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I ristoranti migliori d'Italia 2022

The Fork ha stilato la sua lista, dentro anche diversi torinesi

di Tommaso Cenni

SONO 100 IN TUTTA ITALIA: TRA VECCHIE CONFERME E INTERESSANTI NOVITÀ, THE FORK HA SCELTO I SUOI MIGLIORI RISTORANTI D'ITALIA; TRA DI LORO MOLTI TORINESI

Si sa, le classifiche sono come le torte: son fatte quasi per litigare, discutere, dividere, e in fondo divertirsi, prima ancora che per mangiare. Ognuno ha i suoi gusti, le proprie preferenze, una personale idea di mondo (e di cucina). Infatti le classifiche ci divertono sempre tantissimo.

E comunque la torta di rose di mia nonna resta la torta migliore del mondo.

The Fork, piattaforma di prenotazione e recensione di ristoranti tra le più importanti nel nostro paese, ha stilato una personale classifica dei ristoranti migliori d’Italia. Sono 100 e ovviamente sulle graduatorie pesano argomenti vicini alla piattaforma come numero di prenotazioni, recensioni positive, visite medie, qualità nella gestione delle prenotazioni stesse… Insomma l’idea è valutare (chiaramente con gli strumenti a disposizione) le performance migliori dell’anno. Un lavoro di censimento fatto su una platea di ristoranti non certo completa ma decisamente ampia.

Il risultato sono stati 100 ristoranti scelti, di cui una decina circa (qualcosa di più), si trovano proprio a Torino. Abbandonata la presunzione di poter giudicare posizione o assenti illustri (non ci ficchiamo in questo ginepraio), andiamo però a scoprire e commentare le scelte torinesi di The Fork.

The Fork ha stilato una personale classifica dei ristoranti migliori d'Italia. Il risultato sono 100 ristoranti, di cui una decina circa, si trovano proprio a Torino

A due passi dal podio generale, al 5° posto, troviamo Suki – Sushi & Fusion (via Ormea 1 e via Amendola 8): un’apertura cittadina con non troppi anni alle spalle, ma che ci aveva stupito fin dal primo impatto per la qualità e la coerenza dell’offerta. Un sushi “semplicemente” fatto bene, servito e preparato con cura e non scontata cortesia orientale (tanto sbandierata ma complicata da trovare). Suki ci era subito sembrato un bel posto in cui mangiare sushi in modo rilassato; e The Fork lo ha premiato alla grande. Subito sotto, la piattaforma sceglie Opera – Ingegno e Creatività (6° posto), la creatura di Stefano Sforza, chef di grande valore che magari non tutti conoscono. In via Sant’Antonio da Padova 3 ha costruito una bella chicca di ristorante che strizza l’occhio alla stella Michelin da un po’ di tempo; un bocconcino decisamente interessante.

Più giù in classifica, al 20° posto, un ristorante che la redazione stima tantissimo da parecchio tempo. Un luogo di alta cucina (quasi) per tutte le tasche, in cui si mangia un menù degustazione di livello e si respira la passione per la cucina. Il Caciucco di Giuseppe Zangari è la perla di via Giachino, periferica e caratteristica: qui ci si finisce quasi unicamente per assaporare l’estro di Giuseppe. E ne vale sempre la pena. Fa piacere vederlo in selezione.

Come fa piacere vedere Ristrot Guviol alla posizione 24 (via S. Francesco da Paola 27), un posto che voleva essere ristorante e bistrot, prendendo un po’ il meglio da entrambe le parti. Il risultato ad oggi è, più che un mix, una bella identità super apprezzata. Concordiamo con The Fork.

Discorso simile vale per La Ferramenta del Gusto Emiliano (via Giacosa 10) inserita in classifica al 27° posto: un ristorante per diverso tempo non calcolato su guide e segnalazioni in città, che finalmente ha il suo spazio. Noi avevamo intervistato Eleonora anni fa e avevamo apprezzato soprattutto la genuinità e l’affetto che questa cucina mostra per la tradizione emiliana. Bello vederli qui. E all’epoca, manco a farlo apposta, altro intervistato super interessante era stato Adam Smith, inventore di Smith’s British; una giovane istituzione cittadina che si era lanciata nella non semplice impresa di convincere gli italiani che sì, la cucina britannica ha un valore. E ci è riuscito, anche con le proposte più particolari, i brunch, il tè… C’è una chicca in via Virle 19 e c’è anche in via Bogino 9, in quel Circolo dei Lettori 36° in classifica che non è solo luogo di cultura, presentazione di libri, storia e altro; ma anche di buon cibo. Stefano Fanti lo chef, perfetto interprete di una cornice cult, cult come i suoi piatti.

A seguire un predominio di cucina extra-nazionale: Shari Fusion Restaurant (via San Francesco d’Assisi 22), El Beso (via Galliari 22), Koi (via Frola 4) e Kensho (via dei Mercanti 16). E capiamo che forse The Fork non ama le piole (o viceversa, boh), però in termini generali sceglie bene. Tra i primi 100 pesca infatti ottimi consigli nipponici con Koi, Shari e Kensho, decisamente tra i migliori della città (per noi il top rimane Kensho per qualità della proposta, ma i paragoni senza le giuste contestualizzazioni sono fini a se stessi) e poi gioca una saggia carta “etnica” con un ristorante come El Beso; messicano fatto veramente bene (come se ne trovano pochi) e decisamente un bel prospetto per mangiare carne buona. Chiude la lista dei locali torinesi in classifica Silos (via Santa Giulia 21), giovane, competente, americano quanto basta e perfino all’ombra della Mole. Un buon posto dove curiosare una cucina interessante.

Tirando le somme, impossibile separare la piattaforma e le sue funzioni dai criteri che hanno dato forma definitiva a questa classifica. In cima vince L’Architettura del Cibo a Firenze, un gran bel ristorante in “serra”; e il consiglio è proprio questo: sfogliate le posizioni e, senza guardare troppo ai numeri, fatevi incuriosire, come d’altronde si dovrebbe fare con questo tipo di contenuti. Nel frattempo siamo felici che, a prescindere dagli assenti, ci sia anche un po’ di Torino in top 100; teniamo alto l’onore della città!