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Città di carta

di Giulio Biino

Torino capitale delle parole

Torino, estate 2019

Sono note a tutti le vicissitudini del Salone del Libro e le difficoltà che da anni accompagnano la kermesse, sicuramente tra le più importanti manifestazioni culturali del Paese. Ogni anno un’estenuante lotta contro il tempo, una faticosa corsa a ostacoli che rende il percorso sempre più complicato e il risultato finale sempre in bilico. E poi, ancora una volta, un successo di pubblico al di là delle aspettative, successo che accompagna, a Torino, qualunque manifestazione dedicata al libro e alla parola, da Portici di Carta a Biennale Democrazia. E tutto questo perché Torino è, per vocazione, città di carta, di scrittori, di libri, di parole.

Una nuova rubrica per celebrare Torino città del libro e delle parole. Proveremo a raccontarla proprio aiutandoci con le parole e i libri che l'hanno attraversata e l'attraversano. Senza timore di avvicinare il sacro al profano

Di parole non fini a se stesse, parole che sono azioni. Alla domanda cos’è che muove la storia?, è intuitivo rispondere le grandi scoperte, le rivoluzioni, le migrazioni dei popoli, le guerre, le crisi e i boom economici. Ma soprattutto, ancora una volta, i libri, le parole. Perché la storia è fatta di persone che hanno speranze, ambizioni, un’idea di futuro. In ogni epoca, a ogni latitudine, alcuni uomini e donne hanno saputo indicare agli altri il futuro attraverso le parole.

Hanno parlato in nome della libertà, della dignità, della giustizia o del potere: discorsi prima delle battaglie, discorsi pre e post elettorali, discorsi contro il razzismo, discorsi di pace e discorsi di guerra, discorsi politici, discorsi religiosi, grandi omelie, grandi orazioni funebri, grandi arringhe. Questi uomini e queste donne con le parole hanno risvegliato e veicolato il sentire comune intorno a un’idea. Parole… siamo quotidianamente inondati di parole, al punto che spesso per noi non hanno più significato. Senza contare che viviamo nella civiltà delle immagini, dove le parole quasi non contano più. Le voci sono solo un brusio confuso, spesso sommerso dalla musica e dalle immagini stesse. Si comunica in modo virtuale, con mezzi elettronici, e le parole, i volti, i gesti, le intonazioni perdono significato, si confondono. Eppure, anche oggi, è con le parole che si cambia il mondo, è con le parole che si fa la storia, sono le parole a indirizzare la politica, a creare sogni e utopie. Ecco quello che può fare un libro: ogni volta regalarci un sogno, un’emozione. Basta chiudere gli occhi e provare a capire se anche noi, in quel momento, avremmo provato le stesse emozioni di quel personaggio, condiviso quei pensieri, seguito quei percorsi.

Proveremo a raccontare Torino aiutandoci con le parole e i libri che l’hanno attraversata e che l’attraversano. Immagineremo Natalia Ginzburg in dialogo con Cesare Pavese, Italo Calvino con Primo Levi, Fruttero & Lucentini con Giovanni Arpino… ma non mancheranno le parole di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne, don Bosco e Pier Giorgio Frassati, Gipo Farassino e Fred Buscaglione, Bruno Caccia e Fulvio Croce, senza timore di avvicinare il sacro al profano. Incontreremo scrittori e imprenditori, artisti e religiosi, sportivi e cantanti, personaggi celeberrimi e personaggi da riscoprire, tutti accomunati da Torino e da una visione del mondo che trova in Torino la sua origine, ma nelle parole che si fanno azione la sua sublimazione. Parole scritte, parole urlate, parole sussurrate, parole immaginate, parole cantate, parole colorate ma, soprattutto, parole scolpite e indelebili. Parole da non dimenticare.