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Cinema?

Torino è un grande set

di Guido Barosio

Inverno 2022

QUANDO UNA CITTÀ HA TUTTI GLI INGREDIENTI PER LASCIARSI RACCONTARE DA GRANDI REGISTI E PRODUZIONI INTERNAZIONALI, E PER OFFRIRE AL MONDO UNA BELLEZZA IN GRADO DI SORPRENDERE PERCHÉ COSTANTEMENTE MUTEVOLE. CON GLI INTERVENTI DI ENZO GHIGO, DOMENICO DE GAETANO, UGO NESPOLO, STEVE DELLA CASA, BEATRICE BORGIA E PAOLO MANERA. I DIECI FILM TORINESI DA RICORDARE SCELTI DA TORINO MAGAZINE

Manifesti Cinema

O si è cinematografici oppure no. E questo vale per tutti, luoghi e persone. Sicuramente anche voi avete uno di quegli amici, o amiche, che sembra attendere il ciak in ogni momento, per come vi osserva, per come si muove, per quel modo inconfondibile di portare la battuta, guardando in macchina, come se ci fosse sempre un pubblico. Una dote naturale, privilegio di nascita. Poi magari passerà una vita da impiegato, ma sempre con quel fattore X. Per le città è lo stesso, ci sono scenari metropolitani che sembrano un set apparecchiato, basta disporre la troupe, gli attori, e il gioco è fatto. Alcune sono nobili per eccellenza, come Parigi e New York: così ti spalancano la meraviglia e quasi non hai bisogno della sceneggiatura. Anzi, il regista fatica persino a reggere il confronto. Altre, altrettanto suggestive, meritano uno studio maggiore, perché vanno interpretate, perché l’accordo è più complesso: Londra, Berlino, Madrid, non sempre compaiono nella loro autenticità, ci sono persino volte che stenti a riconoscerle…Il mare, quando c’è, aiuta sempre. Set cinematografici TorinoIn Francia ormai Marsiglia è un cult, emblematica la serie omonima con Gérard Depardieu; mentre da noi non passano inosservate le 27 stagioni di Un posto al sole, con Napoli scenario perfetto. Ma di recente incanta la Genova di Petra e di Blanca, con quelle rasoiate di luce e un porto che sembra non finire mai. Torino invece? Diciamo che Torino è un’altra cosa ancora. Se fosse americana o francese sarebbe la città del cinema per eccellenza, essendo italiana, la patria della bellezza aulica con tante capitali, deve dare qualche gomitata per candidarsi a ruoli di primo piano. Ma, quando viene presa in considerazione, allora non ce n’è per nessuno. E, ad esempio, per fascino e varietà di ambientazioni, polverizza anche Milano, la “nemica amatissima”. Torino vince non solo perché è bella (ma di quella bellezza radiosa, e al contempo inconsapevole, mai pienamente ostentata), ma perché è magica (in questo caso di antico lignaggio), romantica (i baci a Torino, che brividi…), regale (e si rimane regali anche quando il re non c’è più…), industriale e proletaria (con quel tocco di decadente, tra muri senza tinte e finestroni di vecchie officine), fluviale (il fiume d’Italia che la taglia in due), lussureggiante vicino alle sue rive, tra boschi e circoli nascosti, onirica con la Mole che sembra un tempio orientale e, al suo interno, il Museo del Cinema più esoterico che si possa immaginare, infine teatrale, disegnata dagli architetti di corte come un ininterrotto dialogo tra palco e platea. Torino si offre e non è mai vincolante, se a Roma scrivi sempre (o quasi) le medesime storie, da noi l’ispirazione non prevede confini. Così registi e sceneggiatori, quando si sono accorti di lei, ci hanno messo dentro di tutto: vicende schiettamente torinesi (spaziando in epoche varie, ma con particolare attenzione per la città “post 90”, la più interessante), fiction e commedie, adattamenti di romanzi, storie di altrove, come per le recenti riprese di Fast & Furious.

