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Torino, SPECIALE giugno 2019
Altro che Olanda! Noi piemontesi, pur con stile sabaudo, possiamo essere fieri dei magnifici tulipani che ogni anno fioriscono a Pralormo, attirando migliaia di visitatori. Vent’anni di Messer Tulipano, celebrati quest’anno con una magnifica fioritura di 100mila bulbi: arrivati dall’Olanda e dalla Turchia, hanno decorato per un intero mese il magnifico parco del Castello di Pralormo, facendo da sfondo a una serie fittissima di appuntamenti che ha soddisfatto grandi e bambini. Da vent’anni il Castello dei Conti di Pralormo, grazie alla creatività e all’energia della contessa Consolata Beraudo di Pralormo, è molto più di una dimora storica visitabile dal pubblico. Oramai in tutto il mondo, anche grazie al passaparola dei sempre più numerosi visitatori stranieri, si identifica il parco all’inglese di Xavier Kurten come il luogo di Messer Tulipano.
Oramai in tutto il mondo, anche grazie al passaparola dei sempre più numerosi visitatori stranieri, si identifica il parco all’inglese di Xavier Kurten come il luogo di Messer Tulipano. Per la ventesima edizione, bulbi turchi affiancano quelli, più tradizionali, olandesi
Per la ventesima edizione, bulbi turchi affiancano quelli, più tradizionali, olandesi. Contemporaneamente, 3mila bulbi hanno decorato le aiuole di piazza Emanuele Filiberto a Torino, a significare un legame tra campagna e città. Del resto, i tulipani sono il simbolo floreale della Turchia e di lì sono giunti in Europa nel XVI secolo. Oltre al ben noto fenomeno della ‘febbre dei tulipani’ descritto in Olanda, che portò alla rovina economica migliaia di famiglie, vanno segnalati episodi di isteria collettiva, altrettanto curiosi ma dalle conseguenze meno devastanti, tra i turchi dell’Impero Ottomano. Il tulipano era il fiore del Palazzo Topkapi, con un nome che in turco si traduce con ‘turbante’, proprio per la forma del fiore. In Turchia la passione per i tulipani ebbe una connotazione artistica e culturale.
Ma cosa aveva di speciale il tulipano? I fiori avevano allora i petali ornati di complicate composizioni dai colori vividi, mai eguagliati, che li rendevano irresistibili. Il tulipano, durante il regno di Solimano il Magnifico, era popolarissimo: già nel secolo XVI furono sviluppate diverse varietà, utilizzate ancora oggi. Tra tutti i fiori del giardino musulmano, il tulipano era considerato il più sacro, tanto che la passione dei turchi andò ben al di là della semplice ammirazione per la sua bellezza. Il tulipano era considerato dagli ottomani il fiore di Dio: nella cultura araba, infatti, le lettere che compongono la parola ‘lale’, tulipano in turco, sono le stesse che formano il nome Allah. Il tulipano simboleggia per gli ottomani l’umiltà davanti a Dio, perché, nel rigoglio della fioritura, esso china il capo.
Nelle illustrazioni ottomane del giardino dell’Eden sono spesso presenti i tulipani, in piena fioritura, sotto i frutti dell’albero di Eva. L’aldilà immaginato dai turchi, pronti a sacrificarsi in battaglia, era un giardino pieno di tulipani in fiore. Ecco perché i tulipani accompagnarono i turchi nella loro avanzata verso Occidente. Non tutti sanno che il tulipano rosso è il fiore perfetto per un’autentica dichiarazione d’amore: una leggenda popolare racconta che questo fiore è nato dal sangue di un giovane suicida per una delusione d’amore. E di tulipani e di altre specie si parla nei testi botanici, appartenenti alla biblioteca della famiglia dei conti di Pralormo, esposti al pubblico nell’Orangerie, dove è stato ricostruito un angolo della ricchissima biblioteca del Castello. Castello che merita veramente una visita in qualsiasi periodo dell’anno: il percorso negli interni immerge il visitatore nella vita di una famiglia che, nei secoli, ebbe ruoli importanti per la storia d’Italia; poi si visita il parco all’inglese, dove durante il mese di maggio fioriscono le peonie e da giugno a ottobre le rose, da cui si gode un panorama straordinario delle Alpi dal Monviso al Monte Rosa.