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5 consigli di cucina regionale

Liguria, Sardegna, Sicilia, Puglia, Emilia a Torino

di Francesco Valdivia

ECCO 5 CONSIGLI PER GUSTARSI LE ECCELLENZE DELLE REGIONI ITALIANE MA RIMANENDO A TORINO. UN TOUR GASTRONOMICO CHE COINVOLGE LIGURIA, SARDEGNA, PUGLIA ED EMILIA ROMAGNA. BUON VIAGGIO

Fatta l’Italia bisognava fare gli italiani, o almeno così rifletteva Massimo D’Azeglio in una famosa frase interpretata poi in tanti e diversi modi. Fare gli italiani non è operazione affatto semplice: perché sono molto diversi tra loro e allo stesso tempo fatti con uno stampo praticamente uguale. Perché sanno essere divisissimi e inspiegabilmente vicini in base alle situazioni. Su un campo da calcio, a tavola, a Sanremo, nelle abitudini, nei valori, nelle piazze. Uno dei più grandi patrimoni del nostro paese è la sua enorme biodiversità, in ogni ambito e specialmente in quello enogastronomico. Ogni regione ha le sue ricette, i suoi cavalli di battaglia, vini differenti, nomi diversi per formati di pasta in fondo simili. Basti pensare alla quantità di tipologie di formaggi presenti lungo lo Stivale e all’enorme numero di interpretazioni esistenti per una stessa ricetta. I capunet diventano pescoi in una manciata di chilometri, cremonesi e cremaschi litigano da secoli per la formula del ripieno dei marubini, che tra l’altro da noi sono plin, altrove ravioli, e le sagne di Chieti non sono le sagne del Salento, e così via, l’elenco è infinito. Nemmeno i francesi possono contare su tutta questa diversità, che è ovviamente ricchezza, anche se a volte ce lo dimentichiamo…

Oggi, restando comodamente nella nostra sabauda città, facciamo un tour tra ristoranti e trattorie che rappresentano a Torino una specifica eccellenza regionale. Liguria, Sardegna, Sicilia, Puglia ed Emilia, una sorta di giro antiorario d’Italia, per raccontarvi che sì, anche restando a Torino, possiamo goderci il meglio delle altre regioni d’Italia. 5 consigli (e pure di più) ovviamente scelti per voi dalla redazione. E magari non sarà l’unica puntata…

Oggi, restando comodamente nella nostra sabauda città, facciamo un tour tra ristoranti e trattorie che rappresentano a Torino una specifica eccellenza regionale

La Liguria

Dovendo scegliere (e proveremo sempre a farlo) un unico, simbolico rappresentante regionale, per la Liguria diciamo A6 Sciamadda (via Maria Vittoria 32). Una simpatica recensione del locale dice “mancava solo il mare”, e ha ragione! Il vociare, l’odore di fritto e di focaccia… girando qui in via Maria Vittoria sembra di stare tra i caruggi di Genova (un po’ più larghi) e svoltando l’angolo ti aspetti il mare. Che invece ovviamente non c’è. C’è Sciamadda però, sempre strabordante di gente (ottimo segno) e fiero di portarti in tavola un pezzo della sua Liguria. Must le focacce, i frittini, i primi golosissimi. E a proposito di orgoglio ligure, menzione d’onore in città a Recina Focaccia e Cucina in via della Misericordia, realtà giovane ma di livello.


La Sardegna

Popolo fascinoso quello sardo. Isolano ma restio ad abbandonare la propria regione cui è legatissimo. Anche in cucina il mare c’è sì, ma l’animo gastronomico sardo è legatissimo alle radici di terra. Alle carni, ai primi, ai dolci che sembrano usciti dalla Persia. Piatti con nomi recitati in quella lingua strana e misteriosa, una delle poche al mondo di cui non si conosce precisamente l’origine (come l’euskera nei Paesi Baschi). A Torino non è facile scegliere un locale solo: noi optiamo per Sa Corte Noa (via Milano 16) che riesce a esprimere ricette tipicissime della Sardegna, affiancandole a una sana contaminazione piemontese. Molto interessante! Menzioni d’onore a un classico come la Trattoria Primavera in via Perugia, a Sa Opera (via Pietro Thermignon) e alla proposta aperitivo sardo di Su Talleri in via San Massimo.


La Sicilia

Il giro continua in Sicilia, regione particolarmente cara ai torinesi, perché qui quasi tutti hanno un parente siculo. E la ristorazione siciliana in città ha infatti tanti e validi alfieri. Scegliere è veramente complicato. Come è complicato scegliere tra caponata, paccheri, arancini, crudi di pesce… Noi diciamo Fratò (via Andrea Doria 21/B) perché porta in tavola autenticità ma anche ricercatezza, perché si appoggia a piccoli produttori della Sicilia (anche per i vini) e per il sincero affetto che i due titolari (chiaramente siciliani emigrati) provano per la loro terra. Le altre menzioni onorevoli sono per due must cittadini che sicuramente conoscerete: Banco di Sicilia (via Arnaldo da Brescia) e Trattoria D’Agata in via Bava. Sempre un’ottima scelta.


La Puglia

E a proposito di parenti… Torino è stata la città con la più alta concentrazione di popolazione pugliese fuori dalla Puglia stessa. Piazza Foroni è addirittura diventata piazza Cerignola. Ho detto tutto. La Puglia è ampia e gastronomicamente molto diversa, quindi fare di tutta la Puglia un’orecchietta è anche un po’ incorretto. Noi però dovendo scegliere un riferimento diciamo PugliaMia. Perché? Perché è una braceria e qui le bombette sono letteralmente da commuoversi. La diciamo forte: anche in Puglia non è facile trovare questo livello nelle bombette, che in piazza Hermada 12 fanno a mano e cuociono con pazienza e sapienza. Stesso discorso per la qualità della pasta e i fornitori super selezionati. Menzione d’onore per Il Trullo in corso Casale (un classico in città), e un suggerimento un po’ off-topic è il Panificio Convertino di via Giolitti (qui trovate burrate, focaccia barese, salumi… tutto freschissimo).


L’Emilia

Prima di tornare nel nostro amato Piemonte, concludiamo il giro in Emilia, e occhio non in Emilia Romagna, ma proprio in Emilia. O meglio in via Giuseppe Giacosa 10/A, alle Ferramenta del Gusto Emiliano. Tagliatelle al ragù, tortelli, gnocchi fritti… Et voilà, la tradizione emiliana è servita. E tra i ristoranti è un po’ un unicum in città: una chicca che i veri gastronauti non possono assolutamente perdersi. Menzione d’onore per un locale dal concept abbastanza particolare: Ailimē, un progetto di Chicca Vancini che coniuga la sua smisurata passione per il Giappone con la tradizione emiliana, un po’ izakaya, un po’ trattoria. Molto originale!