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Torino, 9 maggio 2020
Ultima domenica di lockdown, forse una domenica di primavera come non si era mai vista. Il cielo e il Po sono azzurri come non mai. La nostra assenza ha fatto bene ad una Torino da vivere e da abitare un po’ più in punta di piedi. L’acqua del fiume sfavillante d’oro e d’argento per i raggi del sole che gliene fanno dono, porta via ciò che è di ostacolo al suo libero fluire, delle cose e della vita. A volte la mente scova nella propria soffitta bauli contenenti antichi pizzi e sotto a questi imponderabili ricordi. Un’antica leggenda Hindu racconta di un gruppo di saggi seduti intorno ad un grande elefante che dorme per confrontarsi e definire cosa sia davvero un elefante.
Il saggio davanti alla testa dell’elefante dormiente si alza dal suo sgabello e dichiara che è necessario avere un atteggiamento costruttivo, collaborativo
Alcuni hanno barbe e capelli grigi in cui nascondere la soddisfazione per il potere che l’occasione dà alla loro scienza, altri non hanno né barba né capelli, ma occhiali colorati attraverso ai quali competere con i capelli grigi sulla verità, altri ancora hanno un’improbabile abbronzatura da comunicatori di successo, dove il successo ha la forza della verità. L’elefante si è addormentato dolcemente e soddisfatto dopo aver mandato in pezzi mezza foresta, ma solo per sua natura, senza malevolenza e nell’inconsapevolezza di sé e della conseguenza dei suoi movimenti. Il saggio davanti alla testa dell’elefante dormiente si alza dal suo sgabello e dichiara che è necessario avere un atteggiamento costruttivo, collaborativo e non conflittuale per accedere alla vera indole dell’elefante e poi tentare di addomesticarlo.
Altri intorno all’elefante si grattano la testa calva o si accarezzano la barba o sono tronfi sullo sgabello di legno su cui sono seduti. Alcuni sono politici, altri scienziati, altri economisti. I primi parlano delle altrui scelte sbagliate, si interrompono a vicenda, si scaricano responsabilità sull’accaduto, offendono facendo finta di non offendersi, parlano tutti insieme e c’è da stupirsi che l’elefante non si svegli. Gli scienziati discutono della nascita dell’elefante, della sua provenienza, di ogni particolare empiricamente misurabile, di cosa distruggerà al suo risveglio, di come ucciderlo. Parlano uno alla volta e solo se interpellati, ma nessuno dice la stessa cosa. Gli economisti sono come i politici parlano tutti insieme, sono come gli scienziati, ognuno dice una cosa diversa e in più fanno la conta dei danni prodotti dall’elefante e delle conseguenze.
Speriamo che l’elefante non si svegli prima che abbiano deciso qualcosa.