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Città di carta

di Giulio Biino

Questa volta ci sono tutti

Torino, Primavera 2022

Non ci stanchiamo di ripeterlo: dalla primavera all’autunno Torino, la nostra Torino, sarà al centro della scena internazionale. Dall’Eurovision alle finali ATP passando attraverso il Salone del Libro, il Salone del Gusto, il Festival dell’Economia, il Giro d’Italia e Artissima, per citare solo gli eventi più importanti. E allora questa volta lasciatemeli immaginare tutti qui: quelli che ci hanno lasciato (ma che in realtà sono sempre con noi), quelli che sono andati a vivere da un’altra parte
(ma a cui piacerebbe ritornare), quelli che si sono sciolti (ma che potrebbero anche riunirsi), quelli che si sono ritirati (ma che nel nostro cuore non potranno ritirarsi mai). «Quelli che…» cantava Enzo Jannacci, alla sua maniera, per quasi nove minuti su di una base blues da manuale, accompagnata da un sassofono, nel 1975. E quelli che a Torino hanno dato tanto (e molto spesso altrettanto hanno ricevuto) questa volta non possono non esserci. Come fossimo in classe, li chiamerò in un appello immaginario, necessariamente incompleto e volutamente in ordine sparso, sperando comunque di sentir rispondere “presente”. E allora ci saranno Primo, il testimone, “salvato” ma anche “sommerso”, ed Emilio con i suoi pirati, i “tigrotti di Mompracem”, e non mancheranno Carlo e Franco, per sempre insieme, uniti da quell’indimenticabile Donna della domenica, e Mario, con il suo sigaro, amante del buon cibo e del buon vino, capace di vincere sia il Premio Strega, sia il Premio Campiello.

Quelli che a Torino hanno dato tanto (e molto spesso altrettanto hanno ricevuto) questa volta non possono non esserci. Come fossimo in classe, li chiamerò in un appello immaginario. E saranno davvero, per una volta, tutti insieme sotto il cielo di Torino.

E ci sarà Gipo, nato al 6 di via Cuneo, che ha raccontato Porta Pila come nessun altro ha più saputo fare; accanto a lui Johnson e Michael, per i quali l’estate non è mai finita, e Rita, che ancora aspetta qualcuno che le passi un martello, da dare in testa a quel ragazzo che la domenica la lascia sempre sola per andare a vedere la partita di pallone; e poi Umberto, per sempre immerso in una Notte rosa con Gloria a cui non si stanca di dire Ti amo, e Bobo, con i suoi Fratelli di Soledad, a ricordarci che «la Mole Antonelliana l’han costruita apposta», «mi dondolo nel vuoto, mi butto giù di testa». E sul traguardo vedremo arrivare Italo che di tappe al Giro d’Italia ne ha vinte ben cinque, affiancato da Nino, il “cit”, che ha fatto sua anche una classica-monumento come il Giro di Lombardia, e poi ancora Angelo, capace di vincere addirittura una “Vuelta”, un Giro di Spagna. E al Festival dell’Economia non mancheranno Franco, il “padre” dello scontrino fiscale, e Domenico, che collaborò con lui prima di diventare a sua volta Ministro dell’Economia e delle Finanze. Ma soprattutto ci sarà Luigi, il secondo Presidente della Repubblica, il maestro di tutti i nostri economisti, a istruirci con una delle sue “prediche” che tutto sono fuorché “inutili”. E all’interno dell’Oval vedremo aggirarsi i Sei di Torino (Jessie, Gigi, Nicola, Carlo, Francesco ed Enrico), tutti formatisi alla scuola di Felice e che si ritrovavano nella villa di quello straordinario imprenditore e collezionista d’arte che fu Riccardo. E li immagineremo ora qui, ora là, degustando un piatto di plin, rosicchiando un grissino e sorseggiando un bicchiere di vermouth, all’ombra dei portici di via Pietro
Micca. E saranno davvero, per una volta, tutti insieme sotto il cielo della “loro” Torino, che hanno reso grande, rendendo noi orgogliosi che questa sia anche la “nostra” Torino.