Home > People > Editoriali > Tra le pieghe della storia > L’Accademia Stefano Tempia, cenacolo di grandi musicisti
Torino, Inverno 2023
12 marzo 1876, nell’oratorio del Reale Liceo Vincenzo Gioberti si esibisce per la prima volta l’Accademia Corale che, qualche tempo dopo, prenderà il nome di Accademia Stefano Tempia: l’oratorio si trova in Contrada del Teatro d’Angennes (attuale via Principe Amedeo), il liceo occupa gli spazi dell’adiacente convento dei Frati Minori, in via Po 18. Sono anni di fermento associazionistico e la creazione della Corale si inserisce in una tradizione musicale che poco prima, nel 1866, ha visto nascere quello che diventerà il Conservatorio Giuseppe Verdi. All’origine della Corale c’è un felice e inatteso intreccio tra Torino e la grande storia della musica, legato alle vicende personali del conte Vittorio Amedeo Radicati di Passerano. Personalità brillante, ricco di curiosità artistiche, appassionato viaggiatore, nel 1867 il conte giunge nella stazione termale di Baden Baden e frequenta la casa di Clara Wieck, affermata pianista, vedova del compositore romantico Robert Schumann.
Per tre anni lo trasformano in un luogo di ritrovo di musicisti e appassionati, che giungono da Torino per proporre nelle nostre colline la tradizione dell’hausmusik
Qui, dove sono ospiti abituali Johannes Brahms e Franz Liszt, e dove si condivide la tradizione tedesca dell’hausmusik (la riunione musicale in ambiente domestico), il conte Radicati conosce la figlia ventiduenne di Schumann e Clara, Julie. Nonostante una differenza di età di quattordici anni, tra i due si accende l’amore e l’anno dopo vengono celebrate le nozze (con Brahms testimone della sposa). Vittorio Amedeo Radicati e Julie si trasferiscono in Italia, nel castello di famiglia di Passerano, e per tre anni lo trasformano in un luogo di ritrovo di musicisti e appassionati, che giungono da Torino per proporre nelle nostre colline la tradizione dell’hausmusik: Julie suona il pianoforte che era stato di suo padre (e che la madre le ha lasciato come dono di nozze), gli ospiti la accompagnano con la voce e con i violini. Tra loro c’è Stefano Tempia, compositore, maestro di violino e direttore d’orchestra al teatro Carignano. La vita di Julie è intensa ma breve: il suo fisico, minato dai problemi polmonari, non regge al peso delle gravidanze ed essa muore di parto nell’autunno 1871, a soli 27 anni. Le riunioni musicali del castello di Passerano, tuttavia, lasciano un’eredità: il gruppo di artisti che si ritrovava con la contessa Julie mantiene i contatti e nel 1875, su impulso di Stefano Tempia, fonda una delle prime accademie di canto d’Italia, quella che il 12 marzo dell’anno successivo esordisce nell’oratorio del Reale Liceo Gioberti. Nel 1878, quando Stefano Tempia muore precocemente, l’accademia prende il suo nome e l’attività prosegue sino ai giorni nostri: tra i tanti meriti, vi sono quelli di aver proposto il 19 marzo 1888, per la prima volta in Italia, la Nona sinfonia di Beethoven e, nel 1895, la prima nazionale delle Scene dal Faust di Schumann, un oratorio profano tradotto in italiano dal genero conte Radicati.