Torino, Primavera 2023
Che loro si siano incontrati almeno una volta è un fatto storico: accadde a Lipari, nel 1931. Fu Arnoldo a fargli visita mentre Riccardo era al confino. Quest’ultimo gli consegnò personalmente i propri manoscritti nella speranza di pubblicarne un libro: libro che però non vide mai la luce. Sicuramente un’occasione mancata, una sliding door che non si è aperta. Non è dato sapere se si siano visti altre volte. Riccardo Gualino nacque a Biella il 25 marzo 1879. Arnoldo Mondadori a Poggio Rusco, in provincia di Mantova, dieci anni più tardi, il 2 novembre 1889. Riccardo si trasferì a Torino nel 1919 e a Torino rimase fin nel 1930, lasciandovi testimonianze importanti: acquistò Palazzo Lascaris ma quando, nel 1928, divenne insufficiente a ospitare tutti i suoi uffici, fece edificare Palazzo Gualino, un nuovo edificio pluripiano affacciato sul Parco del Valentino, il primo in Italia realizzato appositamente per ospitare unicamente uffici e uno dei maggiori esempi di Razionalismo italiano.
Arnoldo, dopo aver dato vita al suo progetto più conosciuto, la collana economica tascabile degli “Oscar”, venne a mancare l’8 giugno 1971 a Milano
Si fece anche promotore di un grande piano di ristrutturazione, accantonato dal Comune di Torino, di tutta la zona adiacente a via Roma, ormai troppo stretta e angusta. Nello stesso 1928, su un terreno in collina, commissionò una nuova residenza che verrà nominata proprio Villa Gualino, un’avveniristica struttura con ampi locali per ospitare le numerose opere della sua collezione che contava centinaia di pezzi tra i quali andavano annoverati artisti contemporanei come Modigliani, Fattori, Monet, Picasso e Chagall.
Arnoldo non frequentò mai Torino, se non occasionalmente, ma la sua casa editrice, fondata nel 1912 con il marchio La Scolastica (per divenire la casa editrice A. Mondadori nel 1919), con Torino ebbe incroci importanti. Fu infatti proprio la società fondata nel 1945 e affidata al fratello Bruno, società votata esclusivamente all’editoria scolastica, a eliminare progressivamente la concorrenza rappresentata, essenzialmente, dalla Bemporad di Firenze, dalla Sandron di Palermo e, soprattutto, dalla storica Paravia di Torino, fondata nel 1802 da Giovan Battista Paravia. Ma ritorniamo al 1931. Pur non osteggiando apertamente il fascismo, Riccardo non ne fu mai un convinto sostenitore e il 19 gennaio 1931 venne arrestato da due funzionari dell’Ovra che lo prelevarono dalla sua abitazione di Torino e lo condussero al carcere Le Nuove in attesa dell’emanazione del decreto che lo condannò a cinque anni di confino presso l’isola di Lipari per “aver arrecato grave nocumento all’economia nazionale”. Al contrario Arnoldo avviò solide relazioni politiche con il regime fascista e ciò gli consentì di raggiungere una posizione di preminenza proprio nel settore scolastico ottenendo di stampare e commercializzare la quasi totalità del “libro di Stato” cioè del libro di testo unico per le scuole elementari. E la figura di Riccardo lo incuriosiva e affascinava così tanto da decidere di fargli quell’inaspettata visita a Lipari. Da quel giorno le loro vite non si incrociarono più. Riccardo trascorse gli ultimi anni vivendo tra l’attico di Roma e Villa Il Giullarino sulla collina di Firenze, dove morì il 6 giugno 1964, mentre Arnoldo, dopo aver dato vita al suo progetto più conosciuto, la collana economica tascabile degli “Oscar”, venne a mancare l’8 giugno 1971 a Milano, ov’è sepolto nella tomba di famiglia al Cimitero Monumentale. Ma se a quell’incontro di Lipari ne fossero seguiti altri e se quel libro fosse stato pubblicato…chissà, forse oggi racconteremmo una storia diversa dell’editoria italiana.