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Torino, 7 maggio 2020
In queste settimane critiche tutti quanti hanno fatto del loro meglio non solo per sopravvivere ma anche per continuare, ognuno nel suo ambito, a produrre, ben consapevoli del risvolto economico di questa epidemia. Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che le donne siano state e siano tuttora in prima linea: impegnate nel lavoro smart, con i figli a casa e con genitori anziani, necessariamente in isolamento, da aiutare. Senza dimenticare le situazioni estreme, ma purtroppo non rare, di forzate convivenze con uomini violenti. Certamente la fine di questo periodo, quando mai arriverà, sarà vista dalle donne come una vera e propria liberazione.
Le donne sono riuscite a fronteggiare l’emergenza sanitaria e quella domestica. Sanno affrontare con forza e energia le situazioni più difficiliQuando arriverà, perché la ripresa di una vita lavorativa più tradizionale non si accompagna alla riapertura delle scuole. Le donne sono riuscite a fronteggiare l’emergenza sanitaria e quella domestica. La cosa non deve stupire, peraltro, perché da sempre sanno affrontare con forza e energia le situazioni più difficili. Pensiamo alle donne che hanno continuato a lavorare con forte esposizione al pubblico, e quindi a eventuali contagi, come le cassiere dei supermercati e il personale addetto alle pulizie delle strutture sanitarie. Donne in prima linea nelle professioni sanitarie, al fianco dei loro colleghi, alla pari. Donne, come la virologa Ilaria Capua, che con competenza, grande umiltà e umanità, hanno spiegato in modo molto chiaro e comprensibile a tutti, di giorno in giorno, l’evolvere della situazione. E allora ci si chiede come mai le donne non siano state prese nella giusta considerazione nella composizione delle innumerevoli (e forse spesso inutili) task force messe in piedi in queste ultime settimane dagli uomini al governo.
Come se non esistessero fior di donne impegnate nei tanti ambiti interessati: biomedico, economico, sociale…Donne il cui valore è riconosciuto a livello internazionale, ma evidentemente sconosciute ai maschi al governo. Donne che meritano di essere scelte non per una questione di genere ma di merito, di civiltà e democrazia. Come ha giustamente evidenziato la collega Valeria Poli dell’Università di Torino. Forse è inutile chiedere una spiegazione ai nostri governanti. Per trovare una risposta sarebbero costretti a nominare una nuova, inutile, task force. Ovviamente costituita di soli uomini…