Home > Food > Percorsi Gourmet > 5 fuori-porta gourmet: itinerari di gusto fuori Torino
ABBIAMO SELEZIONATO PER VOI 5 DESTINAZIONI (PER TUTTE LE TASCHE), 5 CONSIGLI DI GUSTO FUORI TORINO PER UN VIAGGIO GOURMAND CLASSICO O INSOLITO, ALL'INSEGNA DI GUSTI PIEMONTESI O PIÙ ORIGINALI
Abbiamo una sana ossessione per Torino. Per le sue storie, i suoi angoli, le riflessioni sul suo futuro, i suoi protagonisti, la poetica di ieri e di oggi, le vittorie e le sconfitte, perfino per i suoi ristoranti. Insomma siamo pazzi di Torino, lo sapete, innamorati di questa città, con tutti i pregi e le degenerazioni che un grande amore inevitabilmente si porta dietro. E se no, che amore è?
A volte però, come in questo caso, ci prendiamo una “pausa” (breve, promesso) e ci concentriamo su altro che non sia la nostra città. Torino c’entra sempre però: ecco quindi 5 consigli per chi da Torino volesse concedersi un fuori-porta gourmand. 5 ristoranti vicini e meno vicini, in giro per il Piemonte, da quello “rustico” per tutte le tasche all’esperienza stellata, passando per un socratico giusto mezzo. Pronti? Cartina in mano (o forse google maps), partenza, via!
5 consigli per chi da Torino volesse concedersi un fuori-porta gourmand, 5 ristoranti vicini e meno vicini, in giro per il Piemonte, da quello “rustico” per tutte le tasche all'esperienza stellata, passando per un socratico giusto mezzoSe non sai dov’è, non ci arrivi. Poco da fare, Tonengo è un paese minuscolo, per pochissimo già in provincia di Asti, abbarbicato su un cucuzzolo ed è grande il tempo di una breve passeggiata. Però questo posto ha un “però” grosso come una casa: il Ristorante Moia. Vengono qui non solo dalle vicinanze ma da tutto il Piemonte, semplicemente perché Moia è un cult; è un portale su un’altra epoca, anzi su un altro mondo. Fatto di non-menù, piattoni che girano per la sala, albese da sogno, bollito da applausi, fritto misto da svenire. Questo è un luogo per professionisti del mangiare, per quantità e qualità dei piatti, che senza troppi orpelli ci vengono messi in tavola. Questi sono pezzi di mito da preservare. Non spenderete mai più di trenta euro a persona. Una volta nella vita dovete passarci.
Via Cocconato, 5 – Tonengo (AT)
Il nostro secondo consiglio è alle porte di Torino, a circa mezzora di macchina, per scoprire il regno di chef Rambaldi (Rambo per gli amici), un tempo braccio destro del genio Scabin. Un romagnolo innamorato del Piemonte e della sua cultura culinaria, uno chef apprezzatissimo dalla critica, e in generale da chi ci capisce di cucina. Con estro e sensibilità, qui a Cucina Rambaldi, Beppe “Rambo” Rambaldi è riuscito a costruire un luogo in cui mangiare semplicemente bene. In un ambiente curato, che con i suoi piatti sa essere sia rassicurante (specie con il mood “new piola”) che stimolante e divertente (con il menù degustazione). I prezzi sono assolutamente onesti per la qualità, e da Torino ci si mette veramente poco: anche per una cena e ritorno. Una chicca da mettere in agenda.
Via Sant’Ambrogio, 55 – Villar Dora (TO)
La fiera del bue grasso è a dicembre, ma Carrù (vera capitale italiana del bollito) è un luogo che vale la pena visitare tutto l’anno. Chiaro l’inverno è forse la stagione più suggestiva, ma per gli amanti del bollito questa è La Mecca, ed è così in ogni stagione. Parola d’ordine? Ovviamente il bollito: con i carrelli, le salse e tutti i famosi tagli. Proposta di gita insolita per questo inizio estate? Andiamo a mangiare il bollito nel suo Eden. Noi vi suggeriamo un classicissimo di Carrù: l’Osteria del Borgo, il tipico posto per andare sul sicuro.
Via Garibaldi, 19 – Carrù (CN)
Sparigliamo le carte con un consiglio che non vi aspettate, perché l’Alessandrino è sottovalutato, ma ricco di interessantissime scoperte gourmet. Noi infatti siamo finiti alla Trattoria I galli praticamente per caso. A dirla tutta ci ha attratto il menù: breve, schietto, ma allo stesso tempo intrigante. Ci siamo fidati del nostro fiuto (letteralmente) ed è andata bene. Anzi benissimo. Abbiamo mangiato in un déhors carinissimo, e ci siamo sbafati gli antipasti misti (impiattati da favola), i rabaton (tipici alessandrini), i salamini di vacca. Ci hanno portato il caffè con la moca e il vino era stupendo. Abbiamo speso veramente il giusto. E siamo rimasti semplicemente stupiti: questo deve fare la buona ristorazione.
Via Isonzo, 64 – Alessandria (AL)
L’ultimo consiglio in realtà è uno di quelli che potrebbero essere accolti da un “ah sì? Avete scoperto l’acqua calda”. Lo sappiamo, La Madernassa è un classico, un ex bi-stellato della nostra ristorazione, un relais da sogno con un ristorante se possibile ancor più da sogno… Ma c’è una novità. Da relativamente poco tempo in cucina sono giunti i fratelli D’Errico, due chef veramente bravi, con esperienze di cucina da star, e hanno dato una sferzata di cose nuove all’ex ristorante di chef Mammoliti. Noi abbiamo provato la loro cucina e siamo rimasti abbastanza impressionati. L’obiettivo è riprendersi la seconda stella Michelin, e la strada a noi pare quella giusta. Il menù degustazione è sartoriale, ed è una bomba, perché gioca senza uscire di strada, diverte senza essere fazioso, stuzzica senza infastidire, anzi. Una gran bella sorpresa. Per l’estate stanno preparando un’osteria: per provare la cucina a prezzi accessibili a tutti, e per completare per davvero la sostenibilità dell’utilizzo delle materie prime del ristorante; un bel modo per abbattere gli sprechi e avvicinare step by step alla cucina di livello. Insomma, concludiamo letteralmente con le stelle: per i gastronauti che non conoscessero i D’Errico, un’esperienza immancabile.