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Torino, inverno 2020
Speriamo che il periodo natalizio 2020, anche come conseguenza dei mesi non facili trascorsi, veda un aumento dei consumi di spumanti italiani, il cui innegabile legame con i momenti di festa non può essere trascurato. Un buon brindisi aiuterà a dimenticare i giorni più difficili e permetterà di guardare al futuro con un po’ di ottimismo. E aiuterà il settore viticolo, penalizzato dalla chiusura dei ristoranti, a riprendersi. Ancora meglio se i nostri brindisi saranno anche sostenibili. Nelle diverse regioni italiane la coltivazione della vite è l’attività agricola che forse ha maggiormente contribuito a modificare l’ambiente naturale: basti pensare alle colline vitate del Piemonte, della Lombardia e della Toscana, ai ripidi filari delle Cinque Terre liguri.
La viticoltura, quindi, ha un peso ambientale importante e spesso le viene ‘concessa’ piena libertà, senza troppo dissenso o troppe riflessioni su che cosa lascerà al futuro del territorio in cui viene praticata. La conduzione agronomica del vigneto è profondamente legata alla gestione del paesaggio agrario di molte regioni italiane e buona parte della filiera produttiva è alimentata da input primari provenienti dall’ambiente, quali le risorse idriche e la sostanza organica del suolo.
È importante che le amministrazioni locali e nazionali si adoperino per promuovere la sostenibilità nella gestione e nella protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio agrario
È importante, quindi, che le amministrazioni locali e nazionali si adoperino per promuovere la sostenibilità nella gestione e nella protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio agrario, definendo un insieme di pratiche, legate alla filiera vitivinicola, che rispondano alle esigenze del rispetto dell’ambiente e alle richieste sociali del territorio, e che siano dunque, al tempo stesso, dotate di fattibilità concreta ed economica. Da tempo si cerca di praticare strategie di difesa sostenibile del vigneto per prevenire lo sviluppo delle più importanti malattie fungine, con interventi che spaziano dall’impiego sostenibile di fungicidi a minore impatto ambientale allo sviluppo e impiego di mezzi biologici in sostituzione di quelli chimici. Ma la difesa dai parassiti, pur importante, non è tutto! Nel caso della sostenibilità in vigneto ci sono altri fattori che impattano sulle risorse territoriali: acqua, suolo, aria…
Di questo si è occupato negli anni scorsi il progetto VIVA – Sustainable Wine, sostenuto dal Ministero dell’Ambiente, nell’ambito del quale il Centro Agroinnova dell’Università di Torino, insieme a Opera dell’Università Cattolica di Piacenza e all’Università di Perugia, ha coinvolto inizialmente alcune grandi aziende vitivinicole italiane, scelte sulla base di criteri geografici e di prodotto, seguite poi da molte altre imprese. Il progetto ha portato alla realizzazione di un disciplinare, un riferimento tecnico per le aziende che prende in considerazione tutti gli aspetti della viticoltura (i cosiddetti indicatori Vigneto, Aria, Acqua e Territorio), utile per certificare ogni realtà che rispetti tali parametri. In pratica, vino certificato per la sua sostenibilità ambientale, dal grappolo al bicchiere.
Con le bollicine natalizie potremo così brindare non solo alla nostra salute, ma anche a quella della viticoltura italiana e dell’ambiente e alla ricchezza del nostro territorio. Buon anno!