Khiladi, Ramesh Varma (2022) - Cinema

Khiladi, Ramesh Varma (2022) – Cinema

Sì perché, se una città è cinematografica, deve anche essere pronta a travestirsi, a diventare un luogo completamente differente, o addirittura un “non luogo”. Sarebbe da provinciali pretendere di apporre il bollino DOC su palazzi e prospettive, come se Torino fosse un vino oppure un formaggio. Se ti apri al cinema, e se piaci per quel che sei, sarai comunque una protagonista, e se ti scelgono per una parte che neanche potevi immaginare avrai vinto lo stesso. Perché solo con questa disposizione d’animo potrai essere anche, e sempre più, il primo attore che esibisce il proprio nome. Sono due percorsi paralleli, elementi di una reputazione crescente, che si alimentano a vicenda. Se la Torino cinematografica si offre, senza pudori e disponibile al trasformismo, porterà la “Torino città”, quella vera, a essere lo scenario ideale per nuove storie, per narrazioni anticipatrici di turismo, visibilità, crescita del brand metropolitano.

Enzo Ghigo

Enzo Ghigo

E il film più bello sarà sempre quello che verrà. Steve Delle Casa, il nuovo direttore artistico del Torino Film Festival, conferma la bontà di questo percorso: «Torino città del cinema è un titolo che usiamo spesso. Torino oggi è evidentemente una città di cinema, lo si deduce in maniera abbastanza rapida: dal numero di camion e set cinematografici che si vedono in giro, dal fatto che ha un suo festival, tra l’altro giunto ai quarant’anni, e dall’entusiasmo con cui questo stesso festival vuole comunicarsi. Basta guardare alla forza espressiva dei lavori di Ugo Nespolo che ne ha curato l’immagine. E non potrebbe essere altrimenti, se uno ci fa caso, perché Torino è forse una delle poche città al mondo che ha dedicato il suo simbolo cittadino, la Mole Antonelliana, proprio al cinema. Quel Museo del Cinema che oggi è un simbolo a sé, ma è come se a Roma si parlasse di cinema al Colosseo o a Milano al Duomo. La nostra è una scelta forte, condivisa, che ha contribuito nel tempo a cambiare non poco la città. L’anima urbana del cinema è da vivere insieme, con entusiasmo, e in maniera diffusa, perché porta lavoro, porta soldi, ma soprattutto porta una prospettiva nuova di Torino, divertente e stimolante, diversa da quella che in parte ci siamo abituati a raccontare».

TFF 2022Ecco, Ugo Nespolo ha offerto la propria visione impattante e coloratissima al TFF; ed è un’altra storia d’amore: «Torino ha spesso lavorato sull’arroganza, in parte giustamente, avendo molti meriti, ma vivendo su una fama che fa presto a estinguersi. La città ha sempre avuto una “Palma d’oro” in mano, culturalmente parlando, specie nei rapporti con l’arte; ma occorre necessariamente alimentare questa fama, questa vocazione, ricordandola a sé e soprattutto agli altri, se no si spegne. Occasioni come il Torino Film Festival, ma come tante altre, sono di fondamentale importanza: la cultura, specie quella figurativa, è uno dei cardini di questa città. Non riesco a immaginare una Torino priva della sua cultura. Il cinema è perfino nato qui, perciò mi sembra quasi superfluo sottolinearne l’importanza per Torino. Quest’anno il TFF ha questa immagine sbarazzina, più cinematografica direi; io stesso ne ho creato il simbolo lavorando su un’idea molto libera, in cui mi sono trovato a mio agio. Torino, arte e cinema, questa è una buona prospettiva su cui ri-puntare».

