Torino, estate 2021
Il mese scorso si è svolta la XVII edizione di Torino Spiritualità, l’originale festival dello spirito che accompagna la riflessione collettiva della città su temi che finalmente ci allontanano dal quotidiano, costringendoci a volare alto. Non faccio fatica ad affermare che questa è una delle iniziative più intelligenti realizzate a Torino negli ultimi decenni.
La letteratura è piena di definizioni dell’intelligenza, ma nessuna di queste si è inoltrata sugli sdrucciolevoli sentieri della spiritualità. Se non c’è alcun dubbio che l’organo umano a tutt’oggi più ampiamente sconosciuto sia il cervello, perché allora bolliamo spesso come “magia” ogni manifestazione che lascia supporre un’influenza spirituale nel mondo materiale? Se per un attimo conveniamo che la magia è tutto ciò che la scienza non ha (ancora) spiegato, allora par- lare di influenza dello spirito sulla materia ha oggi la stessa serietà dei discorsi sull’elettromagnetismo di tre secoli fa, ovvero cent’anni prima che avvenissero le prime scoperte (Oersted 1820) ed elaborate le prime teorie (Maxwell 1873).
Provo a spiegarmi meglio. Dopo il successo planetario del suo Intelligenza emotiva, Daniel Goleman, professore di psicologia ad Harvard, nel suo successivo lavoro (Intelligenza sociale, RCS Libri 2006) ha trattato un aspetto affascinante del cervello. Partendo dall’affermazione, sostenuta dalla neuroscienza, che è la struttura stessa del nostro cervello a renderlo “socievole” – ossia inevitabilmente soggetto a un profondo legame cervello-cervello ogniqualvolta entriamo in contatto con un’altra persona – il nostro professore si spinge a teorizzare l’esistenza di un ponte neurale che porta a influenzare sia il cervello sia il corpo di ogni persona con cui interagiamo, e viceversa.
Questo ponte sarebbe tanto più forte quanto più forte è il legame emotivo che lega i due individui. Inoltre, gli scambi più potenti avvengono con le persone con cui trascorriamo gran parte del nostro tempo, giorno dopo giorno, anno dopo anno. L’esistenza di questo ponte neurale lascia presagire la presenza di un’energia, potremmo dire spirituale, che viene scambiata tra i soggetti che entrano in relazione. Sia detto per inciso, anche la scienza ufficiale sembra ammettere una lievissima differenza di potenziale del corpo umano (3 millivolt circa), su cui si sono basate alcune ricerche mediche agli inizi degli anni ’50 (la radioestesia di Giambattista Callegari).
D’altra parte, conosciamo tutti, come esempio di energia spirituale che influenza la nostra dimensione materiale, gli effetti di una folla di fedeli in preghiera, finalizzata a realizzare un’azione tanto più efficace quanto più la preghiera è sentita ed è per tutti convogliata verso un determinato obiettivo.
Iniziative come Torino Spiritualità acquisiscono un interesse cruciale, che travalica la filosofia costringendoci a rivalutare
il modo in cui viviamo; lo spirito cui è improntata la nostra azione è in grado
di avere implicazioni sulle persone e, quindi, sulla nostra città
Se questo è vero, allora sarà bene acquisire presto consapevolezza dell’impatto del nostro comportamento sulle emozioni e sulla fisiologia di chi interagisce con noi. Proviamo a immaginare le conseguenze: l’intelligenza pretende di essere consapevole del potenziale effetto benefico dei nostri comportamenti, anche solo a livello impercettibile, su chi entra in contatto con noi.
Iniziative come Torino Spiritualità acquisiscono per questo un interesse cruciale, che travalica la filosofia costringendoci a rivalutare il modo in cui viviamo la nostra esistenza, ovvero lo spirito cui è improntata la nostra azione, e che è in grado di avere implicazioni sulle persone che frequentiamo e, quindi, anche sulla nostra città. Per tutto questo, i cittadini di una città intelligente non possono non porre cura e attenzione anche alla loro dimensione spirituale.