Torino, Estate 2022
Quando nel 1983 mi trasferii per un anno a fare ricerca in un campus americano, fui immediatamente colpita da come tutti quanti camminavano nei prati del campus, che venivano utilizzati dagli studenti per le loro attività sportive e ludiche. Io, regolarmente, raggiravo le aiuole, guardandomi bene dal calpestare l’erba. Così avevo imparato fin da piccola, ben memore dei cartelli “vietato calpestare l’erba” di cui erano disseminati i giardinetti frequentati da bambina e delle ramanzine della nonna e della tata Pasqualina, se timidamente mi azzardavo a camminare sul prato! Gli amici americani deridevano questa mia abitudine, mai persa negli anni, di girare al largo dai prati. E mi spiegavano che le specie e varietà che venivano utilizzate nei parchi pubblici erano ampiamente resistenti al calpestio. Ora anche noi stiamo scoprendo che i parchi possono essere sede di eventi molto coinvolgenti come è stato recentemente Eurovision a Torino, con le installazioni al Valentino. E, dopo il successo dell’evento, ora immaginiamo un Parco del Valentino sede di altre manifestazioni importanti. Cosa meravigliosa. Ma non stupiamoci e, soprattutto, non prendiamocela con il povero assessore al verde di turno, se, dopo eventi che vedono il passaggio di decine di migliaia di persone, il manto erboso risulta compromesso. Con le specie usate in passato, si dovrà intervenire dopo un evento con interventi di ripristino. Per il futuro andranno invece ripensate le scelte botaniche, in modo da avere prati calpestabili, da utilizzare anche per iniziative che prevedono la presenza di migliaia di persone. Infatti, diverse sono le caratteristiche di un prato a scopo ornamentale, che deve apparire brillante e delicato, da quelle di un prato in cui poter praticare attività sportive o far giocare i bambini, che deve essere resistente al calpestio. Questo genere di manto erboso, per essere resistente, deve necessariamente avere un forte apparato radicale, risultando così più rustico. Per questo tipo di prato si utilizzano specie più resistenti allo stress: in genere una miscela di Lolium perenne e Poa pratensis. Sono state selezionate varietà delle microterme (cioè specie adatte a climi miti) come Festuca arundinacea e Lolium perenne, che presentano un portamento più strisciante e producono corti stoloni, perdendo il caratteristico portamento cespitoso, con maggiore capacità di recupero a seguito di danni.
La nostra giustissima maggiore attenzione per il verde si deve accompagnare alla consapevolezza che esso richiede cura e attenzione, anche in termini di investimenti in risorse umane ed economiche
Le specie macroterme (cioè più adatte a climi caldi) come Zoysia e Cynodon dactylon sono di per sé più resistenti, grazie alle foglie molto silicee, ma ingialliscono a temperature sotto i 10°C. Il loro impiego in Italia si sta estendendo: in questo caso il cambiamento climatico quasi ci aiuta! Le specie macroterme sono inoltre interessanti per le loro più limitate esigenze idriche, grazie alle quali non soffrono troppo le estati siccitose. Il Servizio verde della Città di Torino ha tutta l’esperienza e la competenza per attuare un processo di cambiamento, che però, trattandosi di piante vere e non di plastica, richiede tempo. La nostra giustissima maggiore attenzione per il verde si deve accompagnare alla consapevolezza che esso richiede cura e attenzione, anche in termini di investimenti in risorse umane (ci vogliono tecnici preparati) ed economiche. E i cartelli “vietato calpestare l’erba” spariranno dai nostri ricordi.