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Torino, speciale 30 anni
Il numero di maggio celebra i 30 anni di Torino Magazine: un traguardo importante, un lungo periodo in cui la rivista ha ben rappresentato la storia e l’evoluzione della nostra città, anche attraverso i suoi personaggi. Che ne direste se, cogliendo il clima di anniversari, vi raccontassi la storia di un personaggio importante del mondo scientifico torinese? Uno studioso, lo chiameremo ‘il Dottor Fiori’, che da sessant’anni va a caccia di spore e la cui identità svelerò solo alla fine dell’articolo. Le spore in questione sono gli organi di moltiplicazione di patogeni vegetali che attaccano le piante, consentendo ai parassiti di iniziare l’infezione e diffondersi nell’ambiente. Qualsiasi tipo di pianta, coltivata e non, può essere attaccata: piante ornamentali, orticole, da frutto, alberi e arbusti. Ebbene, in questi ultimi sessant’anni – un bel pezzo della nostra storia – un ricercatore dell’Università di Torino, oltre ad avere ricoperto cariche importanti, grazie a una sensibilità particolare, a un legame molto forte con la pratica e a una curiosità sostenuta da solidissime basi scientifiche in campo agronomico e fitopatologico, ha ‘scoperto’ e segnalato quasi 450 patogeni delle piante, nuovi per il nostro paese o per l’Europa, talvolta anche a livello mondiale.
Le centinaia di segnalazioni di nuove malattie degli ultimi 60 anni rappresentano un diario di bordo dell'infaticabile attività di questo cacciatore di spore e forniscono un’interessante chiave di lettura dell’evoluzione dell’agricoltura dell’Italia nord-occidentale
La segnalazione di nuove malattie ha riguardato le colture più disparate, dall’aneto al pomodoro, dal riso al grano, dalla rosa al nontiscordardimé, dal rododendro alla palma, interessando soprattutto le colture ortofloricole dell’Italia nord-occidentale, con un’attenzione particolare alle colture ornamentali, di cui è certamente uno dei più importanti studiosi al mondo. Ovviamente il lavoro di ricerca non si è limitato alla scoperta del patogeno, ma anche allo studio della sua biologia e all’individuazione di metodi utili per limitarne i danni. Tanto per fare un esempio, tra i patogeni più studiati ci sono gli agenti di importanti malattie di garofano, rosa, pomodoro e soprattutto del basilico.
Le centinaia di segnalazioni di nuove malattie effettuate negli ultimi 60 anni non solo rappresentano un diario di bordo dell’infaticabile attività di questo cacciatore di spore, ma forniscono anche un’interessante chiave di lettura dell’evoluzione dell’agricoltura dell’Italia nord-occidentale e dello stato di salute delle sue coltivazioni, sempre più influenzato, soprattutto nelle ultime due decadi, dalla globalizzazione dei mercati e dagli effetti del cambiamento climatico. Vista da questa prospettiva, l’opera di Angelo Garibaldi è veramente più unica che rara. Buon compleanno al Dottor Fiori, che lo scorso aprile ha spento 80 candeline, con l’augurio, considerata la sua energia e la sua insaziabile curiosità, di continuare la caccia! Più verde di così!