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Città di carta

di Giulio Biino

Il coraggio di intraprendere

Torino, speciale 2021

Un numero concentrato sulle nuove energie della città: persone, idee, iniziative.

Ma questa è la rubrica dedicata alle parole ed è con le parole che anche questa volta vogliamo giocare.

Leggeremo, in questo stesso numero, di storie di impresa e, parallelamente, di storie di giovani visionari che hanno dato vita alla loro startup. Sorge quindi spontanea una domanda: chi è un imprenditore, chi è uno startupper?

Il dizionario Treccani definisce l’imprenditore come colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata, di carattere industriale, agricolo o commerciale, al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi; in senso più ampio chi, persona fisica o società, gestisce un’impresa.

Per contro lo stesso dizionario non contiene ancora la definizione di “startupper”, cioè colui che fonda una startup innovativa, ovvero un’impresa che fa dell’innovazione il pilastro portante di tutto il suo modello di business. E le caratteristiche specifiche dello startupper vengono di solito individuate nell’essere visionario, resiliente e coinvolgente, cioè capace di motivare una squadra.

Ma dove si distinguerebbe, quindi, un imprenditore da uno startupper? Forse che all’imprenditore farebbero difetto coraggio, passione e visione? Si dice che lo startupper cerchi una strategia che gli permetta di aumentare i profitti nel minor tempo possibile per sviluppare un modello di business scalabile e replicabile in situazioni di alta innovatività e incertezza. Dopo di che, egli dovrebbe essere pronto ad abbandonare la sua creatura che nascerebbe, per definizione, con il “virus” della temporaneità.

E quindi lo startupper si differenzierebbe dall’imprenditore perché quest’ultimo non soltanto crea la sua azienda ma desidera vederla crescere, non rassegnandosi ad abbandonarla, ma immaginandone addirittura il passaggio generazionale.

Ma non si spendono entrambi in prima persona per costruire progetti e dare lavoro intercettando prima degli altri i bisogni, le richieste e le necessità del futuro? Proprio per questo il loro storytelling è sempre emozionante.

Imprenditori e startupper non si spendono in prima persona per costruire progetti e dare lavoro, intercettando prima degli altri i bisogni, le richieste e le necessità del futuro?

Imprenditore e startupper non sono altro, in realtà, che due facce della stessa medaglia. La parola “startupper” non solo non sottintende una definizione condivisa, ma soprattutto usare un termine diverso per indicare chi fa startup e chi fa impresa implica il creare una differenza che potenzialmente non esiste.

Imprenditori e startupper hanno in comune molto più di quanto invece sembrerebbe distinguerli: la capacità di non arrendersi, la passione nell’inseguire i propri sogni e soprattutto la tempestività nel fare oggi quello che altri farebbero domani. Non sognano il successo ma lavorano per ottenerlo. Affrontano le sfide e non si fermano di fronte agli ostacoli.

Considerano le crisi e i fallimenti come delle opportunità e non vedono il lunedì come il giorno più duro della settimana ma come l’inizio di una nuova avventura, la porta che si apre sul domani.

E le parole ancora una volta non servono a dividere ma uniscono, incoraggiano, ispirano e motivano.

E quale miglior modo di andare incontro al futuro se non rileggendo le parole di una donna straordinaria, una donna che non ha mai smesso di credere nel suo sogno fino a quando lo ha visto realizzarsi? «Non prendere mai decisioni basate sulla paura. Prendi decisioni basate su speranza e possibilità. Prendi decisioni in base a ciò che dovrebbe accadere, non a ciò che non dovrebbe». Michelle Obama, avvocatessa ed ex first lady degli Stati Uniti.

 


«Torino pronta a cambiare»
Leggi l’opinione di Giulio Biino, maggio 2020