Home > Places > A spasso per Torino > A spasso per Torino, ‘il dono del mattino’
Sarà perché fuorimano, sarà perché il termine mausoleo non attrae se non si tratta di quello famoso di Teodorico a Ravenna, visitato durante la gita scolastica prima della maturità, ma come visitatori assidui di musei ed eventi ci sentiamo in debito verso la storia di Torino per non aver apprezzato, forse quanto meritava, il Mausoleo della Bela Rosin. Il Mausoleo era stato voluto dai figli della Vercellana, figlia di un tamburino del reggimento sardo, come tomba di famiglia, e costruito a immagine e somiglianza del Pantheon di Roma dov’è sepolto il re Vittorio Emanuele II, quasi a ristabilire un ideale ricongiungimento dei due amanti. La salma della Bela Rosin è ora nel Cimitero Monumentale di Torino.
Nel 1868 il re Vittorio Emanuele si ammala e, convinto di essere prossimo alla morte, decide di sposare morganaticamente la donna amata da trent’anni, quella che lui chiamava ‘la mia Rosina’. L’unione fa il miracolo, il re vive in ottima salute ancora dieci anniNel 1868 il re Vittorio Emanuele, vedovo da molto tempo, si ammala e, convinto di essere prossimo alla morte, decide di regolarizzare quel rapporto dal quale erano nati due figli e di sposare morganaticamente, con nozze civili e religiose, la donna amata da trent’anni, quella che lui chiamava ‘la mia Rosina’. L’unione fece il miracolo, il re visse in ottima salute ancora dieci anni. Bisogna risalire alla Lex Salica, un codice fatto redigere da Clodoveo, re dei Franchi, nel lontano 503, per recuperare quello che noi chiamiamo ‘matrimonio morganatico’, da morgan (mattino) e gabe (dono). ‘Il dono del mattino’, un poetico risveglio nel sole del mattino dopo una notte d’amore. Nel modo più dolce la coppia e formata da un aristocratico e da una fanciulla, non sua pari ma illibata, che porta in dote la sua verginità. Il mattino riceve il dono, che può essere un gioiello, una proprietà o altro, ma mai un diritto che possa ledere quelli acquisiti dalla legittima consorte.
Meno poetico e romantico è lo ius primae noctis, cioè il diritto (ammesso che sia mai esistito) del signore del castello di deflorare la giovane promessa sposa di un proprio servo. Più probabile fosse applicata – siamo in pieno Medioevo – una tassa sul matrimonio. Scrive un monaco (sempre presente in queste transazioni): ≪Oggi si pagano tre soldi, ma ai contadini va bene, perché nei tempi antichi la tassa era tanto costosa che, piuttosto che dare al Signore un capo di bestiame, il padre gli offriva la verginità della figlia≫.
Chissà se quella figlia si sarebbe comportata come ‘la ragazza con l’orecchino di perla’. Un romanzo diventato film con Scarlett Johansson che impersona Griet, una giovane dell’Olanda del Seicento che va a servizio nella casa del celebre pittore Vermeer, dove, oltre alle normali incombenze, deve occuparsi della pulizia dell’atelier dell’artista. Griet conquista la fiducia del pittore e tra i due si instaura un rapporto di complicità e di reciproca comprensione, lei impasta i colori e, in segreto dal resto della famiglia, posa come modella. Purtroppo la ragazza viene notata dal maggiore committente di Vermeer, van Ruijven, e comprende che prima o poi sarà costretta a cedere alle sue ripugnanti richieste. Una sera, finito il lavoro, Griet corre decisa nell’osteria dove c’è il suo innamorato, che resta piacevolmente sorpreso da quell’inatteso arrivo, lei se lo trascina via e, addossati a un albero, offre a lui il diritto della prima notte.
Il matrimonio morganatico, noto in Germania come matrimonio ‘della mano sinistra’, è un istituto dell’antico diritto germanico che principi e nobili contraggono con donne di rango inferiore; lei non potrà partecipare agli onori spettanti al grado del marito, e i figli non potranno succedere nei diritti principeschi e nobiliari del genitore. Non sappiamo quale sia stato il ‘dono del mattino’ che il re Vittorio fece a Rosa sedicenne, ma conosciamo quelli fatti a pioggia nel risveglio di altre mattine, tra cui: lei insignita del titolo di Contessa di Mirafiori e Fontanafredda, con l’intera tenuta presso Serravalle d’Alba; i due figli nati da quella relazione e riconosciuti dal re, allevati ai margini della vita di corte con educazione relativa al rango di nobili, confortati da ricchi doni in castelli e tenute.
Altri ‘doni’ il re ha elargito, era un appassionato cacciatore non solo di selvaggina ma anche di gonnelle, bastava una locanda, un fienile, il cognome Regis (reale, regio) e diffuso in Piemonte e sia la Regina che la Rosina erano a conoscenza di questa sua esuberanza. Il re era generoso con le amanti di turno e, per quelle che rimanevano più a lungo al suo servizio, il ‘dono del mattino’ poteva essere anche una rivendita numerata di ‘sali e tabacchi’. Pare che, specialmente nel Cuneese, se ne contasse un certo numero. Quella del sovrano era, potremmo dire oggi, una famiglia allargata, tanto che al capezzale del re c’erano tutti i parenti, mancavano per ovvi motivi le titolari delle rivendite e la Rosina perché indisposta, ma c’era Emanuele, il figlio avuto da lei, insieme a Vittorio, il figlio legittimo; c’era anche il cappellano e, vedendolo, pare che il re abbia sospirato: ≪E lai capi e suma a la fin, sun propi strach, ora il vostro Re vi saluta, lasseme deurme≫. Ma quello tra Vittorio e la Bela Rosin non è l’unico matrimonio morganatico di Casa Savoia.
Anche il primo re di casa Savoia, Vittorio Amedeo II, quello che vinse contro i francesi nell’assedio di Torino del 1706, era facile ai grandi amori. Diventato primo re dei Savoia dopo il trattato di Utrecht, già vedovo e nel pieno turbamento senile sposa morganaticamente Anna Canalis di Cumiana, dama di compagnia di Polissena, moglie del figlio Carlo; come ‘dono del mattino’, Anna diventa marchesa di Spigno. Cambiano i costumi. Dopo l’invito gentile di Magali Noel in ‘Amarcord’, con il suo ≪signor principe, gradisca≫, le donne sono più facilmente inclini a stipulare lauti contratti prima di concedere le loro grazie. Nelle immagini d’altri tempi, gli uomini, incontrando le signore, fanno il gesto di togliersi il cappello mentre sognano con i Matia Bazar: ≪Per un’ora d’amore non so cosa farei…≫. Il desiderio di amori diversi è presente nel genere umano sin dai tempi della Bibbia. Cosi nasce il divorzio e liberi tutti.