Home > Food > Percorsi Gourmet > 3 chef giramondo che hanno scelto Torino
ESPLORIAMO I RISTORANTI DI TRE CHEF DIVERSI CHE HANNO VISTO IL MONDO E SCELTO TORINO. PORTANDOSI DIETRO GROSSE ESPERIENZE. NE APPROFITTIAMO ANCHE OVVIAMENTE PER DARVI TRE CONSIGLI DI FASCIA MEDIO-ALTA PER UN'OTTIMA CENA A TORINO
Spesso quello della cucina sa essere un mondo molto complesso e ricco di sfumature, ce lo hanno insegnato tanti film o serie TV di successo (in ultima l’interessantissima The Bear, che per gli amanti del genere è assolutamente da recuperare). Un mondo che ci affascina perché ci mostra il dietro le quinte, ciò che solitamente non vediamo. E lo fa in diverse parti del mondo, a volte (anzi spesso) esagerando, ma comunque raccontando un universo che cattura da sempre la nostra curiosità.
Uno dei temi principali di questi contenuti è molto spesso quello della “gavetta”, ovvero delle esperienze pre-requisite che è quasi obbligatorio fare in diverse cucine prima di spiccare il volo. Così capita che molti giovani cuochi italiani per esempio si ritrovino a svariate latitudini del mondo, a cucinare, imparare, perfino lottare, per ritagliarsi un proprio spazio (e per mettere via un discreto bagaglio di esperienze). Poi capita che tornino in Italia, magari per aprirsi un ristorante, e poi alle volte ripartono addirittura per il mondo, magari da consulenti.
Oggi vediamo 3 chef giramondo, che hanno lavorato dall’Australia all’Irlanda fino al Giappone, ma che poi, in definitiva, si sono stabiliti a Torino. Ovviamente ne abbiamo scelti tre, per ragioni di format, ma il numero sarebbe potuto essere molto più alto. 3 ristoranti per 3 chef, interessanti perché ognuno a modo suo ha preso qualcosa dal mondo, per portarlo a Torino.
Nicola Batavia è un nome cult della nostra ristorazione. Un genio (e sregolatezza) che divide e fa parlare di sé da sempre. Per la sua cucina transgenerazionale perennemente in dialogo tra tradizione e futuro, e per le scelte che lo hanno portato un po’ ovunque nel mondo, rifiutando una stella Michelin, per poi però tornare sempre a Torino. L’uovo è il simbolo della sua filosofia di cucina, perfetto, esoterico e perfino di design. Chef Batavia è l’esempio di chef che il mondo se lo è preso un morso alla volta, convocato in ogni angolo del globo per cucinare e stupire; ma se volete lo trovate comodamente in via Monti 16 a Torino.
Quando questo locale è nato, non tanto tempo fa, l’idea era di creare un ristorante elegante, fondato sulla qualità, in sala e cucina, con un aspetto e un mood internazionale. Non a caso gran parte della clientela è oggi straniera, perché quello che un tempo fu il Brandè è oggi un luogo in cui quando chiudi la porta potresti essere a Londra come a New York. In cucina, ideale alfiere del ragionamento di cui sopra, chef Giovanni Piselli. Uno che di cucine d’alta classe in giro per il mondo ne ha viste, e che cerca dunque di riportare tutta questa esperienza internazionale nella sua cucina di Torino, senza dimenticare mai le proprie origini campane. Un bel mix insomma, che però se volete potete comodamente degustare in via Massena 16/A a Torino.
Alberto Valletta è uno chef giovane ma già “navigato”, con esperienze in cucine di Melbourne e Dublino, e il sogno di aprire un ristorante a Torino. Cosa che peraltro ha fatto, un po’ di anni fa, e dopo tutto questo vagare ha deciso di ripartire dalla genesi. In che senso? Nel senso che ha preso il nome di una pianta dimenticata e l’ha dato al ristorante, e poi ha preso la tradizione culinaria piemontese e ha giocato a innovarla. Il risultato è un carinissimo locale in San Salvario, che con semplicità porta avanti un’idea di cucina intima e non banale. Quella che in giro per il mondo apprezzano parecchio insomma. Ma voi se volete assaggiarla potete comodamente andare in via Principe Tommaso 16/A a Torino.