«La felicità non è un posto in cui arrivare ma una casa in cui tornare». L’ha detto un poeta arabo e probabilmente aveva ragione. Avere un luogo, fisico o meno, in cui poter tornare, dopo qualsiasi cosa (anche dopo un fallimento) è una grossa aspirazione. Al Ristorante Crocetta i clienti tornano, da quarant’anni, perché è un po’ come una seconda casa. Nella quale si mangia tra l’altro dannatamente bene. Ecco il Crocetta: buona cucina senza compromessi o sbavature.
Un posto cristallizzato in un tempo lontano di cui si è ritrovato (quasi) inconsapevole testimone: «Quello che facciamo qui – ci racconta Donato Mecca, chef da sempre del Crocetta – è semplicemente provare ad accontentare il cliente. La cucina è tradizionale, espressa, e se siamo bravi devono esserlo gli altri a dirlo. Se oggi siamo ancora qui, probabilmente abbiamo fatto bene». L’umiltà di Donato è perfettamente in linea con tutto il resto. Mia nonna non avrebbe mai ammesso che i suoi tortelli erano uno dei cibi più buoni mai creati, e quando glielo facevi notare ti diceva che non erano nulla di che, che era merito della ricetta.
Donato è un po’ schivo, si lascia andare a un sorriso quando gli chiediamo come riesca a cambiare il menù ogni giorno: «Ci sono persone che vengono a mangiare qui quasi tutti i giorni, e lo fanno da anni; se non cambiassimo ogni volta qualcosa non potrebbero farlo. Arrivano i prodotti freschi al mattino e in base al momento apportiamo qualche modifica, un po’ come si fa a casa, non possiamo mangiare sempre le stesse cose». Un sistema decisamente particolare che è però uno dei motivi del successo del Crocetta.
Notai, industriali, professori del Politecnico, famiglie… Ai tavoli del Crocetta le facce sono spesso le stesse, e parlando con i commensali le parole non sono solo di stima, ma di affetto (la sfumatura è sottile ma decisiva). Antonio Comi, Roberto Cravero… la classe del ’64 del Toro sceglie da sempre il Crocetta, e come loro tanti altri. La combinazione è di quelle irresistibili: cucina buona e semplice, più un pizzico di nostalgia, non amara ma genuina. Il Ristorante Crocetta è un monumento della ristorazione cittadina torinese: «L’intelligenza del gruppo – ci spiega Julina, nuova responsabile del Crocetta – si vede nella sensibilità con cui si è approcciato a un locale storico quale è quello di Donato. Una macchina che funziona benissimo da quarant’anni non deve essere assolutamente intaccata. Migliorare senza snaturare è stato fin da subito il fil rouge dell’attività. Il nostro è un mestiere di equilibri e sappiamo bene quanto siano le persone a fare la differenza: qui oltre a Donato ci sono collaboratori che lavorano al Crocetta da vent’anni e, come si dice, squadra che vince non si cambia».
I piatti (proprio le stoviglie) sono bellissimi, le porzioni abbondanti, i gusti netti
Il Crocetta è come un bel romanzo capace di essere contemporaneo in ogni epoca; un trattato sulla resilienza del tempo. Il dehors (figura mitologica) è il luogo dai mille soprannomi: il treno, la navicella… un vagone verdastro erede di un tempo in cui nei locali si fumava; all’entrata il grande libro, da decadi, accoglie i clienti con un pensiero sul giorno; dentro, le luci sono consapevolmente soffuse e ogni giorno vengono rinnovati i fiori freschi, dono per le signore. Abitudini ed estetiche antiche, quasi passate, che all’occhio romantico risultano vintage e piene di fascino.
Abbiamo assaggiato il baccalà con crema di porri, la sfoglia con i funghi, l’insalata di tonno, bottarga e pomodori, la celebre castellana (un must del Crocetta): l’impressione è sempre la stessa, e cioè di pietanze costruite prima di tutto per piacere (sembra scontato ma non lo è). I piatti (proprio le stoviglie) sono bellissimi, le porzioni abbondanti, i gusti netti. Sembrano Donato: schietti, genuini, di poche parole e tanta sostanza. Riassumendo: non è facile raccontare il Crocetta, sia perché è un gigante del nostro panorama del gusto, sia perché tende a raccontarsi autonomamente attraverso la propria cucina. La signora Giovanna, moglie di Donato, anche lei simbolo di questo posto, ci sorride. Noi istintivamente la ringraziamo, non sappiamo nemmeno bene il perché, forse per la forza e l’esempio dato. Sì, decisamente per quello; teniamoci stretti questi grandissimi testimoni cittadini.
Una macchina che funziona benissimo da quarant’anni. Migliorare senza snaturare è stato fin da subito il fil rouge dell’attività. Il nostro è un mestiere di equilibri e sappiamo bene quanto siano le persone a fare la differenza
Il Ristorante Crocetta è situato nel cuore di Torino, un’atmosfera tranquilla e rilassante accompagnerà un’esperienza unica nella degustazione di piatti preparati secondo la tradizione, con ingredienti di alta qualità e una selezione di prodotti di stagione.
RISTORANTE CROCETTA
Tel. 011.597789
(foto FRANCO BORRELLI)
(Servizio publiredazionale)