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Frà Fiusch

Una dichiarazione d'amore in 25 anni

Estate 2022

AVANGUARDISTICO, CLASSICO, LETTERARIO E PRATICO COME LA SAGGEZZA DEI NOSTRI NONNI; FRÀ FIUSCH È UN TRATTATO DI CONTROSENSI E ALLO STESSO TEMPO PROMOTORE DI UNA DELLE IDENTITÀ CULINARIE PIÙ COERENTI DEL NOSTRO TERRITORIO. TUTTO DA VIVERE

Ugo Fontanone è una di quelle persone che ti presta un libro perché ha piacere che tu lo legga per parlarne insieme dopo. A me un giorno ha prestato Vinosofia, una dichiarazione d’amore in 38 bicchieri (Edizioni Piemme): un’antologia dei vitigni più importanti del mondo, raccontati tramite storie e riflessioni incastonate tra le epoche. Il libro, opera a quattro mani di Roberto Cipresso e Giovanni Negri, dice di se stesso: «Ci sono libri che insegnano ad abbinare un vino a un piatto, ma questo vuole abbinare il vino alla vita».

Lingua di vitello

Lingua di vitello con peperoni in agrodolce
e bagnetto verde

Ugo Fontanone, da 25 anni, alla Taverna di Frà Fiusch, abbina la sua cucina alla vita. La sua e quella di chi sceglie questi tavoli. Di chi d’inverno sceglie quelli al piano di sopra che guardano Torino dalle colline di Revigliasco; mentre d’estate il dehors sul ciottolato, con i tavolini in una delle vie centrali di questo borgo meraviglioso, che pare uscire direttamente da un quadro di certi pittori olandesi che amavano i paesaggi e la poesia. Vinosofia, alla fine di ogni bicchiere (pardon, capitolo) spiega il vitigno raccontato (Syrah, Champagne, Barbaresco, Malbec…) in due modi: quello classico, un po’ noioso, dei manuali, e quello invece della “vinosofia”, che fa del vino e della vita una cosa sola. I vini non sono quindi solo da bere ma da ascoltare, sono film e canzoni e favole che raccontano le fatiche degli uomini, le loro fortune, le loro ossessioni. E in un bicchiere alla fine ci si trova molto di più che note di agrumi o sentori di bosco. Ci si trova la vita. Quando Ugo Fontanone racconta un piatto, raramente parte da cosa ha fatto per realizzarlo, di solito la prende larga, a volte addirittura si comincia da una stanza, in cui lui è piccolo e sua madre sta cucinando. Un piatto è prima un’idea, un’emozione, riproposta poi su ceramica o altri materiali (ci vuole estro). In questo modo, alla fine, il menù più che un susseguirsi di prodotti più o meno affini alle vibrazioni delle corde dell’anima del nostro palato, è un pentagramma di emozioni.

Tajarin all'uovo e funghi porcini

Tajarin all’uovo e funghi porcini

Cipresso e Negri anni fa hanno scritto un bellissimo libro (oggi sempre più introvabile) e probabilmente sono partiti da un amore che non riuscivano a spiegare a fondo: l’amore per il vino e le sue storie, strozzato spesso dalle etichette e dalle classifiche. L’amore, e quindi il vino, e pure la cucina, è spesso una battaglia, per dimostrarsi e dimostrarne l’importanza. Una battaglia contro chi svilisce ciò che ci sta a cuore. L’abbiamo detto più di una volta su queste pagine: Ugo Fontanone è un pirata, non perché abbia una scimitarra al fianco o una benda sull’occhio, ma perché naviga nel suo mare e non ama i compromessi. Perché vive e racconta la cucina a modo suo e crede in un modello di ristorazione sia rock che vintage, tutt’altro che vecchio, semmai avanguardistico, e che salverà probabilmente la cucina di domani. Un modello in cui si smette di cucinare quando l’ultimo ospite se ne va a casa, in cui la chiacchiera con i commensali non è dovuta ma un piacere, e anche il caffè deve essere ottimo perché: «Scusa ma come fai a finire un pasto con un caffè non buono».

Ugo è schietto e lo è anche il suo menù: se avessi educato il mio piede mancino come lui cura i dettagli dei suoi piatti oggi sarei perfettamente ambidestro. L’invito è quindi a scegliere la Taverna di Frà Fiusch, assaggiare, provare e poi tornare a testare il resto. Prima ovviamente che passi la stagione, perché poi qui cambia veramente tutto.

Pesche di vigna e funghi porcini

Pesche di vigna e funghi porcini

“Vinosoficamente”, nei 25 anni di missione di Frà Fiusch, rivedo la forza degli ugonotti in fuga dalla Francia, padri del pinotage sudafricano e delle nuove vigne d’Africa, disposti ad attraversare il mondo per rimanere se stessi. Una storia vera e verosimile che spinge (anche di questi tempi) a credere nella buona fattura degli uomini e delle loro creazioni. Noi, dovendo scegliere, crediamo in una santa trinità estiva piemontese firmata Frà Fiusch: lingua, tajarin e pesche.

Semifreddo menta e cioccolato

Semifreddo menta e cioccolato

Nello specifico lingua di vitello con peperoni in agrodolce e bagnetto verde, tajarin all’uovo e funghi porcini, pesche di vigna e funghi. Stagionalità, cuore e amore, come diceva (o quasi) una canzone di vent’anni fa, quando ancora c’era il Festivalbar.

 

L’idea è quella di proporti una cucina di cuore
che si ispira ai piatti della cucina tipica piemontese,
seguendo i ritmi delle stagioni in una chiave
più moderna e leggera.

A pochi passi dalla chiesa principale del borgo di Revigliasco trovi La Taverna di Fra Fiusch, che ti accoglie con un’atmosfera fresca ed elegante.

 

FRA FIUSCH

Indirizzo:  Via Maurizio Beria 32 – Moncalieri

Telefono: 011.8608224

Instagram: frafiusch

Facebook: Fra Fiusch

Sito: www.frafiusch.it

 

La Taverna di Fra Fiusch logo

 

(Foto di FRANCO BORRELLI)

(Servizio publiredazionale)