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Commercialisti

di Luca Asvisio

Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili

Commercialisti coraggiosi

Una professione da molti ritenuta noiosa e polverosa rappresenta viceversa uno dei primi ausiliari di imprese e contribuenti per supportarne la ripartenza

Torino, inverno 2020

Spesso, noi commercialisti ci troviamo in difficoltà nello spiegare a uno straniero, ma anche a un bambino o a un figlio, che cosa significhi in realtà la nostra professione. E, normalmente, cominciamo a indicare nella predisposizione degli adempimenti contabili, fiscali e bilancistici dei clienti il nostro ‘core business’, come si usa dire oggi. Ma mentre lo stiamo dicendo ci accorgiamo che non basta, e cominciamo ad aggiungere le nostre competenze nella crescita dell’impresa, così come nella crisi, nel controllo di gestione, nel contenzioso tributario, nell’informatizzazione, nell’assistenza nella ricerca di contributi, nel dialogo con il sistema bancario, nella vigilanza quali sindaci, revisori, ecc. E l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Senza volerci considerare autoreferenziali, è evidente come il commercialista sia in prima linea nella vita quotidiana di tutti noi e rappresenti uno dei primi ausiliari, in particolare dell’imprenditore, nella condivisione delle scelte economiche che contraddistinguono l’esistenza delle aziende.

Questo periodo di lockdown, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo ha ulteriormente confermato, esaltando anche i profili psicologici di assistenza ai nostri clienti che, se qualche volta sembrano infastidirci, sotto sotto rappresentano l’evidenza del riconoscimento che raccogliamo nel nostro mondo. E così ce lo siamo voluti ricordare, pubblicando un messaggio di ringraziamento ai nostri iscritti, che rappresenta allo stesso tempo un monito e un invito a continuare a fare fronte comune per superare questo interminabile periodo. Ed è con la competenza che crediamo si possa ripartire, quella forza – applicata in ogni ambito – di studiare, impegnarsi e infine agire per risolvere i problemi. Quel modo di essere che, come mi scrisse qualche giorno fa un collega ammalato di COVID che purtroppo non ce l’ha fatta, significa «tirarsi su le maniche e lavorare», seguendo l’esempio di altri professionisti – i medici – ancor più in prima linea in questa emergenza, che hanno condotto questa battaglia a volte «salvando la vita con giocattoli avanzati o strumenti chirurgici ricavati da un tamburello».

E allora la ripartenza può proprio partire dalle professioni, da corpi intermedi competenti, in grado di assicurare risposte efficaci e soluzioni idonee, senza rifarsi a quel qualunquismo e a quella demagogia di cui è costellata oggi la vita, esaltando ove possibile la capacità italiana di trovare sempre una soluzione ma senza per questo cercare di saltare la coda, ispirandosi quindi a criteri etici e legalitari. Consapevoli del fatto che il mondo nel quale abbiamo vissuto non sarà più lo stesso, dobbiamo verosimilmente provare a precorrere i tempi per combattere le sfide che ci attendono. Occorre tentare di cambiare il verso del declino che abbiamo subito dal termine delle Olimpiadi del 2006 a oggi, e per farlo in questa città, che dietro la sua austera signorilità spesso dimentica le proprie radici, dobbiamo tassativamente accantonare invidie e polverosità e muovere, prima di tutto, le scrivanie; anche per evitare che – così come tutte le iniziative nate all’ombra della Mole che, in passato, spesso crescevano in altri lidi – i nostri figli trovino più attraente studiare e lavorare altrove e tornino a Torino solo per le vacanze e per mangiare i nostri manicaretti, desertificando un’area che, dal punto di vista tecnologico e imprenditoriale, non ha nulla da invidiare a zone più industrializzate. Non c’è più tanto tempo da sprecare.

Occorre fare rete, ma sul serio, invitando tutte le istituzioni del territorio a unirsi come facemmo nel corso del primo Forum Milanese, evento – a posteriori – antesignano di un’esigenza indifferibile.

Luca Asvisio

Nato a Torino nel 1965 e iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino dal 1991, ne è stato segretario dal 1997 al 2012 (con le presidenze Locatelli e Milanese), mentre dal 2017 ne è il presidente. Svolge ininterrottamente l’attività sin dalla pratica nello studio fondato dal dottor Alberto Dondona, di cui nel tempo è divenuto associato e di cui ha mantenuto la denominazione anche dopo la morte del suo maestro.