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#iosonotorino

di Maria Lodovica Gullino

Ripartire dall’ambiente

Torino, 28 marzo 2020

Stiamo vivendo giornate molto difficili. Chiusi in casa, obbedienti da bravi soldati sabaudi alle norme di comportamento necessarie per affrontare l’emergenza. Nelle vie del centro, solo fino a poco fa animatissime, i pochi che escono per andare al lavoro camminano veloci, quasi furtivi, scansando chi, fino a poco fa, salutavano calorosamente. Nella nostra città si vive un’atmosfera irreale. Tutto sembra sospeso. Il silenzio assordante è interrotto soltanto dalle sirene delle autoambulanze, sempre più frequenti. E il pensiero va agli ospedali, ai medici, agli infermieri. A chi sta lottando per vivere. A tutti quanti stanno combattendo un nemico invisibile che a tratti sembra invincibile.

Chi di noi ha la fortuna di vedere qualche albero può osservare come per le piante nulla sia cambiato. E questo non può che infondere in noi speranza e ottimismo

Solo le piante sono rimaste al loro posto, imperturbabili, come se nulla fosse successo. L’inverno particolarmente mite ne ha favorito un precoce sviluppo vegetativo e, fino a pochi giorni fa, abbiamo potuto vedere spuntare le prime foglie, di un verde tenerissimo, e seguire il loro anticipato rigoglio. Un anticipo di primavera, figlio dei cambiamenti climatici, ma così piacevole da vedere. Ora la primavera è arrivata davvero, ma resta al fuori delle nostre finestre. Le imponenti alberate dei nostri viali, i parchi che ospitavano le nostre passeggiate, sembrano infinitamente lontani. Quasi irraggiungibili.

Chi di noi, dalla propria finestra o nella sua corsa verso il lavoro, ha la fortuna di vedere qualche albero può osservare come per le piante nulla sia cambiato.  E questo non può che infondere in noi speranza e ottimismo. Il rigoglio delle piante ci ricorda che la vita continua, nonostante tutto. Perché il mondo vegetale, che rappresenta il 97,5% della biomassa del nostro pianeta, mentre noi umani non siamo che lo 0,022%, è lì non solo per fornirci bellezza, refrigerio, cibo, fibre, ma anche per ricordarci che dal rispetto dell’ambiente dovremo ripartire per ricostruire il futuro nostro e della nostra città.