«Le cose più significative che ho fatto sono originate dal continuo confronto con i miei studenti e con i miei giovani collaboratori. Per Torino trovo necessaria la visione della complessità che deriva dall’esperienza, e questa dev’essere fertilizzata dall’entusiasmo delle nuove istanze che guardano al futuro con occhi diversi. È un’interazione fondamentale, il volano trainante per riprogettare i prossimi anni. Dobbiamo erotizzare nuovamente il futuro.
Il concetto vincente? Non bisogna essere Leonardo Da Vinci o Thomas Edison per essere degli inventori
Si deve affermare l’idea che non bisogna essere Leonardo da Vinci o Edison per essere degli inventori. Dobbiamo formare i più giovani tra i torinesi a non inibire l’idea, ma invece a riconoscerla e poi a trasformarla in innovazione, se è valida. Così come dobbiamo togliere lo stigma alla parola ‘fallimento’.
A Torino serve un sistema che accompagni questo processo in tutte le sue fasi. Infine, è importante che l’enorme bacino di conoscenze e di competenze racchiuso negli atenei riverberi maggiormente sul tessuto produttivo e imprenditoriale torinese≫.
David Lembo
Virologo, professore ordinario di Microbiologia all’Università di Torino. È presidente del corso di laurea internazionale in Medicine and Surgery del polo universitario San Luigi Gonzaga. Dottore di ricerca in Microbiologia medica sperimentale, post-doc presso l’azienda farmaceutica Hoffmann-La Roche a Basilea, in Svizzera. Dirige il laboratorio di Virologia Molecolare e di Ricerca Antivirale. Direttore del master di II livello ‘La scuola in ospedale’. Cofondatore e CEO della startup Panoxyvir SRL, con la quale ha vinto il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016 e il Premio Leonardo 2017 per lo sviluppo di farmaci per il trattamento e la prevenzione di infezioni respiratorie virali. È titolare/inventore di numerosi brevetti in campo biotecnologico.
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