Torino, estate 2019
Troppo spesso i commercialisti vengono contraddistinti soltanto dall’attività di predisposizione dei dichiarativi fiscali, dimenticando che la formazione professionale continua e l’esperienza maturata al fianco degli imprenditori e delle aziende hanno comportato la creazione di un bouquet di specializzazioni che portano a spaziare dal controllo di gestione all’assistenza nei passaggi generazionali, fino alla predisposizione di operazioni straordinarie nel supporto alle imprese nella loro crescita,anche fuori dai confini nazionali, nell’acquisizione di concorrenti o nella preparazione all’accesso al mercato dei capitali. Si tratta di un ventaglio di competenze particolari che fa del commercialista italiano un unicum nel panorama internazionale, che vede categorie decisamente diverse da quelle domestiche, quali gli experts contables in Francia, gli steuerberater
in Germania o gli auditors e gli avvocati d’affari nel mondo anglosassone. Una delle attività in cui spesso la preparazione specifica del commercialista può essere vincente – e, se accompagnata da una corretta collaborazione con la figura dell’avvocato, sicuramente più attenta alla procedura, così come noi possiamo esserlo sul merito – è quella dell’assistenza nel contenzioso tributario, che rappresenta, peraltro, una delle più importanti branche del diritto in termini di rilevanza economica. Si tratta, poi, di una delle poche esclusive riconosciute alla nostra professione, in quanto la difesa di fronte alle Commissioni Tributarie fa capo a pochecategorie, tra cui la nostra. Ed è un’esclusiva che va coltivata, e ancor di più oggi, dato che a breve entrerà in vigore il processo telematico tributario che fa assurgere anche quest’attività alla rilevanza informatica che merita, ma soprattutto all’importanza che rappresenta per i clienti; e ciò è vero tanto dal punto di vista economico quanto, in alcuni casi, da quello penale, aspetti che talvolta si sovrappongono e necessitano di una difesa comune del contribuente. Ci auguriamo che il legislatore voglia dare ancora maggior rilievo al processo tributario e assicuri anche ai giudici tributari, oltre a un’adeguata remunerazione, vista la delicatezza dell’incarico svolto, un peso sempre maggiore, tale che permetta di veder progressivamente crescere l’omogeneità delle sentenze – anche grazie alle attività dei massimari, ai quali i commercialisti hanno sempre prestato grande supporto – e, magari, di veder ridurre i ricorsi in Cassazione che congestionano quest’attività .
Allo stesso modo, un sano e collaborativo ricorso agli strumenti deflativi del contenzioso, quali l’adesione o la conciliazione – preceduti da un franco confronto tra difensori del contribuente e rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate, spesso divisi dall’interpretazione di leggi che non si distinguono per chiarezza e facilità di applicazione – può evitare di dover ricorrere alla presentazione di ricorsi in Commissione Tributaria e snellire un iter che, sovente, viene considerato dai più in maniera distorta. I commercialisti, in questo senso, saranno sempre pronti al dialogo, anche grazie alla creazione di tavoli di lavoro con gli uffici tributari e l’agenzia della riscossione – così come in passato è costantemente avvenuto – in maniera tale da contribuire a snellire la macchina burocratica e assicurare, per quanto possibile, il rispetto della legge.