Set cinema Torino

Se il TFF, il festival più amato dai cinefili, è un vessillo che sventola ogni dodici mesi, il Museo Nazionale del Cinema – concepito da quel geniaccio di François Confino – è l’asta della bandiera, è una frase puntata con decisione verso il cielo che ripete a nativi e visitatori: «Il cinema è qui, anzi, in nessun altro luogo è come qui». I due elementi – festival e museo – vivono un dialogo stretto e serrato, operativo e non solo simbolico: «La vocazione cinematografica di Torino ha radici antiche, è qui che è nato il cinema italiano rendendola la prima capitale della Settima Arte – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema – Sicuramente come Museo Nazionale del Cinema abbiamo avuto un ruolo importante nell’attrarre turisti, e questo flusso costante, dopo lo stop della pandemia, è andato oltre le più rosee aspettative, grazie a un piano di promozione che coinvolge il sistema museale piemontese nella sua totalità. Il cinema ha fascino, è un linguaggio universale che parla a tutti, attrae e fa sognare. Tutto ciò e l’altissima offerta culturale che la Fondazione propone nella sua totalità, che oltre al museo comprende il Torino Film Festival, il Festival CinemAmbiente, il Lovers Film Festival e il TorinoFilmLab, rende il Museo Nazionale del Cinema uno dei più visitati del Piemonte e tra i primi 10 nella classifica nazionale».

Domenico De Gaetano

Domenico De Gaetano

Aggiunge Domenico De Gaetano, che del Museo Nazionale del Cinema è direttore: «La bellezza di Torino come città del cinema è indiscutibile: amata da registi e attori, scrittori, artisti e musicisti che, come i visitatori, rimangono stupefatti dalla visita al Museo Nazionale del Cinema, ospitato all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città, il luogo dove magia del cinema e dell’architettura si fondono. È il cuore pulsante del cinema, lo scrigno per le preziose e ricche collezioni della storia della settima arte, ma anche il posto dove sperimentare le nuove tecnologie, come il VR e il video mapping; è uno spazio che unisce passato, presente e futuro. La visita al Museo Nazionale del Cinema è d’obbligo, per scoprire lo stretto legame tra la città e il cinema, un legame che da Pastrone arriva fino a Dario Argento, conosciuto in tutto il mondo. A lui il Museo Nazionale del Cinema ha dedicato la più grande mostra mai realizzata, che ospitiamo fino al 16 gennaio 2023. Tanti gli ospiti illustri che in questi anni sono rimasti affascinati dal museo, da Tim Roth a Stanley Tucci, da Xavier Dolan a Monica Bellucci che, così come qualunque visitatore italiano o straniero, sono rimasti estasiati davanti alla magia del verticalismo antonelliano che come una spirale circonda il visitatore in un’esperienza unica e immersiva».

La bellezza di Torino come città del cinema è indiscutibile: amata da registi e attori, scrittori, artisti e musicisti che, come i visitatori, rimangono stupefatti dalla visita al Museo Nazionale del Cinema

Proseguiamo la nostra rassegna di sogni, ambizioni, progetti e opinioni interrogando coloro che hanno il compito di portare a Torino produzioni italiane e internazionali, assicurando alla città cinematografica l’ininterrotto fascino del “ciak si gira”. È questo il compito di Film Commission Torino Piemonte. La presidente Beatrice Borgia ci parla di questa mission strategica e dei risultati nel suo primo anno di mandato: «È passato esattamente un anno da quando ho iniziato la mia esperienza, con l’obiettivo di contribuire alla crescita ulteriore di un’istituzione tra le più innovative e strategiche del territorio, identificando parole chiave come internazionalità, qualità e responsabilità, con uno sguardo attento allo sviluppo della filiera del cinema e dell’audiovisivo locale. Ed è stato un anno di grandi risultati, sia nella presenza e nel riconoscimento internazionale, che nella produzione di progetti di altissima qualità.

