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Torino, inverno 2020
Mia figlia esce da scuola trotterellando e mi vola incontro. «Ciao cucciola, oggi andiamo a trovare delle amiche».
«Mamma, non si devono fare assembramenti… ».
«Tranquilla, non infrangeremo nessuna regola o raccomandazione».
Da corso Tortona, in un attimo siamo al ponte sulla Dora.
«Le vediamo al parco della Colletta le tue amiche?», mi chiede guardando il fondo di via Varano.
«No, amore, le incontriamo qui», dico indicandole il Cimitero Monumentale. Mia figlia strabuzza gli occhi.
«Al cimitero? Lockdown eterno? Contente voi…», mormora.
Entriamo e rallentiamo il passo. La mia piccola guarda le sculture sulle tombe con ammirazione e un filo d’ansia.
«Dove ci aspettano, mamma? Qui non c’è nessuno… Cioè sì, è pieno di gente, ma… mi sembra difficile poter fare una chiacchierata con qualcuno», dice in un soffio.
«Vedremo. La prima è qui dietro», rispondo svoltando in un vialetto poco lontano dall’ingresso principale.
Mi fermo davanti alla statua di una bellissima donna distesa, dormiente.
«Ti presento Teresa Ferrero Navarrini, in arte Isa Bluette».
«Ah… piacere, Bluette. Cosa faceva?».
«L’attrice. Era una stella del varietà negli anni ’20 e ’30. È stata lei a lanciare Macario e tanti altri artisti, addirittura Totò!».
«E adesso è una star del cielo…».
«Eh, sì».
«Ciao cucciola, oggi andiamo a trovare delle amiche […] le incontriamo qui», dico indicandole il Cimitero Monumentale. Mia figlia strabuzza gli occhi. «Al cimitero? Lockdown eterno? Contente voi…»
Le facciamo un saluto affettuoso, chissà quanti begli spettacoli stanno facendo insieme in Paradiso. Camminiamo un po’ e raggiungiamo una lapide semplice, in marmo bianco.
«Qui c’è Paola Lombroso Carrara, figlia di un famoso criminologo. Era una bravissima giornalista e scrittrice per l’infanzia. È stata lei a inventare il Corriere dei Piccoli».
«Un giornale pieno di piccole storie truculente, su delitti e criminali?».
«Nooo… era una rivista settimanale per bambini, divertente e istruttiva, con tanti personaggi buffi. A me piaceva moltissimo».
Mia figlia sorride, ci prendiamo per mano e continuiamo la nostra passeggiata.
«Questa la conosci anche tu!», esclamo fermandomi davanti alla tomba della famiglia Barruero.
«Davvero?».
«Sì, perché Giuseppina Eugenia Barruero è la maestra che ha ispirato a De Amicis il personaggio della maestrina dalla penna rossa del libro ‘Cuore’».
Gli occhi di mia figlia si illuminano: «Ah sìììì! In Vanchiglia mi ricordo di aver visto una scritta sulla casa in cui ha vissuto. Giusto?».
«Hai una memoria di ferro, amore mio».
Passiamo accanto al Sacrario dedicato alle donne e agli uomini caduti durante la Resistenza.
«Qui, piccola, ci sono un sacco di amiche e di amici, ma non posso presentarteli tutti, sono più di mille. L’importante è che tu ti ricordi di loro, della libertà per cui hanno dato la vita».
Mia figlia me lo promette, con espressione seria: capisco che ha capito e che posso davvero contare su di lei e sulla sua memoria.
Arriviamo al V campo israelitico.
«Qui chi mi presenti, mamma?».
«Una grande scienziata», dico fermandomi davanti alla tomba di Rita Levi Montalcini.
«Ma conosco anche lei! Ha vinto un premio Nobel!», esclama la mia cucciola, emozionata.
«Esatto! Per le sue ricerche sui neuroni. A cento anni diceva: “Il mio cervello funziona meglio di quando avevo 20 anni”».
Osservo il sorriso abbagliante che si dipinge sul viso di mia figlia.
«Mi piacciono le tue amiche, mamma. Chiacchierando in silenzio con loro si imparano tante cose. Torneremo a trovarle?».
«Sì, amore».