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Casa Martin

Vino "nostrum", buona cucina e ciottolato

Estate 2022

PIÙ DI VENT'ANNI DI STORIA, UN RECENTE RINNOVAMENTO: DIEGO, RAFFAELE E ZINA SUL PONTE DI COMANDO. CASA MARTIN È QUEL LUOGO DOVE OGGI E IERI SI INCONTRANO CON DOLCEZZA E DANNO ORIGINE A OTTIMI RISULTATI

Mia nonna raccontava a noi nipoti il fascino di certi cortili del centro di Torino che lei aveva visto tanti anni prima. Prima anche delle bombe e di tanti cambiamenti. Ancora oggi, varcando qualche portone in città, il tempo si ferma, anzi fa un netto balzo all’indietro, riportando a stagioni di ballatoi e ciottolati che non ci appartengono quasi più. Le cose “perse” hanno su chi scrive un fascino speciale: scrivere è spesso una ricerca e quindi è impossibile restare indifferenti a ciò che non c’è più. Anche in cucina funziona molte volte allo stesso modo.

Luca, Diego, Francesco, Marco e Zina

Luca, Diego, Francesco, Marco e Zina

Non c’è più il vitello tonnato come lo si faceva una volta, non ci sono più le polpette di mia nonna, non ci sono più gli agnolotti della Rosa Bianca in Barriera di Milano. La sensazione, entrando da Casa Martin (via Sant’Agostino 23), è che certe cose invece ci siano ancora. In particolare c’è un dehors interno che si affaccia su un ciottolato che è una lezione d’arte e storia. C’è una cucina piemontese autentica e pure contemporanea; ci sono le fotografie in bianco e nero e il vino buono della nostra terra. Casa Martin è il punto di incontro tra ciò che il Quadrilatero Romano è stato e ciò che è oggi, ovvero uno dei poli della movida torinese. Entriamo dentro, il soffitto è a cassettoni, e parliamo con Diego Vigilante, l’uomo a cui è affidato il compito di raccontarci questa storia: «Per la verità io sono stato dipendente qui, quasi dieci anni fa, lavoravo in cucina. Casa Martin c’è da prima, dal 1999. Io ho fatto le mie esperienze in giro, anche stellate, ho avuto la fortuna di lavorare con il duo de La Credenza, Giovanni e Igor, e tre anni fa ho deciso di ritornare qui, stavolta come socio. Insieme a Raffaele e Zina abbiamo portato avanti il “Rinascimento” di Casa Martin, un rinnovamento verso uno stile autentico, elegante e contemporaneo. La cucina è a vista e il menù resta un’esaltazione dei classici piemontesi, un po’ rivisti da noi ovviamente. In cucina ci sono ragazzi giovani, è giusto che si divertano anche loro».

Sottofiletto in crosta e Vitello tonnato

Sottofiletto in crosta di grissini con misticanza e gelatina di pomodoro e Vitello tonnato

I Plin però seguono la ricetta della nonna di Raffaele (ristoratore da tre generazioni), tutta la pasta è fatta a mano… La sensazione è che quel “casa” nel nome non sia casuale: «Vogliamo che chi ci sceglie possa semplicemente trascorrere una bella cena, mangiando e bevendo bene, sentendosi a casa. Recentemente abbiamo raggiunto il bel risultato di avere quattro vini “nostri”, etichettati Casa Martin, quattro varietà imbottigliate a Dogliani da Cozzo Mario. Sono Raflin, Furestera, Misainen e Bugianen: quattro vini piemontesi, una tradizione che abbiamo voluto rievocare anche nei nomi. È un vero orgoglio poterli proporre in abbinamento ai nostri piatti. Abbiamo costruito un’offerta veramente trasparente e a chilometro zero: la verdura andiamo a prenderla qui a due passi, a Porta Palazzo, stesso discorso per la carne. Io ho vissuto da chef, ora anche grazie a Raffaele e Zina studio da ristoratore. Crescerò insieme a Casa Martin».

E poi c’è lei, la stanza delle foto, una saletta intima con un tavolone al centro. Intorno, appese alle pareti, le foto. Immagini della storia di questo posto e delle persone che ne hanno fatto parte, delle loro vite precedenti e delle varie generazioni di ristoratori.

Agnolotti del Plin, burro e nocciole salate

Agnolotti del Plin, burro e nocciole salate

Fotografie in bianco e nero in cui ricorrono un sacco di bottiglie di vino, le insegne Martini (a oggi arte a tutti gli effetti), facce d’altri tempi. Un micro documentario a cui vale la pena dare un’occhiata. Casa Martin è nata, o meglio rinata tre anni fa con una missione: proporre un menù non troppo ampio, schietto, in linea con la tradizione piemontese ma con qualche fuori pista. E lo ha fatto qui, in via Sant’Agostino, che sta entrando a pieno titolo tra le vie più stimolanti della mappa enogastronomica torinese; un pezzo di città in cui convivono tradizione piemontese dura e pura, cucina d’innovazione, sfumature etniche.

Cremino alla nocciola

Cremino alla nocciola

Torino ha bisogno di alfieri, soprattutto gastronomici, che rendano ricca, appetibile, tipica, internazionale e smaccatamente interessante l’anima della città; Casa Martin è uno di quei luoghi.

 

Torino ha bisogno di alfieri, soprattutto gastronomici, che rendano ricca, appetibile, tipica, internazionale e smaccatamente interessante l’anima della città; Casa Martin è uno di quei luoghi.

Casa Martin è quel luogo dove oggi e ieri si incontrano con dolcezza e danno origine a ottimi risultati.

 

CASA MARTIN

Via Sant’Agostino, 23/M – Torino

Tel. 011.4362209

Instagram: casa_martin_ristorante

 

Casa Martin Logo

 

(Foto di FRANCO BORRELLI)

(Servizio publiredazionale)