, oggi Prontoservice è uno dei leader del suo settore, ed eccellenza imprenditoriale piemontese. Risultati che non sono un punto di arrivo, bensì di partenza, come ha più volte sottolineato nei nostri precedenti incontri Paola Pozzati, amministratore unico di Prontoservice, e parte, insieme ad Alessandro Rossi e Roberto Bonino, del pool dirigenziale dell’azienda. L’imperativo degli ultimi anni, e soprattutto del futuro, è sicuramente crescere. I dati al 2023 danno non solo manforte, ma indicano direzione e spunti di programmazione. Nuovi spazi per amministrazione e logistica, rinnovate tecnologie e depositi di stoccaggio più grandi: mente e corpo di Prontoservice evolvono consequenzialmente all’ampliamento dell’attività e all’aumento dei fatturati. Einstein ha detto: «Se non lo puoi spiegare in modo semplice, non lo capisci abbastanza bene».

Quindi ho pensato: come si spiega Prontoservice a un bambino? Con un disegno. Un disegno di una grande libreria, piena di libri (più di 4.500!), catalogati alla perfezione, suddivisi per essere raggiunti con semplicità ed efficienza. I libri sono tenuti non solo in ordine, ma curati, controllati, aggiornati. Insomma, il paradiso del topo di biblioteca. Perché usiamo i libri come metafora dei prodotti di Prontoservice? Perché crediamo ancora che per costruire servano le idee, la cultura, e la sensibilità che si alimenta confrontandosi con gli altri. Così come in pasticceria sono fondamentali burro, farina, cioccolato, zucchero, latte eccetera. Quando prendete dalla finestrella un gelato per vostro figlio; quando comprate le brioches da portare in ufficio perché qualcuno compie gli anni; quando invitate a cena quella ragazza (o ragazzo) che vi piace; ricordatevi che se potete vivere quell’emozione è anche grazie a chi si occupa dell’ultimo miglio. E che un dolce, un piatto di pasta, una pizza, non saranno mai solo una questione di pancia, ma soprattutto di cuore.

(foto FRANCO BORRELLI e MARCO CARULLI)

(Servizio publiredazionale)