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Editoriale

di Guido Barosio

Negli occhi di un bambino il futuro della città

Torino, speciale 2021

Ogni copertina ha la sua storia. Quando si va in edicola cinque volte all’anno, quando si realizza un magazine “di stupore”, ma anche “di persistenza”, quando ogni cover entra a far parte del vissuto della città di cui il magazine porta il nome, ecco, allora la scelta deve mettere insieme originalità e notorietà, attualità e anticipo sui tempi.

Noi di Torino Magazine cerchiamo sempre volti in grado di rappresentare un concetto e non solo il personaggio. Tra i tanti: Alberto Angela, Alessandro Barbero, Cristiano Ronaldo, Mauro Salizzoni, Andrea Belotti, Massimo Gramellini, Rafael Nadal… Volti, appunto, perché il volto è la sintesi del nostro brand, la certificazione che la città vive e si impone attraverso i personaggi che i torinesi conoscono e amano. Lo sappiamo perché i lettori ricordano i numeri del magazine per il volto in copertina, la data di uscita viene sempre dopo.

Ed eccoci alla scelta per questa tarda primavera 2021, ricca di significati, speranze, aspettative, difficilmente sintetizzabili con un protagonista dello spettacolo, della cronaca, dello sport o delle istituzioni. Una stagione della rinascita sanitaria, imprenditoriale, sociale, verrebbe da dire spirituale prima ancora che economica. La possibilità di tornare a vivere le nostre serate con maggiore libertà, la riapertura di cinema, teatri e palestre, le migliaia di déhors che punteggiano ogni spazio cittadino, gli eventi sportivi all’aperto, l’avanzamento della campagna vaccinale sono segnali forti di un’inversione di rotta, ci permettono di riprendere abitudini irrinunciabili che avevamo forzosamente abbandonato.

Come sintetizzare questo sentimento collettivo rispettando la nostra linea editoriale, che ha sempre visto un volto evocare significati e aspettative? Serviva un segnale di discontinuità, un gesto forte, evocativo e impattante. Così abbiamo scelto un bimbo, il “nostro bimbo”, che avrebbe rappresentato l’icona della nuova vita e della ripartenza, un simbolo di energia positiva, uno sguardo gentile verso l’orizzonte, l’innocenza e la purezza, la progettualità familiare, il coraggio di mettere al mondo il futuro e di crederci con amore.

E inoltre, se volete, l’incoraggiamento per tutti coloro che, in un anno di paura e di sconforto, hanno deciso di concepire un figlio. Anticipo una domanda e rispondo subito: non chiedetevi chi è il bambino della copertina. Non lo sappiamo neanche noi, perché abbiamo scelto la foto e non il soggetto. Volevamo evitare la personalizzazione della nostra scelta, raccontando una storia, una famiglia, un percorso. Volevamo evitare che ci venisse chiesto perché lui (o lei) e non un altro.

Quel bambino è semplicemente un simbolo, uno sguardo interrogativo e dolce che sembra porre tante domande alle quali saremo chiamati a rispondere: in quale città crescerò? Quali progetti mi permetteranno di studiare, di fare sport e, se necessario, di curarmi? Avrò la possibilità di lavorare e di farmi una famiglia mia? Quesiti semplici? Forse, ma non semplicistici. Perché tutte le comunità metropolitane se li stanno ponendo in quest’epoca di auspicabile ripartenza.

Un numero dedicato alle nuove energie (umane) per la Torino del futuro, dove abbiamo proposto un dream team di giovani non solo vincenti ma già vittoriosi

Ma il nostro volto fanciullo è anche l’apertura di un numero fortemente dedicato alle nuove energie (umane) per la Torino del futuro. In un grande servizio di apertura abbiamo proposto un dream team under 35, di giovani non solo vincenti ma già vittoriosi.

Li abbiamo scovati in tutti i settori: dall’economia alle startup tecnologiche, dalla musica allo spettacolo, dallo sport alla moda, dalla ristorazione alla cultura, dall’arte alla comunicazione.

Per noi è stato un modo di guardare avanti, ma anche di verificare la bontà di un tessuto cittadino vivace, ricco di talenti, persino sorprendente nella capacità dei giovani torinesi di affermarsi in ogni settore. Si è sempre fatto molto parlare del possibile superamento della civiltà industriale, di una Torino legata a vecchi schemi mentali e imprenditoriali. Ecco, i nostri under 35 dimostrano che questo non solo è possibile, ma in tanti casi è già avvenuto.

Il nostro bimbo in copertina non è un gesto isolato, la città delle nuove energie è già scesa in campo. Ma per crederci dobbiamo imparare a conoscerla, fatelo con noi e ne sarete sorpresi.