Home > People > La parola agli Ordini > Commercialisti > Decreti Liquidità e il ruolo dei commercialisti
I commercialisti svolgono un ruolo sociale partecipando ai tavoli istituzionali legati allo sviluppo dei progetti e all’impiego delle risorse pubbliche stanziate (recovery fund) e fornendo il supporto professionale necessario per verificare a priori la possibilità dell’impresa di rimborsare nel tempo i nuovi debiti contratti
Torino, primavera 2021
La crisi pandemica, che ha interessato non solo il nostro Paese ma l’intero globo, ci ha fatto toccare con mano l’incertezza della nostra esistenza, soprattutto nel secondo lockdown nel quale – anche in questa parte del Paese – molti di noi hanno perso amici e conoscenti. Ciò nonostante, forse per lo spirito che contraddistingue l’essere umano, stiamo giustamente sperando che, grazie alle vaccinazioni, si possa presto tornare alla normalità e, addirittura, che ci aspetti un new deal in grado di far ripartire un’economia che, già stagnante, ha rischiato l’implosione a causa del COVID- 19, trascinando con sé la significativa pace che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni di benessere e crescita.
Da più parti assistiamo alla predisposizione di nuovi piani Marshall che dovrebbero supportare questo atteso Rinascimento, caratterizzati dall’immissione di una rilevante liquidità nel sistema, assistita dalle garanzie statali, per far ripartire i consumi, ma soprattutto gli investimenti, necessari per assicurare un consolidamento nella creazione di valore. L’occasione è certamente ghiotta, in quanto una ripartenza limitata alle sole forze endogene rischia di essere troppo stentata, ma non va dimenticato che stiamo mettendo in gioco il futuro dei nostri figli.
Laddove i prestiti che verranno concessi alle imprese per rilanciare l’economia non sortissero l’effetto sperato o, peggio, venissero utilizzati in maniera impropria, il diritto di rivalersi sulle garanzie pubbliche da parte del sistema bancario potrebbe determinare un impegno insostenibile sui bilanci futuri dello Stato, che graverebbe quindi sui nostri figli. E allora, ancora una volta, i commercialisti possono assicurare quel ruolo sociale che poche volte viene ricordato alla collettività, ad esempio partecipando ai tavoli istituzionali legati allo sviluppo dei progetti e all’impiego delle risorse pubbliche stanziate (recovery fund), fornendo il supporto professionale necessario per verificare a priori la possibilità dell’impresa di rimborsare nel tempo i nuovi debiti contratti e assistendo i propri clienti nell’utilizzo di tali fondi per rilanciare gli investimenti, così da innescare un processo virtuoso del quale si possa godere tutti, con una diminuzione del tasso di disoccupazione e, in senso lato, il miglioramento del benessere sociale, e nell’ottica delle priorità individuate nell’utilizzo delle risorse pubbliche: ambiente, istruzione e connettività. E non grazie a doti divinatorie, ma con l’applicazione della propria competenza, magari nella redazione di business plan e analisi prospettiche che, tra l’altro, le norme richiedono in maniera sempre più stringente nella gestione dell’impresa. E non solo le norme, ma tutti gli stakeholder che entrano in contatto, a vario titolo, con le aziende.
È un ruolo fondamentale per evitare che il denaro, anche quello di tutti i contributi emanati in questi mesi a sostegno dei soggetti che più di altri sono stati toccati dalla pandemia, non venga erogato a pioggia ma permetta, in maniera capillare, di incidere dove veramente può servire con effetti moltiplicativi che ci permettano di uscire dalla crisi. Nel medesimo senso, tutti i provvedimenti posti a sostegno dell’edilizia (110%, sisma bonus, incentivi all’efficientamento energetico, ecc.), oltre a rappresentare un importante indirizzo verso la sostenibilità, possono essere un ulteriore booster per far ripartire l’economia, nel quale il commercialista può assicurare il proprio contributo, con consulenze competenti e attestazioni veritiere.
L’importante è che il legislatore non renda tali strumenti troppo burocratizzati, e quindi di difficile applicazione pratica, per assicurare una ‘messa a terra’ efficace e raggiungere così l’obiettivo sperato. In questa situazione non possiamo stupirci nel veder crescere le disponibilità finanziarie della collettività. La paura del futuro blocca ogni tipo di investimento, ma questo rischia di renderci sempre più poveri.
Luca Asvisio
Nato a Torino nel 1965 e iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino dal 1991, ne è stato segretario dal 1997 al 2012 (con le presidenze Locatelli e Milanese), mentre dal 2017 ne è il presidente. Svolge ininterrottamente l’attività sin dalla pratica nello studio fondato dal dottor Alberto Dondona, di cui nel tempo è divenuto associato e di cui ha mantenuto la denominazione anche dopo la morte del suo maestro.