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Home > Places > A spasso per Torino > A spasso per Torino. Areonautico è il cielo
«Il villaggio era pieno di gente che entrava e usciva dalle case, salutandosi tutti cordialmente fra loro, tutti con mascherine sui volti, maschere gradevolmente variate nelle tinte d’oro, azzurre, scarlatte, maschere dalle labbra d’argento e le fronti di bronzo, maschere sorridenti, maschere accigliate, secondo lo stato d’animo di chi le portava». Così scriveva Ray Bradbury settant’anni fa in Cronache marziane. La città sulla riva del fiume era morta, silente, nessuno a spasso, strade vuote, no stropiccio di passi, vocio, sussurri. Metà degli abitanti chiusi in casa perché colpiti da piccole, infinitesimali, diaboliche lettere (Delta, Omicron) e l’altra metà chiusi per timore di contagio.
Presto, alle prime luci del mattino ed a notte inoltrata solo cani perplessi senza museruola che portavano a spasso i padroni con museruola. Anche le lettere col tempo perdono d’intensità e lasciano il posto ad entusiasmi nuovi, gioia di vivere, pensieri in libertà, donne, musici e cantori scendono in piazza: «allora Maria prese in mano un tamburello e dietro a lei uscirono le donne formando cori e danze e gira tutt’intorno la stanza mentre si danza, danza».