Torino, Speciale Torino Futura 2022
Le città del futuro hanno tutte una caratteristica, sono sempre bellissime ed espressione di un sogno collettivo. Per questo tutti sono felici di viverci, ma solo perché sono nate così, come un fungo dal nulla, nel sottobosco della fantasia, tra le radici del reale. Non ci sono state super assemblee, se no avrebbero fatto la fine di quelle di condominio. Si sarebbe partiti da una volontà comune di bello, ma pensando di realizzarlo attraverso la somma del brutto: i brutti modi, il brutto carattere, le brutte parole, il cattivo gusto, l’io al posto del noi, le brutte facce. La Torino del futuro è pulitissima. La gente, come bambini con gli aquiloni, rincorre le carte delle caramelle portate via dal vento per afferrarle prima che queste tocchino terra. I writers della notte, amanti della comunicazione, si sono resi conto che i loro geroglifici sui muri non li capisce nessuno e il proprio bisogno di identità è meglio soddisfatto nell’indossare tuniche bianche, rese originali dai disegni delle proprie bombolette di vernice. L’aria è pulita perché l’energia è prodotta da invisibili pale eoliche, la licenza poetica ne consente l’invisibilità e il vento viene utilizzato per la navigazione in città. I nostri tre fiumi sono pieni di pesci, cigni e anatre e solcati da golette con alberi a scomparsa per evitare di fare la fine di Valentina e Valentino contro il ponte di Piazza Vittorio. La gente è bellissima perché è felice ed è felice perché vivere in una città bella è una condizione che contribuisce in modo importante alla qualità della vita e quindi alla felicità.
La gente è bellissima perché è felice ed è felice perché vivere in una città bella è una condizione che contribuisce in modo importante alla qualità della vita e quindi alla felicità.
I monopattini non ci sono più, sono stati aboliti per evitare che qualcuno si facesse male, inciampando in quelli abbandonati di traverso sui marciapiedi. D’altronde le regole nascono per mancanza del buon senso. I barboni sono solo più quelli con folte barbe. Gli zingari, nelle piazze, sono musicisti e danzatori di musica manouche, ma sanno suonare con la fisa anche la Bella Gigogin per i turisti. Gli spacciatori distribuiscono cioccolatini per le strade su incarico dell’amministrazione comunale. I cani corrono felici e fanno i loro bisogni con soddisfazione solo nei parchi e parchetti della città. Ci sono in giro un sacco di bravi ragazzi, c’era un tempo in cui molti genitori non sapevano educare i cani, figuriamoci i figli. Poi tutti amano i piccioni che possono tubare indisturbati il loro amore nella città, perché hanno imparato a farla nei campi intorno a Villa della Regina dove si fa il Freisa. Un tempo c’era la pandemia, poi la pandemia e la guerra, poi la pandemia, la guerra e i marziani a Moncalieri, ora le notizie sono solo buone e quando non sono buone non se ne parla, come della salute. Allo stadio sventolano migliaia di bandiere festanti a strisce bianconere con al centro un toro granata. I giocatori della grande squadra della città un tempo erano bambini che giocavano in cortile, lì hanno scoperto il valore dello stare insieme e il senso di appartenenza che li ha resi invincibili. I grandi eventi in città coinvolgono operatori e cittadini in ogni via, in ogni piazza con l’entusiasmo e quelle straordinarie capacità che ci contraddistinguono. Sventolano bandiere intorno alle quali si riconosce l’orgoglio e, come sempre accade, sentirsi dire bravi da chi viene da fuori aiuta a superare la cultura che fare bene è solo fare il proprio dovere. Al mattino ci si accorge che i sogni sono un mondo straordinario, sono spesso bizzarri, paradossali, possono esprimere paure o desideri, ma per belli o brutti che siano hanno sempre un fondo di verità.