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Cristiano Ronaldo

A Torino per vincere

di Darwin Pastorin

Autunno 2018

CR7 IN BIANCONERO NON È SOLO UN RISULTATO SPORTIVO SENZA PRECEDENTI, MA UN EVENTO DESTINATO A COINVOLGERE PROFONDAMENTE LA CITTÀ SVILUPPANDO BUSINESS E RAFFORZANDO L’IMMAGINE DI TORINO A LIVELLO INTERNAZIONALE: UNA STORIA DI SUCCESSI

© Claudio Villa – Getty Images

Improvvisamente, CR7: come un’epifania, un vento leggero, una luce improvvisa, una vetta conquistata. Sì, è successo. E ora è qui, nella nostra città, con le gozzaniane «dritte vie corrusche di rotaie», con il suo orgoglio e i suoi pregiudizi, la sua anima operaia, incancellabile: Cristiano Ronaldo sta illuminando la Juventus e Torino, un ‘monumento’ che gioca, sorride, vive in collina, va a cena nel Canavese (il mio amato Canavese) e ha portato un ‘motivo in più’ per visitare i nostri luoghi. E i torinesi, dopo un accenno di ‘delirio’ iniziale, sono tornati sereni e garbati; il posto ideale per vivere e passeggiare per un divo, tra l’altro discreto, come il fuoriclasse portoghese. E il nostro campionato è ritornato alle stagioni dell’Eldorado, quando eravamo, negli anni Ottanta, campioni del mondo e al centro del mondo. Da noi si esibivano, sui prati verdi narrati da Giovanni Arpino e Vladimiro Caminiti, gli assi più celebrati, oltre ai nostri ‘mundial’, Maradona-Platini-Zico e Léo Júnior, Falcão, Toninho Cerezo, Rummenigge, Edinho e compagnia bella. Lo spettacolo era nostro, solo nostro.

Poi, sono arrivati i tempi della crisi economica e tecnica. Spagna, Inghilterra, Germania e Francia (con il ‘fenomeno PSG’, oggi la società di Gigi Buffon) sono, così, diventate le piazze ambite. Fino alla scorsa estate. Fino a quando Andrea Agnelli, presidente bianconero, nel nome del padre e dello zio, ha annunciato il colpo dei colpi: Cristiano Ronaldo, dopo una valanga di trofei, collettivi e personali, lasciava Madrid e il Real per la Vecchia Signora, alla ricerca della Champions League perduta.

«Troppa umiltà è un difetto» (Cristiano Ronaldo)

I tifosi di Madama, quelli di una certa età, cioè la mia, per intenderci, riscoprivano la felicità per lo straniero venuto a miracolo mostrare, per lasciare un segno indelebile, per trasformare la cronaca in epica: Omar Sívori, Michel Platini e, adesso, CR7, il fromboliere capace di prodezze impensabili e impossibili.

«Ripenso a quando la maestra a scuola mi diceva che con il calcio non si mangia» (Cristiano Ronaldo)

Un amore nato il 3 aprile 2018. Nella notte in cui, in Champions League, Cristiano Ronaldo realizzò all’Allianz Stadium due gol: uno da copertina, sempre e per sempre, per il Manuale del Pallone. Ma la ricordate, quella prodezza? Quel gioiello così bello e così prezioso? Una rovesciata, con la palla colpita di destro a 2,38 metri di altezza, la rete ‘of the season’: un momento epico ed estetico, il football che si trasforma, in quel preciso istante, in arte, in poesia, in bellezza assoluta e assurda. E cosa fanno i sostenitori bianconeri? Si alzano in piedi e applaudono quel gesto, e Cristiano a ringraziare, portando, più volte, la mano sul cuore. Il classico colpo di fulmine. E ora è a Torino, il calciatore che racchiude tutte le meraviglie del possibile. La rovesciata. O anche detta la ‘cilena’, oppure la ‘bicicletta’ per i brasiliani. Il primo maestro fu Leônidas da Silva: segnava, soprattutto spalle alla porta, come ci ricorda Eduardo Galeano, gol «così belli che anche i portieri avversari si rialzavano per congratularsi». E gli assi juventini non sono stati da meno.

«Le scarpe rendono più elegante il giocatore, ma solo quello che ha dentro lo rende più forte» (Cristiano Ronaldo)

Penso a Carletto Parola: una sua rovesciata, contro la Fiorentina nel 1950, finì sulla copertina dell’album delle figurine Panini; e ho ancora davanti agli occhi, quando andavo a vedere la Juve in curva Filadelfia, due magistrali ‘colpi’ del mio idolo Pietro Anastasi, contro il Milan e il Cagliari. Cristiano Ronaldo si è subito ambientato a Torino. La città lo ha conquistato. E i tifosi non hanno dimenticato le sue parole alla prima conferenza stampa da bianconero.

© Claudio Villa – Getty Images

Quelle frasi come tanti coriandoli colorati: «Ora apro un nuovo ciclo», «Lascerò il segno alla Juventus», «Una grandissima sfida per me, voglio ancora sorprendere tutti», «La Juventus è stata una scelta facile, è uno dei club più forti del mondo». CR7 è uno dei migliori calciatori di tutti i tempi. Parlano le sue vittorie, le sue abbaglianti perle, la sua capacità di ‘fare spogliatoio’, di essere anche uno straordinario uomo-squadra. Perché un leader si vede dall’altruismo e non solo dalla fantasia. E la Juve si gode questo momento. L’Utopia diventata Realtà.