Home > People > Editoriali > #iosonotorino > «Torino avrebbe bisogno di tre cose»
«Senza pensare ai bilanci pubblici e privati, mi sento di dire che Torino avrebbe bisogno di tre cose. Rilanciare la cultura indipendente creando spazi in edifici pubblici o privati dismessi, da concedere ad associazioni culturali indipendenti: lo Spazio211 o Jazz is Dead, per esempio, hanno dato prova di saper valorizzare la musica sperimentale come pochi altri in Italia.
Occorre rilanciare la cultura indipendente degli edifici dismessi creando nuovi spazi, il Torino FC andrebbe rivitalizzato con una cittadella granata e il Palagiustizia riaperto
Vendere lo stadio Grande Torino al Torino FC e creare una vera cittadella granata; la città ha bisogno di rivitalizzare le sue specificità e rivalità sportive. Per passare a cose serie, riaprire il Palazzo di Giustizia, oggi presidiato da guardiani di kafkiana memoria. Superare definitivamente questo anomalo doppio binario, in virtù del quale il settore privato ha l’ansia di muoversi per non morire e il settore pubblico, anche in un servizio essenziale come la giustizia, sembra avere l’ansia opposta di non muoversi per sopravvivere.
Il problema è sistemico, non dei singoli o delle categorie che lo compongono, e quindi è ancora più grave».
Alberto de Sanctis
Laureato in Giurisprudenza nel 1995 a Torino, avvocato penalista, socio dello studio de Sanctis Scicolone Avvocati Associati dal 2003. Dal 2012 è iscritto all’Albo Speciale dei Cassazionisti. Segretario del Consiglio direttivo della Camera Penale Vittorio Chiusano dal 2015 al 2017, è presidente della stessa dal 2019. Appassionato di jazz – ama su tutti John Coltrane, Miles Davis, John Zorn, Bill Frisell – e di rock, dove predilige Sonic Youth, Fugazi, Shellac, Hüsker Dü. La musica rappresenta la colonna sonora di una vita sedentaria fatta di buon vino, cene con amici, viaggi in Oriente e libri, tra i quali e sopra gli altri: Joseph Conrad, Fëdor Dostoevskij, Cormac McCarthy e Paul Auster. Tifoso del Toro per puro spirito ribelle.
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