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Con i piedi per terra

di Maria Lodovica Gullino

Blue and green

Torino, estate 2020

Non tutto il male viene per nuocere, dicevano i vecchi saggi, e gli ultimi mesi hanno confermato questo detto. Se proviamo, una volta tanto, a vedere il bicchiere mezzo pieno, cosa che certamente fa bene alla salute e all’umore, ci rendiamo conto di quanto il rallentamento delle attività antropiche abbia giovato all’ambiente. La riduzione del traffico veicolare e delle emissioni industriali ha fortemente ridotto inquinamento e polveri sottili. Lo hanno dimostrato gli occhi elettronici dei satelliti della NASA per la Cina e la stessa situazione è stata evidenziata dai satelliti europei: il livello di inquinamento, soprattutto le emissioni di biossido d’azoto, un gas altamente tossico, si sono abbassate notevolmente sull’Italia settentrionale. Con un traffico veicolare ai minimi termini anche l’inquinamento acustico si è ridotto, tanto da riportare alla luce in città suoni che avevamo dimenticato.

E mentre noi ci fermavamo, la natura, imperterrita, ha continuato il suo corso. E non solo, perché vegetali e animali hanno riconquistato spazi. Quale può essere l’eredità del periodo vissuto? Un fortissimo invito ad applicare a tutte le nostre attività, personali e produttive, il concetto di resilienza. Intesa come capacità, in tempi brevi e con spirito di adattamento, di ritornare allo stato iniziale, dopo una perturbazione. Da anni molte città contemporanee sono perturbate, ma, per fortuna, si cominciano a vedere esempi virtuosi, con interessanti ricadute sociali ed economiche. Montréal, in Canada, negli ultimi tempi è impegnata nel migliorare la gestione dei rifiuti e delle esigenze idriche ed energetiche, mentre in Argentina, a Buenos Aires, è in via di sviluppo un nuovo Masterplan di pianificazione idraulica con grandi investimenti nel drenaggio urbano. Di fronte agli effetti del cambiamento climatico, con temperature più elevate, fenomeni estremi e allagamenti più frequenti, occorre pensare a soluzioni che rendano le città più sicure: sistemi di regimazione idrica e aumento del verde in modo capillare sono tra i principali ingredienti.

Di fronte agli effetti del cambiamento climatico, occorre pensare a soluzioni che rendano le città più sicure. Oggi si parla di interventi blue e green sul territorio

La vegetazione nelle città svolge anche un importante ruolo di mitigazione dell’inquinamento dell’aria. Per garantire un impatto capillare sulla città, è importante realizzare piccole oasi e inverdire i percorsi. Per non parlare del verde verticale. La diffusione di superfici evapotraspiranti schermanti e ombreggianti permette di ridurre la temperatura in città in modo distribuito a vantaggio di quelle fasce di popolazione (bambini e anziani) più sensibili alle alte temperature. Le coperture verdi, sviluppate anche con incentivi pubblici nel nord Europa in tempi non sospetti, permettono di migliorare la regimazione idrica, favorendo il processo di infiltrazione dell’acqua nel terreno.

Gli intensi fenomeni temporaleschi, molto più frequenti, hanno attratto più attenzione verso lo studio delle caratteristiche di permeabilità del suolo e alle sue capacità di trattenere acqua, evitando che scorra superficialmente con effetti disastrosi quali gli allagamenti. Oggi si parla di interventi blue e green sul territorio: un approccio combinato fornisce soluzioni efficaci per il controllo delle temperature urbane, della regimazione idrica e di alcuni inquinanti atmosferici. E, per finire con un detto, perché non fare di necessità virtù e investire sulla resilienza anche a Torino? I nostri atenei hanno formato e formano architetti, paesaggisti, idraulici e altre professionalità che stanno contribuendo a rendere più vivibili e salubri tante città in tutto il mondo.

La nostra città, verde per natura, potrà valorizzare al massimo e arricchire il suo patrimonio arboreo, i suoi parchi e giardini, rendendoli sempre più fruibili a cittadini che, più consapevoli del loro valore ambientale e sociale, dovranno imparare a rispettarli e contribuire a mantenerli.