Beatrice Borgia

Beatrice Borgia

Abbiamo accompagnato tanti progetti realizzati sul territorio con il nostro supporto, come “Le otto montagne”, in concorso a Cannes e vincitore del Gran Premio della Giuria, o “Amanda”, selezionato sia alla Mostra del Cinema di Venezia sia al Toronto International Film Festival, e tanti altri film, serie, documentari e cortometraggi “made in Piemonte”, che hanno conquistato premi e spazi nelle programmazioni cinematografiche e televisive di rilievo. Per quanto riguarda i set che abbiamo seguito e sostenuto, e che pongono Torino e il Piemonte nella mappa delle grandi produzioni nazionali e internazionali, il più eclatante è stato “Fast X”, il decimo film della serie “Fast & Furious”. Tra riprese e lavoro preparatorio c’è stata una ricaduta con più di 4 milioni di euro, tra personale locale, noleggi e strutture di ospitalità. Un’operazione che ha messo in luce la capacità di accogliere e gestire una macchina produttiva imponente. Vanno poi aggiunte oltre duecento produzioni che, nel 2022, hanno reso più che mai visibile l’attenzione con cui la nostra regione sta intercettando il momento positivo per il settore della produzione cinematografica e audiovisiva, attestandosi al secondo posto in Italia, dopo il Lazio, per produzioni e giornate di attività. Ma l’aspetto più importante di questi mesi è stato constatare in svariate circostanze come Torino e il Piemonte abbiano le carte in regola per attrarre e ospitare progetti internazionali estremamente complessi, e contemporaneamente occuparsi della crescita dei talenti e delle realtà locali. Nello scorrere gli elenchi e i cast & credits dei progetti realizzati, si evince quanto sia in grande crescita la presenza di progetti avviati da autori e produttori locali, così come la percentuale delle professionalità locali impiegate, che comprendendo autori, attori, figure artistiche e capireparto. Un risultato costruito col tempo grazie all’attenzione costante che le istituzioni hanno riservato alla Fondazione, e a precise scelte strategiche condivise. I risultati di questo 2022 mantengono le aspettative, e confermano che Film Commission Torino Piemonte prosegue nella giusta direzione, ovvero la valorizzazione del talento, del lavoro, di un territorio con luoghi e competenze straordinarie. Una strada iniziata molto tempo fa che con grande convinzione sono felice di poter proseguire».

Manifesti film cinema

Paolo Manera, nuovo direttore della Film Commission Torino Piemonte, ci offre una panoramica sul “progetto cinema” nel nostro territorio: «Film Commission Torino Piemonte non limita la sua azione ai servizi alle produzioni, agli incentivi economici attraverso bandi specifici funzionali a stimolare produzioni sempre più di qualità, alla professionalizzazione dei progetti, dei singoli e delle imprese coinvolte, agli eventi e alle iniziative promozionali aperti al pubblico più ampio, ma è impegnata costantemente a organizzare appuntamenti industry. dedicati agli addetti ai lavori e aperti a studenti e possibili new entries nella filiera produttiva. Il momento clou, dal 2018 ad oggi, è il Torino Film Industry, realizzato in parallelo e in collaborazione con il Torino Film Festival e il Museo Nazionale del Cinema, un’occasione unica di incontro tra produttori, distributori, organizzatori, responsabili delle istituzioni, canali televisivi, piattaforme digitali. Nel suo ambito vengono proposti tavole rotonde, workshop e incontri one-to-one tra le società di produzione piemontesi e i principali decision makers del settore; e per il 2022 vede molte presenze confermate, come RAI e Sky, e i nuovi fondamentali players del settore come Amazon, Netflix, Paramount+, Warner Bros, Discovery, e una crescente presenza di società e singoli provenienti da Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e centro Italia, alcuni dei quali hanno già aperto una sede locale a Torino o stanno valutando questa opportunità. Per questa nuova edizione, in particolare, prosegue e si intensifica la condivisione delle iniziative e dei contenuti con il Museo Nazionale del Cinema e con il Torino Film Festival, si consolida la collaborazione con tutte le associazioni nazionali dei produttori per dialogare e confrontarsi sulle evoluzioni della filiera. Ma in particolare aumenta la collaborazione con Università degli Studi di Torino e Politecnico di Torino, per agevolare l’accesso al mondo del lavoro sui set per i giovani professionisti, mediante il coinvolgimento e il confronto con gli enti formativi locali del settore, le realtà produttive audiovisive del territorio e le maestranze impegnate da anni nel mondo del cinema. Cresce di dimensioni e partecipazione l’iniziativa “Guarda che storia! Racconti per lo schermo”, organizzata in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro, contest alla scoperta di romanzi e storie originali da adattare per il piccolo o il grande schermo, con lo scopo di facilitare il dialogo tra mondo editoriale e della produzione per il cinema e la serialità TV».

Set serie tv Torino

Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival e Film Commission Torino Piemonte: la storia, la narrazione e la produzione. Il territorio mostra i muscoli e conquista spazi per un set che ormai vive 365 giorni l’anno, guardando con ambizione a un futuro che si programma con basi certe e solida professionalità. Ma poi ci sono sempre il sogno, la fantasia, la creatività, il mito, la sorpresa, la bellezza e l’applauso, ingredienti senza il quale il cinema resta business e arido palinsesto, quindi troppo poco. Così, aspettando ciò che verrà, voltiamo lo sguardo indietro e ricordiamo le pellicole che, secondo noi, meglio si sono immerse nel racconto della città. È una scelta personale, in certi casi nostalgica, ma utile a ricordare come Torino sia sempre stata attrattiva e attraente. Buio in sala quindi, ecco la nostra top 10. The Italian Job (1969), con le Mini a sfrecciare nel cuore della città, carambole e follia per la Swinging Turin. Profumo di donna (1974) di Dino Risi, con Gassman che vince a Cannes, e anche due nomination per l’Oscar, tutto tratto da Il buio e il miele di Giovanni Arpino. Profondo Rosso (1975), il mio preferito, il miglior Dario Argento di sempre, quanta paura tornando a casa la sera dopo la proiezione in una sala avvolta nel fumo (si poteva ancora), guardai persino sotto il letto prima di spegnere la luce. La donna della domenica (1975), dal capolavoro di Fruttero e Lucentini, con Marcello Mastroianni e Jacqueline Bisset ad aggirarsi per il Balun. Torino Violenta (1977) di Carlo Ausino, l’irresistibile versione sabauda dei film anni ’70 sulla criminalità metropolitana. Stanno tutti bene (1990), il maestro Tornatore mette in scena una pellicola dove le città sono cinque, ma è Torino a piacere di più, colonna sonora del genio Morricone. Così ridevano (1998) di Gianni Amelio, Leone d’oro a Venezia, il più efficace e struggente racconto sull’immigrazione nella grande città. Santa Maradona (2001), film cult di Marco Ponti, interamente girato in città, trampolino di lancio per Stefano Accorsi, merita un affettuoso ricordo Libero De Rienzo, recentemente scomparso. Dopo mezzanotte (2004), quello di Davide Ferrario ambientato nella Mole di notte, per me il più misterioso e magnetico film su Torino.

Manifesti ufficiali film cinema

 

E adesso arriva lei, la nostra copertina, l’attrice italiana più amata del momento, con la sua commedia più recente: Corro da te (2022), dove è protagonista a fianco di Pierfrancesco Favino. Film divertente, remake del francese Tutti in piedi, che però è meno bello. Torino avvolge la storia con la magia dei suoi spazi e si afferma in un blockbuster nazionale, quasi una prova di maturità. Miriam era già stata in città per i 36 episodi della bella serie Non uccidere, dove interpretava il commissario Valeria Ferro. Un amore, quello per Torino, destinato a durare? Noi lo speriamo. La nostra resta e resterà la “città del cinema”. Troppe volte i torinesi si lamentano (noiosamente) che da noi sono nate – televisione, cinema, moda – situazioni destinate a migrare verso più scintillanti lidi. Ma questa è l’epoca dei grandi ritorni, se la RAI ha riscoperto Torino nel 2022, il cinema ha ripreso la strada di casa per non smarrirla più. Abbiamo un grande set presidiato con orgoglio e qualità, ben altra cosa che un approdo di passaggio. Come si dice ciak si gira in piemontese?Manifesto film Corro da te

 

(Foto di FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE)